Le 12 fatiche del nuovo Ercole Ercoli

bugiaQuesto volta mi fermo, lo giuro. A meno che non vi siano delle nuove indiscrezioni sui media di regime (inteso come quello che rispecchia la particolare situazione politica corrente e senza perciò addurre alcuna accezione dispregiativa), non mi occuperò più del caso di Ali Sonboly. Quello che vorrei fare, prima di scrivere su ben altri temi, è riepilogare le domande principali che ho giù avuto modo di esplicare negli articoli precedenti.

In questa lista, oltre alle domande vere e proprie, potrete visualizzare al di sotto di esse una breve spiegazione mentre in fondo all’articolo troverete tutte le fonti da cui ho attinto tutte le informazioni necessarie per le mie riflessioni. Se qualcuno di voi avrà voglia di stampare la lista e mostrarla a qualche vero giornalista, ben più informato del sottoscritto, ben venga! Anche se ripongo ben poche speranze su di voi, che sia chiaro.

Ecco di sotto la lista riepilogativa delle domande da me elaborate fin qui. Buon divertimento!

  1. Come ha fatto un 18enne depresso cronico ed afflitto da gravi forme di fobia sociale ad entrare nell’oscuro ed illegale mondo del deep web e a contattare un rivenditore clandestino d’armi senza essere scoperto dalla polizia informatica?

Ricordo che secondo gli organi di stampa1, Ali Sonboly aveva addirittura chiesto l’aiuto di un 16 enne afghano, afflitto anche lui da gravi problemi psichiatrici e conosciuto in clinica, per aprire un secondo account Facebook falso. Quest’operazione non richiede una grande capacità tecnica ma può essere coerente con il precario stato clinico di Ali Sonboly il quale fino a settembre del 2015 si trovava ancora in una clinica specializzata nel curare disturbi psichici. Ma allora non si riesce veramente a capire come lo stesso Ali, il quale aveva avuto bisogno dell’aiuto tecnico di un minorenne anch’egli psicolabile per aprire un semplice account Facebook falso, sia stato in grado di entrare nell’illegale ed estremamente pericoloso mondo del deep web senza essere scoperto seduta stante dalle unità speciali della polizia informatica che da anni lì operano per stroncare colossali traffici illegali transnazionali, come lo scambio di materiale pedo-pornografico, di droghe, di armi e via discorrendo.

  1. Secondo un articolo dell’inviata da Monaco del Corriere della Sera Giusi Fasano, Ali Sonboly si sarebbe recato nel 2015 ancora minorenne per ben due giorni a Winnenden, luogo teatro di una strage in un liceo nel 2009. Questa teoria sta in piedi oppure no?

Questo articolo del Corriere2, il quale è ancora presente su Internet, è assolutamente infondato: non si capisce infatti come abbia fatto un minorenne, il quale ricordiamolo prendeva regolarmente psicofarmaci tali da distruggere la vitalità anche di un uomo maturo e robusto, a recarsi per due giorni da solo in una località situata a 250 km da Monaco. Possiamo presupporre che ci sia andato per un solo giorno ma se poniamo per vera la versione dell’inviata del Corriere secondo la quale Ali è rimasto in quel paese per due giorni, allora dobbiamo riflettere sul fatto che debba aver dormito lì da qualche parte. Tuttavia essendo stato minorenne, avrebbe dovuto presentare un’autorizzazione scritta da parte dei genitori per poter pernottare in un hotel, motel, albergo, ostello della gioventù o in qualsiasi altra stazione ricettiva. Inoltre la minore età del richiedente, assieme al suo precario stato psichico legato all’assunzione dei farmaci, avrebbe attirato subito l’attenzione dei dipendenti i quali sarebbero stati obbligati per legge a chiamare la polizia o perlomeno i genitori del minorenne. Ricordo che la versione ufficiale dell’articolo dell’inviata del Corriere è che Ali si è recato a Winnenden come forma di “pellegrinaggio” nel luogo della strage avvenuta in una scuola superiore nel 2009 ad opera del 16enne Tim Kretshmer, nella quale vennero uccise 15 persone. Secondo la polizia il ragazzo scattò anche delle foto della scuola teatro della strage anche se tali foto non sono ancora state presentate alla stampa. Seguendo il comune senso della ragione, non possiamo fare altro che presupporre che la giornalista del Corriere abbia preso un abbaglio grande come una casa nello scrivere che il ragazzo ancora minorenne sia rimasto a Winnenden per due giorni. A meno che Ali non avesse avuto in loco degli amici o degli appoggi a noi sconosciuti che gli abbiano offerto un posto letto per la notte.

