Viaggio in Sassonia

Quale miglior periodo dell’anno, come questa primavera ancora timida, per visitare la regione della Sassonia? Essa è situata a sud-est rispetto alla capitale Berlino, è tagliata in due dal fiume Elba ed è confinante con il vicino mondo slavo, rappresentato dalla Polonia, con cui condivide un breve tratto del fiume Neisse, ma soprattutto con la Repubblica Ceca. Regione importante per la Germania, questa Sassonia. Da culla della riforma protestante di Lutero a centro, uno dei pochi, dell’arte barocca nell’area germanica. Teatro di grandi tragedie la Sassonia, con la sanguinosa battaglia delle nazioni di Lipsia nel 1813 per arrivare fino ai bombardamenti alleati che nel 1945 distrussero la sua capitale Dresda, fino a quel momento definita per la sua bellezza la Firenze sull’Elba.

E’ proprio a Dresda che dovrebbe iniziare ogni viaggio in Sassonia che si rispetti. La capitale dell’odierno Land della Sachsen, nonostante le immani distruzioni dell’ultimo conflitto, è riuscita a ricostruire ad alterne vicende la maggior parte del suo centro storico. Simbolo culturale e religioso della città è la Frauenkirche, mirabile esempio di arte barocca applicata ad una chiesa protestante. Nella notte tra il 13 ed il 14 febbraio 1945 venne completata distrutta da un raid aereo alleato, in verità britannico, che la rase completamente al suolo. Fino al 1990, anno fatidico della riunificazione tedesco, le macerie rimasero letteralmente sul suolo senza essere state mai nemmeno toccate, figuriamoci rimosse. Infatti il governo comunista della DDR, dalla fine della guerra fino a quell’anno amministratore della città, decise di lasciare le macerie della chiesa sul posto come simbolo e monito della follia distruttrice della guerra. A partire dagli anni ’90 venne lanciato un appello pubblico da parte di alcuni cittadini di Dresda, che in poco tempo riuscì a trovare responso in campo internazionale. Con l’aiuto di alcune fondazioni americane, inglesi, francesi ed ovviamente tedesche, la Frauenkirche venne ricostruita nel corso degli anni e riconsacrata definitivamente nel 2005.

Tuttavia il visitatore più attento avrà notato che ancora oggi, a 70 anni dalla fine della guerra, non è ancora presente un monumento che ricordi la distruzione della chiesa, oltre che dell’intera città di Dresda. Secondo diverse stime storiche, a più riprese o contestate o strumentalizzate per gretti fini politici, morirono sotto le bombe circa 25mila persone. Non si è mai pensato ad un monumento, nemmeno durante l’epopea comunista, per timore che potesse venire strumentalizzato dalle associazioni nazionaliste o, peggio ancora, neonaziste. Tuttavia la recente ascesa dell’Afd anche a Dresda ha recentemente comportato la proposta da parte del partito di destra dell’erezione di un monumento, che possa ricordare in maniera dignitosa e non ideologica le vittime del bombardamento alleato. Nel frattempo il direttorio protestante, che gestisce la chiesa, negli ultimi decenni si è mosso in parallelo attraverso alcuni gemellaggi con altre città straniere, anch’esse distrutte da bombardamenti però questa volta tedeschi, come per esempio Coventry e Varsavia. L’obiettivo è di ricordare, collaborare ed evitare che nuove bombe in altrettanti nuovi conflitti facciano ancora una volta morti innocenti. Per ora quest’ultima bella speranza è rimasta ahimè vana.

Altro monumento imperdibile è la Semperoper, l’imponente palazzo dell’opera collocato a fianco del fiume Elba. Essa viene considerata come uno dei teatri più importanti al mondo. Al suo interno vennero rappresentate per la prima volta opere leggendarie di Wagner come l’Olandese volante ed il Rienzi. Anch’essa distrutta durante la guerra, venne fatta ricostruire minuziosamente durante il governo della DDR che ordinò di rifarla com’era prima, con l’aggiunta di alcuni ampliamenti interni alla sala. A fianco del maestoso edificio neorinascimentale, è situato un altro simbolo di Dresda: la residenza reale dei re di Sassonia, ossia lo Zwinger. All’interno del complesso barocco è presente un parco, mentre dentro le varie ali del palazzo sono ospitati alcuni musei e pinacoteche, che vengono considerate tra le più importanti al mondo. La più famosa è senza ombra di dubbio la Gemäldegalerie Alte Meister, traducibile in italiano come la Pinacoteca degli Antichi Maestri. E’ una delle collezioni d’arte più famose al mondo. Al suo interno è possibile godere di alcuni capolavori dell’arte europea del periodo storico compreso tra il XV ed il XVII. Sono visibili opere rinascimentali e barocche, tra cui quelle di Raffaello, Giorgione, Antonello Da Messina, Pinturicchio e Tiziano. Anche la scuola tedesca del Rinascimento è rappresentata con le più significative opere di Luca Cranach il Vecchio, mentre gli immortali capolavori dell’arte fiamminga, tra cui alcuni di Rembrandt, sono anch’essi conservati. Tra i quadri simbolo della Gemäldegalerie sono assolutamente da vedere la Madonna Sistina di Raffaello e la Venere Dormiente di Giorgione ma, se dovessimo elencare tutti i quadri e le sculture esposte al suo interno, dovremmo scrivere un libro a parte. Per quanto riguarda lo Zwinger, è da segnalare anche un’interessantissima collezione di vasi ed altri oggetti di porcellana cinesi, appartenenti alla collezione privata dei diversi re di Sassonia che si erano succeduti nell’arco dei secoli.

