Senti come piove

Casa SonbolyCosciente che la cosa non vi interesserà minimamente, vi informo comunque che ci sono delle novità per quanto riguarda il caso di Ali Sonboly. Facendo una ricerca sulla rete, ho trovato recenti articoli di giornali rigorosamente mainstream che ci danno conto di alcune novità mica da ridere sul profilo dell’attentatore tedesco-iraniano. Vi comunico fin da ora che queste nuove rivelazioni sono un’ulteriore conferma di come la versione ufficiale della polizia non si regga in piedi ad un primo e superficiale raffronto. Per farla breve ci pisciano senza remore addosso dicendoci che piove copiosamente. Ma passiamo pure ai fatti rivelati dagli organi di riproduzione delle menzogne quotidiane, conosciuti dal piccolo borghese della strada come stampa libera.

Il tabloid scandalistico Bild (specchio o immagine in tedesco nda), che ricordo per l’ennesima volta essere il quotidiano più letto e venduto in Germania, ha pubblicato in data 05.10 sul suo sito Internet un breve articolo nel quale si fa riferimento alle modalità concrete con le quali Ali Sonboly si sarebbe addestrato prima di compiere la strage. Se avrete letto i miei precedenti articoli, vi ricorderete che una delle tante questioni aperte che mi ero posto e a cui non ho ancora oggi trovato risposta è come e dove Ali si fosse allenato a sparare con la pistola modello Glock 17, acquistata secondo la versione ufficiale della polizia sul fantomatico mondo del deep web. Ricordo che sempre la polizia durante la conferenza stampa tenutasi un giorno dopo la strage, ossia il 23 luglio, aveva comunicato come gli agenti intervenuti avessero trovato sul luogo della strage 57 bossoli di proiettili sparati dall’attentatore. Se si tiene bene a mente che Ali era riuscito a colpire in totale 44 persone, per essere precisi facendo 9 morti e 35 feriti, prima di essersi tolto la vita, allora un qualunque giornalista di provincia si sarebbe dovuto porre seduta stante la domanda su come e per quanto tempo il ragazzo si fosse allenato per raggiungere la lusinghiera percentuale di 44 obiettivi colpiti su 57 tentativi. Faccio poi notare che tutti i bersagli erano in movimento poiché in fuga ed in preda al panico, ergo sarebbe stato ancora più difficile per un absolute beginner come Ali raggiungere tale alta percentuale.

Ebbene dopo 3 mesi dalla strage la polizia ci dice ora che prima di entrare in azione, lo stragista si era allenato, pensate un po’, nella cantina del condominio dove viveva! Per avere un’idea precisa delle dimensioni del condominio dove viveva la famiglia Sonboly, vi basti guardare l’immagine che ho messo in copertina. Allora qua capite bene che la pioggia sta cadendo più copiosa che mai e che non dà cenno di smettere; direi proprio che siamo ancora nel bel mezzo della stagione dei monsoni di menzogne. Andando con ordine: secondo le fonti ufficiali della polizia, che avevo già avuto modo di riportare negli articoli precedenti e che avevo desunto da organi mediatici cosiddetti mainstream, Ali Sonboly avrebbe comprato la pistola Glock 17 il 20 maggio mentre le 350 munizioni le avrebbe acquistate sempre dallo steso fornitore il 18 luglio, ad appena 4 giorni dalla strage. Questa versione viene ora in parte smentita da nuove dichiarazioni degli investigatori i quali ci informano dopo 100 giorni dalla strage di aver trovato nella cantina bossoli di proiettili già sparati, tracce di fori sui muri e circa 100 munizioni. Allora in primo luogo non si capisce proprio come abbia fatto il ragazzo a sparare in cantina senza essere scoperto da nessun vicino di casa e senza essere diventato sordo per il micidiale rimbombo che immancabile si verifica sparando in un luogo chiuso. Un particolare importante che è stato messo in evidenza sempre dalla Bild è che non è stato trovato alcun silenziatore in loco, ergo ne possiamo dedurre che gli spari si sarebbero sentiti eccome. Ciò può solo significare che Ali avesse un udito eccezionale a prova di cannone e soprattutto che i vicini di casa o erano dei vecchi rincoglioniti e sordi che non si sarebbero nemmeno accorti dello scoppio di una bomba atomica dietro casa oppure che considerassero nella norma sentire dei spari di pistola in cantina. Avete altre idee in proposito?