  1. Come ha fatto Ali Sonboly ad accumulare la bellezza di 4.350,00 Euro necessari per l’acquisto di una pistola modello Glock 17 e di 350 munizioni?

Secondo la versione ufficiale della polizia, poi riportata dai media ufficiali, Ali Sonboly avrebbe speso ben 4.350,00 Euro per comprare una pistola modello Glock 17 con caricatore incluso da 17 colpi e 350 munizioni3 4 5. Questo è uno dei punti francamente più inspiegabili e che meriterebbe un’indagine approfondita: non si capisce come abbia fatto un 18enne il quale frequentava ancora la scuola superiore presso una classe di recupero, il quale nel 2015 ancora minorenne era rimasto per 2 mesi in una clinica dov’era seguito da un equipe di medici e psichiatri6, a trovare tutti quei soldi per acquistare l’arma e le munizioni. Secondo la versione ufficiale, Ali lavoricchiava distribuendo giornali casa per casa ma faccio notare che di norma tale occupazione in Germania richiede un impegno massimo di 15 ore la settimana e prevede una retribuzione massima di 450 Euro al mese; tale occupazione altro non è che uno dei tanti cosiddetti mini jobs che tanto hanno fatto la fortuna (o la sfortuna) del modello tedesco e che vengono utilizzati soprattutto da studenti ma anche da disoccupati o lavoratori poveri per arrotondare il reddito. Sempre usando la logica, ci si sarebbe dovuti chiedere dove abbia trovato Ali Sonboly la continuità di lavorare per almeno un anno in questa attività part – time e sottopagata, anche tenuto conto che fino a settembre dell’anno scorso si trovava ancora in clinica per la terapia7 8. Ciò significa che se presupponiamo che Ali abbia lavorato con una certa continuità da ottobre ad inizio luglio, allora avrebbe accumulato i soldi per circa 8 – 9 mesi, un pò pochetti per arrivare a 4.350,00 Euro, non trovate? Inoltre abbiamo anche una testimonianza diretta di un vicino di casa della famiglia Sonboly, riportata perfino dal prestigioso quotidiano londinese The Guardian, secondo la quale egli aveva notato che Ali era spesso svogliato e pigro nello svolgere la mansione tanto che non era raro vederlo gettare i giornali nella spazzatura invece che distribuirli9.

  1. Come ha fatto Ali Sonboly ad addestrarsi a sparare in soli 4 giorni?

Onestamente questo è il punto più assurdo a cui non ho ancora trovato una risposta soddisfacente: sempre stando a ciò che ci hanno comunicato la polizia e gli inquirenti tedeschi, Ali Sonboly si sarebbe recato per due volte nella cittadina di Marburg a 100 km a nord di Francoforte. La prima volta è stata il 20 maggio quando cioè Ali avrebbe acquistato in loco solamente la pistola senza le munizioni, mentre il 18 luglio si sarebbe recato sempre a Marburg dallo stesso venditore per acquistare le 350 munizioni10 11. A parte l’evidente assurdità di farsi due volte un viaggio di 12 ore totali in pullman rischiando così di farsi beccare altrettante volte dalla polizia durante un banale controllo, non si riesce a capire perché mai Ali abbia acquistato le munizioni a soli 4 giorni della strage, avvenuta il 22 luglio, e sia riuscito in tale brevissimo lasso di tempo ad addestrarsi. Ricordo che durante la strage Ali aveva sparato un totale di 57 colpi, più l’ultimo che si era tenuto per sé, colpendo in totale 44 obiettivi mobili, per l’esattezza facendo 9 morti e 35 feriti12 13. Ricordo al lettore che tutti i bersagli erano in movimento dal momento che stavano fuggendo in preda al panico, ergo lo stupore per il lusinghiero risultato aumenta ancora di più. Mi sembra alquanto improbabile, per usare un eufemismo, che Ali fosse riuscito ad addestrarsi a sparare con tale modello di pistola in soli 4 giorni e sia riuscito a colpire 44 obiettivi mobili su 57, per di più in uno spazio aperto. Tuttavia nelle ultime settimane è emersa un’altra versione della polizia che avrebbe potuto e dovuto spiegarci nei dettagli le modalità dell’addestramento, ma come vedremo subito nel punto successivo risulta anch’essa contraddittoria ed assurda.