A due passi da Dresda, seguendo il corso naturale del fiume Elba, ci troviamo invece di fronte ad un paradiso naturale tuttora incontaminato. Stiamo parlando della Svizzera sassone, esteso parco boschivo da tempi immemori zona di confine tra il mondo germanico e quello slavo. Anche qui sono presenti monumenti come a Dresda, ma questa volta di tipo naturale. Non si contano infatti le tortuose composizioni rocciose, che solo la natura nell’arco di milioni di anni ha saputo creare e che si stagliano inaspettate dentro le sterminate foreste. Si è calcolato che sono presenti più di mille cime rocciose, di cui la montagna simbolo è la roccia di Bastei. Tra le innumerevoli attrazioni sono da segnalare le possenti rovine della fortezza di Königstein, posizionata sopra un’alta collina da raggiungere solo se armati di pazienza e buoni polmoni. Le terme a Bad Schandau, amena località situata di fronte all’Elba, sono anch’esse da visitare; da quest’ultimo paese è presente anche un caratteristico tram che, snodandosi in profondità nel parco, permette di raggiungere i punti più nascosti ed affascinanti della riserva naturale. La vicina Repubblica Ceca è ad un tiro di schioppo e non mancano battelli giornalieri che in poco tempo arrivano al paese ceco di Hrensko, anch’esso meritevole di una toccata e fuga. Tuttavia la fama della Svizzera sassone è legata alla sua frequentazione da parte di numerosi pittori romantici a metà dell’Ottocento. Nomi come David Friedrich Caspar, Carl Maria Von Weber, William Turner, Antonín Dvořák e tanti altri presero ispirazione da queste incredibili meraviglie naturali. Il più famoso tra loro è con tutta probabilità l’artista tedesco Caspar, che con i suoi dipinti malinconici di nature selvagge e misteriose è entrato per sempre nel gotha del romanticismo. Uno dei suoi quadri manifesto (esposto ad Amburgo), che anche la persona meno esperta d’arte avrà intravisto (perlomeno sui libri scolastici) almeno una volta nella vita, è il “Der Wanderer über dem Nebelmeer” , traducibile in italiano come “L’escursionista sul mare di nebbia”. Questa, come altre sue opere, è stata ideata ed ispirata dai paesaggi, ieri come oggi, selvaggi della Svizzera sassone. Da alcuni anni, per ripercorrere le orme di questi maestri del pennello, è stato creato il Malerweg”, il sentiero dei pittori. Il Malerweg è uno dei tanti sentieri, per un totale di 1.200 km, che attraversano il parco nazionale.

Il nostro viaggio in Sassonia può finire a Lipsia, la città di Bach e della battaglia napoleonica del 1813. Oltre ai due municipi, uno storico e l’altro moderno anche se è difficile notarne la differenza a causa della loro maestosa presenza unita ad una ricercatezza formale, i veri simboli della seconda città sassone sono due chiese. La prima è la Nikolaikirche, balzata agli onori delle cronache negli anni ‘80 per aver organizzato le prime proteste pacifiche contro il governo comunista della DDR. La seconda è la Thomaskirche, resa celebre perché vi aveva lavorato come direttore musicale (Kapellmeister) il celeberrimo compositore Johann Sebastian Bach dal 1723 al 1750, anno della sua morte. Nel complesso in Lipsia è visibile l’impronta del severo luteranesimo nella sua architettura, con le sue forme cubiche ed austere. Poco è visibile della grazia allegra e del barocco, a tratti tracotante, di Dresda. Anche se va detto che Lipsia, come la sua città sorella, era stata bombardata gravemente durante gli ultimi mesi di guerra. Se Dresda può essere definita come la capitale della cultura in Sassonia, Lipsia si caratterizza invece per una vita economica molto vivace, con la sua Messe (Fiera), che già dai tempi della DDR attirava e continua ad attirare milioni di visitatori l’anno. Nella parte meridionale ci si può inoltre avventurare tra i quartieri della movida, verso cui sono confluiti negli ultimi anni tanti giovani e gli immancabili artisti, attratti da affitti più bassi rispetto all’ormai inflazionata Berlino. Sembra quasi di visitare una Prenzlauer Berg in miniatura, con i suoi piccoli ristoranti bio e vegan e la frotta di hipster al seguito. Solo in questo ci pare di non essere andati molto lontani da Berlino. Per il resto la Sassonia è decisamente un altro mondo in confronto, nel bene e nel male.

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