Da profano quale sono, mi chiedo poi come mai Ali non abbia pensato di far sparire le prove del suo addestramento, ossia i bossoli, e smaltirli per proprio conto in modo tale da eliminare eventuali prove schiaccianti contro di lui. Un altro aspetto misterioso è come potesse pensare di sparare contro un muro senza preoccuparsi dei fori che sarebbero rimasti ma soprattutto la domanda principale è come fosse possibile che nessun vicino di casa avesse notato questi fori sui muri. Certo, possiamo ben dire che Ali fosse un pazzo depresso che non ci stava con la testa e la discussione finirebbe seduta stante…Un altro elemento contraddittorio rispetto alle versioni precedenti è la presenza delle cento munizioni che, sempre stando alla versione della polizia, sarebbero state trovate in cantina; ciò è in palese contraddizione sia con le versioni precedenti sia con la logica. Stando alla versione ufficiale in vigore prima di questa rivelazione sull’addestramento in cantina, Ali Sonboly al momento della strage avrebbe sparato in totale 57 proiettili, i cui bossoli erano stati trovati dalla polizia scientifica accorsa sul posto, mentre nel suo zaino che teneva ancora addosso dopo il suo suicidio erano stati rinvenuti circa 300 proiettili. Ricordo ai più smemorati che il corpo era stato ritrovato a più di due ore dall’inizio dei primi spari e a circa 1 km dal centro commerciale Olympia e del Mc Donald’s teatri della strage.

Ciò è teoricamente coerente con l’affermazione secondo la quale Ali avesse comprato 350 munizioni presso il deep web: infatti al momento della strage si sarebbe portato appresso tutte queste munizioni, 57 le avrebbe sparate mentre le altre munizioni erano rimaste in zaino per poter essere usate anche in seguito. Ciò non era stato possibile poiché, come tutti sanno, Ali Sonboly si era tolto la vita prima di essere ritrovato esanime dalla polizia a circa 1 km dal luogo della strage. Ora la versione ufficiale cambia anche di parecchio dal momento che la polizia e gli investigatori ci dicono che sono stati trovati altri 100 proiettili presso la sua cantina. Ma da dove saltano fuori queste altre 100 munizioni? Se le 350 munizioni totali comprate da Ali Sonboly erano state o sparate dallo stesso al momento della strage oppure ancora presenti nel suo zaino, da dove arrivano questi altri 100 proiettili? Il totale aggiornato sarebbe all’incirca di 450 munizioni, senza contare quelle che Ali Sonboly avrebbe utilizzato durante il suo addestramento in cantina; ma allora come mai i media ufficiali, che a loro volta avevano preso per oro colato la precedente versione ufficiale della polizia, avevano sempre parlato di 350 munizioni acquistate da Ali Sonboly tra il 20 maggio e il 18 luglio?

Capite bene che le incongruenze nella versione ufficiale risultano sempre più evidenti anche ad uno sguardo non molto profondo. Peccato che nessun giornalista tedesco ma neanche nostrano si sia finora preso la briga di verificare le fonti e metterle a confronto tra di loro. Non so come voi la pensiate ma in tutta onestà mi sembra quantomeno improbabile che un ragazzino 18enne con gravi problemi psichici si sia allenato a sparare in cantina senza silenziatore, e quindi con un rumore pazzesco in fatto di rimbombo, e senza che nessun vicino di casa abbia sentito gli spari o abbia notato i bossoli per terra, lasciati assurdamente sul terreno dal futuro stragista, né tanto meno i fori sui muri. Non si capisce inoltre come mai la polizia abbia dato notizia di questo fantomatico addestramento in cantina appena ora, a più di tre mesi dalla strage, e non subito dopo. Ma la cosa che dovrebbe spingere definitivamente i liberissimi giornalisti tedeschi a chiedere di aprire un’inchiesta ufficiale ed indipendente sui fatti di Monaco è l’ulteriore particolare secondo cui Ali Sonboly si sarebbe addirittura filmato durante i tiri di prova in cantina. Ma allora cari poliziotti ed investigatori, sareste così gentili da farci vedere questo fantomatico video? Oppure siete solo chiacchiere e distintivo? E’ mai possibile che devo essere io, comune cittadino mortale non iscritto all’albo dei giornalisti, a porre una domanda così logica e banale?

