Banali considerazioni sulla Germania

Qualche volta l’illuminazione avviene quando meno te l’ho aspetti. Dal 2016 per motivi di lavoro mi devo recare una volta l’anno in una località nel Brandeburgo, ad un’ora circa da Berlino. Va da sé che per arrivare in quel posto, devo prendere l’autostrada. Ebbene sono appunto 3 anni che devo fare la stessa strada, andata e ritorno, lungo l’autostrada ed ogni anno non posso far altro che imbattermi sempre nei medesimi e giganti cantieri, che sembrano non finire mai. Più che cantieri dovremmo parlare di voragini senza fondo, che sembrano immutabili ogni volta che ci si passa accanto. Ogni anno dal 2016 rimango imbottigliato in un traffico a non finire, in file di tir sterminate ed in incidenti stradali, causati dall’inevitabile accorciamento delle corsie autostradali necessario per permettere il prosieguo dei lavori, ma che non tiene conto del traffico intenso che avrebbe bisogno di almeno 4 corsie di marcia. Tuttavia quest’anno abbiamo raggiunto un record: allo storico maxi cantiere, che puntuale fa capolino in una determinata zona del Brandeburgo e che ogni anno dovrebbe essere completato l’anno seguente, se ne sono aggiunti altri nuovi di zecca, mai visti prima. Sono rimasto intrappolato 2 ore, senza nemmeno la possibilità materiale di uscire dall’autostrada nonostante avessi notato degli svincoli. Questo perché ad un determinato punto, dove era presente sulla destra la fatidica uscita, non era tecnicamente possibile imbeccarla per il semplice fatto che in mezzo erano presenti dei cantieri insormontabili da superare. Era proprio impossibile! Ergo ho dovuto sorbirmi altri chilometri di fila, con tir ad ogni dove, intervallati tra l’altro da un brutto incidente stradale che ha rallentato ulteriormente i tempi.

Apro parentesi: in 2 ore ho contato almeno 3 incidenti. Quando finalmente sono riuscito ad imboccare la prima tangenziale libera per uscire e recarmi verso Berlino, dall’alto del ponte ho avuto la visione di 2 autostrade che si incrociavano e che entrambe erano colme all’inverosimile di migliaia di macchine e tir in file senza una fine apparente. Non oso nemmeno immaginare cosa debbano provare i pendolari che ogni giorno da anni devono affrontare questi cantieri eterni, con gli inevitabili intasamenti del caso. Tutto questo avviene quotidianamente nelle autostrade che circondano la capitale Berlino, ma nel resto della Germania la situazione è la medesima se non peggiore. Mi ricordo che, quando andai in Sassonia, dovetti percorrere circa 40 chilometri di cantieri senza soluzione di continuità. Altro particolare interessante: anche in Italia è risaputo che nelle autostrade tedesche non vi sono limiti di velocità. Tutto vero, a patto però che non ci si imbatta nei cantieri, cosa impossibile da evitare. In tal caso i limiti in prossimità dei lavori possono essere anche di 60 km/h (in autostrada, lo ricordo) e guai a fare i furbetti, visto che gli autovelox automatici sono presenti ad ogni angolo. Li ho visti con i miei occhi.

Cosa voglio dire con questo sfogo? Semplicemente che quando si parla di grandi temi geopolitici come la Brexit o la crisi dell’Unione Europea, forse bisognerebbe partire da questioni basiche. La mia illuminazione è stata la seguente: ma se questo è lo stato delle autostrade della nazione più ricca d’Europa, la celebre locomotiva che dà lezioni a tutti, dove pensiamo di andare noi europei? Ma è così strano che i britannici desiderino abbandonare questo progetto? Possibile che nessuno riesca a comprendere l’entità del disastro infrastrutturale, ergo economico, perfino della Germania dopo 10 anni di austerità imposte da Bruxelles e dalla stessa Berlino? Riflettiamo poi su quelle aziende straniere che desiderano investire qui e che devono mettere in conto perdite economiche legate, per esempio, ai ritardi nelle consegne o nell’arrivo delle forniture a loro necessarie. E si badi bene che non ho nemmeno fatto riferimento allo stato pietoso delle ferrovie tedesche, anch’esse interessate da lavori continui di sola manutenzione delle linee già esistenti. Non ho nemmeno parlato del nuovo aeroporto di Berlino, la cui costruzione dura da più di 10 anni, o della nuova stazione ferroviaria di Stoccarda, anch’essa mai finita.