  1. Secondo un articolo pubblicato di recente sulla Bild, la polizia ora ci dice che Ali Sonboly si sarebbe addestrato nella cantina del condominio dove viveva con la famiglia. Risulta plausibile una simile versione?

Direi proprio di no a meno che non ammettiamo che per i vicini di casa fosse normale sentire spari di pistola in cantina oppure che tutti i condomini fossero sordi come delle campane. Ma andiamo per ordine: in data 5 ottobre il giornale scandalistico Bild pubblica un articolo14 nel quale si dà conto di quelle che sarebbero state le concrete modalità d’addestramento utilizzate da Ali Sonboly per imparare a mirare e sparare. Non occorre che io vi menzioni il fatto che sebbene risulti essere il quotidiano più letto e venduto in Germania, il che dovrebbe aprire uno squarcio sul livello culturale anche nel civile mondo teutonico, la Bild rimane pur sempre un tabloid scandalistico al pari della nostra Novella 2000 o anche peggio, per intenderci. Quindi tutto ciò che viene scritto e dato in pasta ai maiali dovrebbe essere preso con 10mila molle. Comunque sia l’articolo, sempre facendo riferimento a fonti ufficiali della polizia, ci dice in pratica che Ali si è allenato a sparare in cantina contro i muri e senza silenziatore, senza che tuttavia nessun vicino di casa o inquilino se ne sia accorto. Capite anche voi che questa nuova versione è ancora più paradossale rispetto a quelle precedenti: provate voi a sparare in un luogo piccolo e chiuso come una cantina senza silenziatore e senza neanche le apposite cuffie e poi fatemi sapere se non sarete diventate sordi al terzo sparo. Ma se il diavolo si vede dai dettagli, allora sappiate che la forza pubblica ci comunica di aver rinvenuto dei bossoli ancora presenti per terra e dei fori sui muri oltre che ben 100 munizioni. Come ho già avuto modo di spiegare nell’ultimo articolo, nel momento in cui il corpo già esanime di Ali Sonboly era stato rinvenuto dalla polizia, dentro il suo zaino erano stati trovati circa 300 munizioni il che è coerente con la versione ufficiale della polizia secondo la quale il giovane si sarebbe procurato 350 munizioni. Tenendo conto che Ali aveva sparato un totale di 58 munizioni (inclusa l’ultima che si è tenuta in serbo per lui), allora i conti almeno formalmente tornavano. Ed invece cosa ci dice ora la polizia? Di aver ritrovato ALTRE 100 munizioni in cantina. Ma a questo punto il totale ammonterebbe a 450 munizioni, il che è in contrasto con la precedente versione ufficiale che faceva riferimento a “sole” 350 munizioni. Da dove saltano fuori questi ulteriori 100 proiettili? Inoltre non si capisce perché mai Ali non abbia pensato di eliminare i bossoli dei proiettili già sparati dalla cantina per non incorrere nel rischio di lasciare sul terreno delle prove schiaccianti del suo addestramento. Possibile che fosse veramente così scemo e/o pazzo? Ma a mettere un ulteriore pizzico di pepe a questa versione già di per sé piccante è l’ulteriore particolare per cui la polizia avrebbe trovato un video fatto dal futuro stragista nel quale lo stesso Ali si riprende mentre si esercita a sparare in cantina. Penso sia inutile dirvi che tale video, così come altre prove annunciate dalla polizia e mai presentate (vedi punto 10), non sia mai stato esposto alla stampa, la quale logicamente non insorge.

