La coerenza tedesca

merkel multikultiQualche volta fa bene, è salutare e ci consente di riprendere fiato guardarsi addietro ed osservare a che punto siamo arrivati rispetto alle nostre passate aspettative. Certo, questa introspezione verso il passato paragonata con la nostra situazione presente può essere fonte anche di sofferenza, delusione, rabbia rispetto a nostri precedenti desideri. Non sempre chiaramente è così, guai sennò. Spesso invece siamo soddisfatti di quanto da noi raggiunto oppure sorridiamo su quanto difficile ci sembrava un’impresa, che invece abbiamo superato con agilità. In termini politici è giusto, almeno dovrebbe esserlo, per chi vive e lavora in un paese e ne elegge i rappresentanti che dovrebbero curare i suoi interessi, porsi delle domande se la scelta da lui o lei posta anni addietro nel segreto della cabina elettorale fosse stata quella giusta oppure no. In Germania sembra che molti cittadini abbiano compreso da molto tempo quale errore sia stato aver affidato le loro vite alla Signora Kasner, sposata in Merkel dal cognome del suo primo marito. Chiaramente lei non è la sola ad aver gettato la Germania e l’Europa intera in una grave crisi identitaria, prima ancora che economica. Lei rappresenta lo spirito del nostro tempo – lo Zeitgeist come amano dire i tedeschi – che spesso rispecchia mediocrità, stupidità organizzata ed attuata per difendere gli interessi economici di pochi privilegiati, mancanza di slancio, assenza di idee ardite, voglia di rischiare, entusiasmo nell’azione, spirito combattivo, per non parlare della cultura fatta di numeri ed infarinatura generale su Intenet, senza il tempo alcuno di leggere un libro, figuriamoci poi di scriverne uno. Niente di personale quindi, Cancelliera Merkel: non si offenda se la prendo di mira ma lo scopo di questo blog, almeno uno degli obiettivi, da due anni a questa parte è quello di smontare il mito tedesco nelle parole di chi ci vive o, per aiutarla a comprendere, di chi paga le tasse. Fosse stata un’altra o un altro al suo posto, avrei scritto le medesime righe cambiando solo il cognome. Lei è solo un simbolo di un Occidente ormai in… lo deciderà  il lettore.

Se è doveroso guardarci indietro e capire chi ci comanda e perchè dovremmo essere preoccupati, iniziamo da una dichiarazione rilasciata dalla Merkel e ripresa dal prestigioso quotidiano britannico, oltre che progressista, The Guardian. L’articolo si riferiva ad un intervento che la Merkel fece nel 2010 presso un congresso dei giovani democristiani tedeschi, ovvero i giovani membri della CDU. Quest’ultimo è il partito di cui la Merkel è leader e che dal 2005 sta governando senza interruzioni la Germania. Nel suo discorso alla giovane platea la Mutti, come viene soprannominata dalla maggior parte dei tedeschi, affermò senza mezzi termini che il tentativo da parte del paese di creare una società multiculturale era totalmente fallito e che l’idea per la quale popolazioni provenienti da diversi ambienti culturali potessero convivere pacificamente fianco a fianco non ha funzionato.” Stiamo parlando di 8 anni fa e già all’epoca il Primo Ministro bavarese Seehofer, da qualche mese Ministro degli Interni nell’ennesimo governo Merkel, auspicava delle misure per frenare l’immigrazione turca ed araba in un paese che all’epoca ne contava 4 milioni di presenze. Nemmeno 5 anni dopo si applaudiva la decisione della Signora Kasner di accogliere 1 milione di profughi siriani in fuga dalla guerra. Durante una conferenza stampa di fronte alle telecamere di tutto il mondo la Cancelliera pronunciò una frase che sarebbe rimasta amaramente famosa, ossia Wir schaffen das”. Ce la facciamo, nessun problema, disse appunto la politica senza che nessun giornale o media tedesco le rendesse conto che 5 anni prima la politica avesse detto esattamente il contrario. In verità, come  scritto su questo blog in diversi articoli, i veri motivi dell’accoglienza sono stati quelli di evitare il tracollo demografico, di salvare in maniera non ortodossa il sistema previdenziale e non ultimo quello di tenere bassi i salari grazie alla concorrenza di persone pronte a lavorare per poco o addirittura gratis se richiesto. Quest’ultimo punto permetterà di tenere bassi i salari e di conseguenza i prezzi, in modo tale da evitare il pericolo di un ritorno dell’inflazione (uno dei tanti spettri che da Weimar si aggirano per il paese). Last but not least l’accoglienza “umanitaria“ da parte della Germania nel 2015 permise di far dimenticare alle opinioni pubbliche europee ancora scottate per la gestione della crisi greca il modo con il quale la Germania (e la Francia) permisero di salvare le loro banche esposte per crediti inesigibili con soldi nostri. Si era insomma allontanato lo spettro del Terzo Reich che ritornava in vesti economiche, con relativi ricordi di danni e crimini di guerra contro la popolazione greca mai saldati, rafforzando il proprio soft power gravemente appannato.