Se questo è il Paese leader d’Europa che ci condurrà fuori dalla crisi, qualche intellettuale ben più colto del sottoscritto dovrebbe porsi delle domande.

2 Risposte a “Banali considerazioni sulla Germania”

  1. Salve,
    visto che questa estate ho passato le vacanze nella zona di Neustrelitz, posso parlare per cognizione di causa.
    Quando parliamo di Germania o Italia, per noi che sappiamo, non possiamo confondere il cittadino tedesco o italiano con le sue istituzioni, perche’ le istituzioni non riflettono il cittadino.
    La Germania come qualsiasi altra nazione europea fa i conti con la perdita del suo potere geopolitico, l’Europa dopo il secondo conflitto e’ stata sterillizzata e serve solo come pozzo da cui attingere risorse.
    La politica e’ risaputo che nell’era attuale e’ la faccia della disonesta’, nessun bambino si sogna di diventare fin da piccolo un politico, generale degli eserciti oppure amministratore delegato di una multinazionale, perche’ e’ stato insegnato che prima viene l’onore e la fedelta’ e mai l’inganno e la disonesta’.
    Ecco chi conduce i paesi europei non ha queste doti, e’ un predatore famelico che succhia la vitalita’ ma non dona nulla per la crescita e la prosperita’ della comunita’. E’ vergognoso paragonare i cittadini con le istituzioni, perche’ le istituzioni sono blindate e autorefenziali, sono alieni alla societa’ in cui vivono.
    I governi europei lavorano tutti contro l’europa, e’ vero che l’unita’ fa la forza, ma in questo caso si vuole l’unita’ per depredare i popoli e servire il paese straniero. In quanto alla brexit io ho l’idea che gli “inglesi” che hanno sempre seminato zizzania sul continente vogliono piu’ risorse a loro favore, noi sentiamo parlare di tributi ma bisogna chiedersi a chi vanno in inghilterra questa tributi, la democrazia si fema alla prima domanda e poi segue il silenzio. La democrazia serve solo quando i litiganti sono semplici cittadini quando il litigante e’ una entita’ astratta allora il cittadino soccombe e non avra’ mai giustizia.
    La democrazia e’ uguale all’avvento del cristianesimo nella caduta dell’impero romano, tutti sono uguali diceva il vangelo, eppure dopo la presa la potere di questa piccola setta le gerarchie sono rimaste e i dissidenti perseguitati.
    Uguale per la rivoluzione francese, americana e russa, una piena di sangue,
    sangue versato dai popoli manovrati da alieni.
    Ecco io difendo i popoli dalla manipolazioni della cosiddetta elite, le ideologie non vengono dal popolo ma dagli eletti (Elite), da coloro che vogliono il potere e si servono della propaganda per sollevare i popoli, nella rivoluzione francese oppure come nell’iran o nella siria, sono le classi emergenti che con il cosiddetto embargo tramano per prendere il potere, ricordi il cavallo di troia che distrusse la citta’, i nostri nemici vestono la stessa nostra pelle sopra la loro vera pelle.
    Noi, cittadini mai penseremmo di fare la guerra ad una nazione straniera lontana migliaia di chilometri di cui non conosciamo l’esistenza, ma con le dovute manipolazioni del governo diventa una “crociata” al terrorismo ieri agli infedeli.
    Abbasso la squola! Non e’ un errore, ma anche le parole sono state cambiate.
    Grüße aus Venedig

  2. Buongiorno,

    innanzitutto mi scuso per il ritardo nella mia risposta ed al tempo stesso la ringrazio per avermi suggerito, direi poco più di 1 anno fa, di leggere il Piccolo Principe e il Manifesto di quell’altra mente geniale che noi due conosciamo. Soprattutto nel secondo documento sembra di leggere un resoconto dei giorni nostri, in special modo quando lui descrive la mentalità del tipico attivista di “sinistra”. La ringrazio ancora.