  1. E’ veramente plausibile pensare che Ali Sonboly si sia recato da solo in pullman a Marburg per acquistare la pistola e le munizioni?

Questo è un altro punto quasi completamente ignorato dalla stampa mainstream e per il quale sarebbe necessario porsi almeno qualche domanda. Se guardate voi stessi su Google Maps, vedrete che la piccola-media città di Marburg (80mila abitanti) si trova a circa 100 km a nord di Francoforte; è possibile raggiungerla in treno o tramite pullman e nella seconda modalità, quella scelta da Ali, da Monaco di Baviera ci vogliono 6 ore per andarci ed altrettante per tornarci. Ma teniamo pure per buona l’ipotesi che Ali abbia conosciuto il fornitore sul deep web ed abbia concordato un incontro con lui il 20 maggio e poi il 18 luglio sempre a Marburg: secondo voi in entrambi i casi Ali avrebbe avuto un contatto telefonico del rivenditore con sé? Io direi presumibilmente di sì dal momento che Ali si sarebbe dovuto recare in pullman in una località per lui sconosciuta, ossia Marburg, e poi da lì appena prendere i mezzi pubblici locali per recarsi al luogo d’incontro. Senza un previo contatto telefonico da chiamare in caso d’emergenza o anche solo per chiedere delle delucidazioni, il povero Ali molto probabilmente si sarebbe perso e di conseguenza sarebbe entrato in panico. Oppure credete veramente che nella sua follia avrebbe corso il rischio di farsi 12 ore di pullman senza la sicurezza di incontrare la persona giusta al posto giusto? Se invece ci fosse stato qualcun’ altro con lui, di sicuro tutte queste ansie e preoccupazioni sarebbero scemate. Sarebbe interessante poi sapere se la polizia ha pensato bene di controllare il tabulato telefonico di Ali subito dopo aver rinvenuto il suo corpo; non avendo avuto molti amici, non sarebbe stato arduo risalire al contatto telefonico del rivenditore di Marburg, incontrato da Ali appena 4 giorni prima della strage. Faccio inoltre notare che secondo i medici che l’avevano in cura, Ali tra le varie patologie soffriva anche di una grave forma di fobia sociale tale per cui era terrorizzato anche solo di fare nuove amicizie o addirittura era imbarazzato nel dire Guten Tag alla vicina di casa15. Mettendovi la mano sul cuore, credete veramente che una simile persona così imbottita di psicofarmaci e col terrore di stare al contatto con gli altri, avesse trovato il coraggio di incontrarsi con un criminale a lui sconosciuto dall’altra parte della Germania e con la possibilità non così remota di finir male? E tutto questo da solo? Inoltre sarebbe curioso sapere come Ali abbia giustificato l’assenza da scuola ai genitori ma, essendo già maggiorenne, avrà probabilmente firmato lui stesso la giustificazione dell’assenza sul suo libretto scolastico personale senza che i genitori potessero sapere alcunché.

  1. Se Ali Sonboly aveva preso come modello di riferimento Tim Kretshmer e se odiava a tal punto i suoi compagni di classe che lo avevano mobbizzato per anni, perché non aveva colpito direttamente la sua scuola?

Anche questa è una bella domanda a cui in tutta onestà non so dare una risposta: certo fa specie riflettere sul fatto che Ali Sonboly si fosse addirittura recato fino a Winnenden, teatro della strage in un liceo nel 2009, come forma deviata di pellegrinaggio e facendo anche delle foto della scuola e poi avesse deciso di colpire a caso in un Mc Donald’s qualunque. Perché non aveva deciso di vendicarsi direttamente sui suoi compagni carnefici invece che ammazzare dei perfetti sconosciuti? Ah sì giusto, era pazzo…Ma il prossimo punto è ancora più strano.