Ricordo che fino a questo momento la polizia non ci ha ancora mostrato il fantomatico testamento scritto da Ali Sonboly nei mesi antecedenti alla sparatoria, sul modello di quello lasciato da Breivik, che secondo le prime indiscrezioni immediatamente successive alla strage sarebbe stato ritrovato nel computer del ragazzo, né tanto meno la foto del suo profilo di Whatsapp che sarebbe stata sostituita da Ali stesso qualche ora prima della strage con quella di Breivik of course. Tutte queste prove che avrebbe dovuto collegare il ragazzo con il razzismo à la Breivik e a quello in generale anti – stranieri, non sono mai state esposte al grande pubblico, per non parlare del quadro clinico ufficiale di Ali rilasciato dalla clinica e che ancora nessun giornalista ha avuto modo di vedere. Capite perciò come io possa essere quantomeno scettico quando sento parlare di improbabili video di rivendicazioni girati in cantina. Nonostante il mio profondo ateismo, in questo caso mi rifaccio a quanto detto e scritto da San Tommaso D’Aquino: “Se non vedo, non credo.”

Concludo questo mio ennesimo ed inutile J’accuse nel ricordarvi, e anche in questo caso mi devo ahimè affidare a quanto ci comunica il tabloid scandalistico Bild, che la famiglia Sonboly si trova in un luogo segreto poiché tuttora sotto protezione testimoni per le minacce subite da sconosciuti subito dopo la sparatoria. Come già scritto, ciò significa che per un qualunque giornalista tedesco che intenda porre delle domande a papà e mamma Sonboly, ossia in questo momento nessuno, non è affatto semplice richiedere un’intervista dal momento che in primo luogo deve ottenere l’autorizzazione da parte dell’organo di vigilanza che segue la famiglia ed il quale può anche rifiutarsi di concederla. Qualora anche un giornalista riuscisse nell’impresa di ottenere un’intervista esclusiva con la famiglia, in ogni caso sarebbe difficile credere che le risposte dei famigliari possano essere del tutto spontanee o imparziali per il semplice fatto che le domande verrebbero poste sotto l’occhio indiscreto delle telecamere di sorveglianza e dei poliziotti lì presenti; non sarebbe perciò l’ambiente ideale per un’intervista serena. O mi sbaglio?

Per chi mastica un po’ di tedesco e “vuole vedere per credere”, ecco il link del quotidiano Bild in questione:

http://www.bild.de/regional/muenchen/amoklauf-muenchen/amok-killer-uebte-im-keller-48150188.bild.html

Per i cultori degli eroici blogger e giornalisti italiani di controinformazione, sappiate che ho inviato in privato i link dei miei articoli “complottistici” concernenti le evidenti incongruenze della strage di Monaco a gente del calibro di Claudio Messora, Maurizio Blondet, Mauro Bottarelli, Gianluigi Paragone e Giulietto Chiesa senza ricevere alcuna risposta, neanche una doverosa pernacchia. Allora vi chiedo col cuore in mano se magari qualcuno di voi conosce di persona qualche giovane stagista, preferibilmente di sesso femminile, della Gazzetta di Parma che possa essere interessato/a ai questi miei articoli intrisi di dietrologia, di farmelo sapere il prima possibile. Certo di una vostra risposta, vi lascio nel frattempo alle vostre diatribe italopiteche su chi vincerà il referendum del 4 dicembre. Shalom!

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