    Per quanto riguarda l’idea di distinguere nettamente tra cittadini ed istituzioni, in linea di principio sono d’accordo con lei ma poi, riflettendoci, non ne sarei poi così sicuro. L’idea che gli uomini di potere al comando delle maggiori istituzioni di un determinato Paese siano completamente diversi dal “popolo” buono ed originario, non mi convince fino in fondo. Alcune alte politiche economiche di una nazione come la Germania, poniamo, le quali si basano sul risparmio e sul rigore in tutti i sensi, non sono poi così dissimili dalla mentalità del tedesco medio. La tendenza a risparmiare, a comprare anche un vestito di seconda mano al Trodelmarkt la domenica mattina, la preferenza a spendere poco e a mangiare cibo di bassa qualità al Lidl, e via dicendo, sono azioni che milioni di tedeschi compiono ogni giorno. Il problema è che la considerano una virtù e non sempre lo fanno perché costretti, anzi. Il risparmio, spinto fino alla miopia poiché è necessario prima o poi investire anche somme importanti per obiettivi alti, da secoli è dentro il DNA di molte di queste persone. Saranno state le tragedie da loro subite a partire dalla Guerra dei Trent’anni, passando per l’ingiustizia programmata a tavolino di Versailles, non saprei. Di conseguenza non c’è da stupirsi se anche i loro governanti ritengano i sud europei come delle cicale, che spendono i loro soldi a donne ed alcool, come ebbe a dire qualche anno fa un importante commissario olandese. Ho detto olandese perché la mentalità calvinista non è in fondo tanto diversa da quella luterana; si potrebbe anzi dire che ne sia un’evoluzione. Personalmente tra le letture di quest’anno la più formativa è stata “L’etica protestante” di Max Weber; ci ho riconosciuto molti tratti che vedo giornalmente.

    Mi scuso se sono stato prolisso ma potrei fare lo stesso ragionamento sui nostri governanti italici, sempre pronti al tradimento ed a servire chiunque abbia anche un minimo di potere. Anche qua non mi stupisco; basta girarsi attorno ed avere a che fare con molti nostri connazionali, pronti a pugnalarti per 2 denari. Questo per dire che forse non è sempre corrispondente al vero questa distinzione tra èlite spietate ed intrinsecamente genocide e popolo da millenni pecora innocente, pronta ad essere tosata in primo luogo, per poi essere macellata (magari tramite riti antichissimi e conosciuti da una cerchia ristretta). Sulla Perfida Albione che semina zizzania, ahimè, come darle torto. Diversi mesi fa scrissi un articolo sulla futura guerra tra la “perfida” Russia ed il continente europeo. Non si dimentichi che Rathenau venne ucciso proprio il 24 giugno (giorno di San Giovanni sacro per gli innominabili) per aver osato firmare un trattato di collaborazione economica e militare con la Russia sovietica (all’epoca non esisteva l’URSS). E stiamo parlando di uno degli uomini più ricchi e potenti dell’epoca. La firma del Trattato di Pace nella veste di Ministro degli Esteri non c’entra nulla, così come il presunto antisemitismo. Dai tempi degli omicidi eccellenti (Cicerone) a quelli contemporanei (mettiamo Pasolini) i mandanti sono di un altro pianeta rispetto agli ignari esecutori. Ancora adesso a Berlino c’è una damnatio memoriae sul luogo dove venne ucciso: nessuna rosa, nessuna corona d’allora istituzionale, nemmeno un sasso visto che lui era ebreo. Dietro la lapide, scritta in ferro arrugginito, procedono inesorabili cantieri moderni; se la immagina una cosa del genere nel luogo dove venne ucciso Aldo Moro in Italia? La Germania non deve mai allearsi con la Russia! Chi tocca quei fili, muore o viene fatto dimettere con uno scandalo ad hoc. Pensi a Willy Brandt con la sua improvvida Ostpolitik.

    Sulla rivoluzione bolscevica ho capito cosa intende. Sul tema pensavo di comprare “Due secoli assieme”. Non so se l’ha letto o se mi può suggerire qualcos’altro.

    Che altro aggiungere? La ringrazio ancora per seguire il mio piccolo spazio fin dai suoi albori. La prossima volta che va a trovare gli Ossis (prime vittime di ciò che gli altri europei stanno vivendo dal 2009), mi faccia un fischio.

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