  1. Come mai Ali Sonboly aveva deciso di colpire in un Mc Donald’s lontano da casa sua quando ne aveva almeno 9 molto più vicini, di cui uno perfino a 5 minuti a piedi da casa sua?

Senza timor alcuno di essere smentito, posso in tutta tranquillità affermare di essere l’unico essere vivente e pensante nell’emisfero occidentale ad essermi posto tale quesito ed averlo messo nero su bianco sul mio blog16. Ho cercato dappertutto sulla rete ma non ho trovato nessun altro blogger, figuriamoci un giornalista, che si sia fatto questa domanda. Eppure chiunque se la sarebbe potuta fare utilizzando Google Maps: se scrivete “Dachauer Strasse 69, Monaco di Baviera”, potrete infatti notare che intorno al condominio dove abitava la famiglia Sonboly fino al giorno della strage ci sono tuttora almeno 9 Mc Donald’s raggiungibili in poco tempo con il tram o la metro. Ora non ho sotto mano il relativo indirizzo ma è presente addirittura un Mc Donald’s raggiungibile a soli 5 minuti a piedi dalla casa di Ali! Se non ci credete, vi chiedo di dare una lettura veloce ad uno dei miei articoli precedenti nel quale avevo riportato l’indirizzo anche di tale Mc Donald’s. La domanda dovrebbe sorgere spontanea: perché diavolo Ali Sonboly aveva deciso di colpire in uno dei Mc Donald’s più lontani quando ne aveva ben altri più vicini a casa sua? Perché, stando sempre alla versione ufficiale, si era fatto mezz’ora di tram quando ce n’erano altri raggiungibili a piedi in pochi minuti od in circa 10 minuti con la metro? E’ sufficiente affermare che era matto da legare e chiudere così la discussione? Vi ricordo che gli altri Mc Donald’s più vicini sarebbero stati ancora maggiormente appetitosi per un’eventuale strage rispetto a quello effettivamente colpito dal momento che si trovavano in zone più centrali e quindi a maggior densità di turisti e giovani. Per i cultori del complottismo, sappiate che il Mc Donald’s colpito si trovava, anzi si trova tuttora visto che non l’hanno chiuso, nel quartiere olimpico, lo stesso dove durante le Olimpiadi del ’72 si era verificata la presa in ostaggio di 9 atleti israeliani da parte di un commando palestinese. La palazzina dove gli atleti israeliani furono costretti a restare prigionieri per poi essere uccisi in uno scontro a fuoco in aeroporto, è ancora lì e si trova a circa 20 minuti a piedi dal luogo della strage del 22 luglio. Messaggio per chi doveva capire? Per ulteriori approfondimenti si prega di leggere i miei articoli precedenti.

  1. Come e quando è stato arrestato il fornitore della pistola e delle munizioni ad Ali? Anche in questo caso ci sono delle stranezze che non tornano?

I giornali tedeschi mainstream ci hanno comunicato all’unanimità in data 16 agosto che a neanche 3 settimane dalla strage era stato arrestato a Marburg, suo comune di residenza e lo stesso dove era avvenuta la compravendita fisica con Ali, il venditore delle armi (pistola Glock 17 + 350 munizioni). Tuttavia la stranezza, almeno a mio modesto modo di vedere, risiede nelle modalità con le quali si è giunti all’arresto: infatti la polizia ci dice che in pratica il fornitore è stato arrestato per caso poiché gli agenti in incognito, i quali si erano finti dei potenziali acquirenti, stavano indagando su un altro filone legato alle vendita illegale di armi che almeno ufficialmente nulla aveva a che fare con il caso di Sonboly. Preso contatto con tale acquirente, secondo gli agenti egli stesso si sarebbe vantato di essere stato lui ad aver venduto l’arma e le munizioni ad Ali Sonboly17. Da tale fortunatissima ed improvvida rivelazione sarebbero scattate le manette. Ora signore e signori, voi tutti lettori colti siete consapevoli di quanto la stupidità umana raggiunga ogni giorno delle vette considerate appena il giorno prima irraggiungibili ma credete veramente che a neanche tre settimane dalla strage che aveva insanguinato e sconvolto la Germania, questo rivenditore illegale potesse essere così pollo da rivelare di essere stato lui a vendere l’arma allo stragista? Di solito si presuppone che chi naviga sul deep web prenda tutte le precauzioni del caso per non essere scoperto dalla polizia informatica poiché chiunque frequenta quel mondo sa che la polizia controlla assiduamente i siti illeciti e arresta i criminali anche e soprattutto grazie all’intervento di agenti infiltrati. Ed ora ci dicono che questo gonzo aveva scritto a dei perfetti sconosciuti di aver venduto le armi ad Ali Sonboly mentre la Germania era ancora sotto shock per la strage? Io da cripto – complottista quale sono dico che il fornitore era seguito da diverso tempo, e non da ieri, ma che per motivi sconosciuti a noi comuni mortali si era deciso di non intervenire prima con l’arresto. Voi che dite? Prendiamo pure per buona la teoria della stupidità umana in espansione entropica ed andiamo avanti.

  1. Perché subito dopo la strage la polizia aveva voluto mettere in risalto gli “ovvi” collegamenti ideologici tra l’attentatore di Monaco e la strage compiuta da Breivik in Norvegia esattamente 5 anni prima? Quali sono le prove a favore di questa teoria? Sono mai state presentate alla stampa?

Chiariamo subito che, a parte la coincidenza relativa alla data delle due stragi avvenute entrambe il 22 luglio, non è finora stato possibile per la stampa visionare le prove concrete di un simile collegamento. Nelle ore immediatamente successive alla strage un ex compagno di Ali aveva dichiarato che lo stragista qualche ora prima di dare il la alla sanguinosa sparatoria aveva modificato la foto del suo profilo di Whatsapp in quella di Breivik18 19. Ebbene qualche giornalista ha potuto vedere questa fantomatica foto del profilo di Ali modificata in quella di Breivik? Da quanto mi risulta, direi di no. Io stesso ho girato in lungo e in largo il web ma non ho trovato traccia di questa foto. V’è poi un’altra presunta prova che tuttavia non è mai stata resa pubblica: secondo la conferenza stampa tenuta il giorno dopo la strage, il 23 luglio, il capo della Polizia di Monaco aveva dichiarato che gli agenti che avevano fatto irruzione nella camera del ragazzo, avevano trovato tra le varie cose nel suo computer una specie di manifesto – testamento nel quale Ali avrebbe scritto le sue motivazioni20 21. La polizia aveva dato conto che questo era un chiaro segno che il ragazzo si era ispirato alla strage avvenuta sempre il 22 luglio di 5 anni fa nell’isola di Utolya in Norvegia proprio perché anche Breivik nel corso degli anni antecedenti la strage aveva scritto una specie di manifesto politico nel quale esprimeva la sua personalissima visione del mondo. Fatto sta che il fantomatico manifesto di Ali Sonboly non è mai stato presentato alla stampa e quindi nessun giornalista ha potuto vederlo ed analizzarlo. Nonostante io sia convintamente ateo, in tal caso mi rifaccio al famoso motto di San Tommaso D’Aquino: “Se non vedo, non credo.” Non sto dicendo che queste prove non siano mai esistite; chiedo solo da comune cittadino curioso e scettico per tradizione delle versioni ufficiali di poterle vedere. Chiedo tanto? In questo particolare periodo storico evidentemente sì.

  1. E’ vero che alcuni quotidiani online tedeschi avevano scritto che Ali Sonboly si sarebbe allenato col padre durante una vacanza in Iran nel dicembre 2015?

In effetti il quotidiano online Express aveva scritto che Ali si sarebbe addirittura allenato a sparare con il padre durante una vacanza in Iran22, paese natale del papà. Probabilmente si è trattata dell’ennesima bufala sul web e pertanto, in totale assenza di fonti dirette e di testimoni che possano avvalorare questo scenario al limite della spy story, questa ipotesi dev’essere per il momento accantonata. Tuttavia sarebbe perlomeno curioso rintracciare il giornalista che ha diffuso tale notizia – bufala e chiedergli se aveva delle fonti valide per avvalorare tale teoria. In attesa che la liberissima stampa tedesca si muova, accantoniamo pure la teoria dell’addestramento in Iran con il padre per almeno i prossimi 134 anni.

  1. E’ vero che l’intera famiglia Sonboly è entrata in un programma di protezione testimoni subito dopo la strage?

Questo è un fatto assodato il quale è stato riportato da diversi organi di stampa ufficiali23 24 25 26 e non in qualche oscuro e delirante “blog complottistico”. Subito dopo la strage l’intera famiglia, incluso anche il fratello minore di 14 anni di Ali, era stata prelevata e portata in un luogo segreto a causa di diverse minacce di morte giunte da sconosciuti. La domanda che un giornalista serio avrebbe dovuto porsi è chi avrebbe potuto minacciare di morte la famiglia dell’attentatore. Le categorie sarebbero state solo due: o parenti e familiari delle vittime che ancora scossi dalla rabbia avrebbero voluto vendicarsi sulla famiglia oppure neonazisti o razzisti in senso lato imbufaliti per le origini iraniane dello stragista. Vi vengono in mente altre categorie? Tuttavia da profano mi chiedo se non c’era forse la possibilità di garantire la sicurezza in altri modi, come per esempio un servizio costante e se necessario anche mobile di scorta armata, invece che far trasferire la famiglia in un altro luogo. Inoltre vi sarebbe da considerare che trasferendo la famiglia in un’altra città con eventualmente anche un’altra identità, la polizia avrebbe dovuto garantire una compensazione economica rilevante per la perdita del posto di lavoro subita dai genitori. Un’altra domanda pertinente sarebbe stata quella di chiedere come facessero i minaccianti a conoscere l’indirizzo della famiglia o il numero di telefono appena qualche ora dopo la sanguinosa sparatoria. Una cosa è certa: dopo tale decisione della polizia qualunque giornalista che desiderasse intervistare il padre, sarebbe obbligato a chiedere l’autorizzazione all’apposito organo di vigilanza il quale sarebbe comunque libero di rifiutarsi di concederla. In ogni caso un’eventuale intervista non sarebbe scevra da pressioni ambientali e di conseguenza le risposte ben difficilmente potrebbero rivelarsi spontanee o del tutto libere, senza inoltre considerare che l’intervista avverrebbe sotto lo sguardo indiscreto dei poliziotti e delle telecamere di sorveglianza. Es ist wirklich eine Schade…

Queste sono le 12 domande che ho ritenuto essere le più rilevanti per quanto concerne il caso di Ali Sonboly e a cui io, da semplice espatriato italiano, non sono ancora in grado di trovare una risposta. Certo vi sarebbero altri particolari da analizzare come per esempio quello relativo al video amatoriale nel quale si sente Ali urlare che “lui viene da un ambiente Hartz IV (nome del sussidio di disoccupazione tedesco nda)”, quando ciò non corrisponde a realtà visto che entrambi i genitori lavoravano e che la famiglia viveva nel quartiere borghese e centrale di Maxvorstadt27, dove i disoccupati si contano sul numero delle dita. Oppure qualche volenteroso apostolo potrebbe chiedersi come mai il direttore dello Zeit Giovanni di Lorenzo in un’intervista con Repubblica a ridosso delle prime sparatorie avesse parlato chiaramente di più attentatori e non di uno solo28. Questi come altri particolari li potete trovate nelle puntate precedenti di questa saga bavarese che ormai è entrata a pieno titolo nel dimenticatoio della storia, com’è giusto che sia.

Come promesso all’inizio dell’articolo, questa è l’ultima volta che mi occupo di questo caso a meno che non emergano nei prossimi mesi dei nuovi articoli sulla stampa ufficiale che facciano luce su aspetti particolari della vicenda. In quel caso vi terrò aggiornati, statene certi.

1 http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_25/preparava-strage-un-annopistola-comprata-dark-web-9d366c18-51e1-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1.shtml

2 Ivi.

3 http://www.spiegel.de/panorama/justiz/amoklauf-in-muenchen-vater-spricht-von-morddrohungen-gegen-die-familie-a-1105514.html

4 http://www.bild.de/news/inland/amoklauf-muenchen/darknet-waffenhaendler-muenchen-amok-killer-freundin-47367420.bild.html

5 http://www.express.de/news/politik-und-wirtschaft/amoklauf-von-muenchen-waffenhaendler-bunkerte-geheime-pistolenkiste-in-koeln-24602418

6 http://www.pi-news.net/2016/07/ali-david-sonboly-in-vorbereitungsklasse/

7 Ivi.

8 http://www.abendzeitung-muenchen.de/inhalt.hintergruende-und-fakten-amoklauf-in-muenchen-der-taeter-nannte-sich-hass.993f537f-58c7-4d85-a031-ab675f23df0a.html

9 https://www.theguardian.com/world/2016/jul/23/munich-shooter-olympia-shopping-centre-locals

10http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/16/news/terrorismo_strage_monaco_arrestato_31enne_che_vendette_pistola_a_sonboly-146110578/

11 http://www.tpi.it/mondo/germania/polizia-tedesca-arrestato-uomo-venduto-arma-attentatore-monaco

12 http://www.rischiocalcolato.it/2016/07/un-18enne-solo-depresso-tenuto-scacco-la-germania-credeteci-occhio-alle-conseguenze.html

13https://de.wikipedia.org/wiki/Amoklauf_in_M%C3%BCnchen

14 http://www.bild.de/regional/muenchen/amoklauf-muenchen/amok-killer-uebte-im-keller-48150188.bild.html

15 https://www.theguardian.com/world/2016/jul/23/ali-sonboly-munich-massacre-mcdonalds

16http://deutschevita.altervista.org/sogno-o-sion-desto-22/

17http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/16/news/terrorismo_strage_monaco_arrestato_31enne_che_vendette_pistola_a_sonboly-146110578/

18 http://www.mirror.co.uk/news/world-news/munich-gunman-had-image-neo-8481707

19 http://www.dailymail.co.uk/news/article-3704706/Munich-murderer-18-picture-mass-killer-Anders-Breivik-WhatsApp-profile-police-probe-obvious-link-two.html

20 https://www.welt.de/politik/article157250342/Was-wir-ueber-die-Familie-des-Amoklaeufers-wissen.html

21 http://www.bbc.com/news/world-europe-36874497

22http://www.express.de/news/politik-und-wirtschaft/muenchen-amoklaeufer-ali-david-sonboly-hatte-offenbar-waffentraining-im-iran-24507402

23 https://www.muenchen.tv/vater-des-oez-amoklaeufers-wir-weinen-mit-ihnen-183833/

24 http://www.abendzeitung-muenchen.de/inhalt.einen-monat-nach-dem-amoklauf-vater-von-ali-david-s-zu-opfer-eltern-wir-trauern-und-leiden-mit-ihnen.097a8760-bda7-431b-8485-5cb3c1ba9486.html

25 https://www.contra-magazin.com/2016/08/muenchen-nichts-ist-wirklich-aufgeklaert-teil-4/

26 http://www.bild.de/regional/muenchen/amoklauf/9-fakten-zum-muenchner-amoklauf-47056812.bild.html

27https://it.wikipedia.org/wiki/Maxvorstadt

28http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/23/news/giovanni_di_lorenzo_siamo_sotto_shock_come_negli_anni_70_il_rischio_e_che_cambi_la_politica_tedesca_-144691315/

Una risposta a “Le 12 fatiche del nuovo Ercole Ercoli”

  1. Se ha scelto proprio quel locale bisogna vedere chi quel giorno si trovava all’interno
    e se e’ riuscito a scampare alla sparatoria, magari i morti sono vittime casuali che si
    sono frapposte fra il bersaglio e il killer.

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