La società multiculturale è fallita ma al tempo stesso accogliamo un milione di siriani, per lo più giovani e traumatizzati dalla guerra. Proclamiamo di farcela ma dopo i fatti di Colonia, tra stupri e violenze varie, ci rendiamo conto che non sarà così facile. Pretendiamo legalità e rispetto dei nostri valori ma se uno osa criticare i controvalori islamici, viene bruciato sul rogo del politicamente corretto. Accogliamo unilateralmente i profughi, ma al tempo stesso paghiamo con miliardi di Euro europei Erdogan per tenerli buoni all’interno dei suoi confini, salvo poi provocarlo inutilmente con le accuse dei nostri media di essere un dittatore e scatenando così rappresaglie diplomatiche (per ora) da parte sua. Questa totale mancanza di una linea certa e coerente è un leit motiv costante del modo di governare della Merkel e dei suoi collaboratori. Si tende a raggiungere un obiettivo idealistico per poi cedere di fronte alla realtà dei fatti, cambiando spregiudicatamente linea politica a 180 gradi. Qualcuno dirà che lei non è l’unica politica ad operare in questo modo tra bugie e contraddizioni varie e come non possiamo essere accordo. Tuttavia il problema anche per noi italiani inizia quando apprendiamo che la Germania si colloca come paese leader in Europa che ha il compito di trainarci fuori dalla crisi e dai numerosi problemi internazionali. Un’altra incoerenza si è vista nella questione siriana. Non appena si era appreso dei bombardamenti occidentali su Damasco di qualche settimana fa, il Ministero degli Esteri tedesco Maas si era affrettato ad approvarli definendoli necessari ed appropriati. Peccato che nei giorni precedenti all’attacco, ricordiamolo illegale secondo il diritto internazionale poichè senza permesso ONU, il governo tedesco aveva cercato di calmare gli animi aggiungendo che il paese non avrebbe partecipato ai raid. Ma se tu affermi che i bombardamenti sono stati una reazione giusta al presunto attacco chimico portato avanti da Assad, tra l’altro senza che ancora oggi vi siano delle prove certe, perchè non avresti dovuto parteciparvi? Almeno gli USA, la Francia e la Gran Bretagna sono stati coerenti con il loro approccio criminale e colonialista e sono andati fino in fondo. Un altro episodio politico che rispecchia la mancanza di idee del governo Merkel è stato il fatto che quest’ultima si sia recata due volte nell’ultimo mese a Mosca a tentare di convincere Putin a sbrigliare la matassa delle sanzioni iraniane.

Fa senso vedere una Merkel quasi implorare il nemico storico degli ultimi anni, dopo che lei stessa ha accettato in toto la narrativa americana sulla guerra in Ucraina e in Siria. Per chi si fosse perso qualcosa, tutti i governi Merkel hanno accusato la Russia di violare gli accordi di Minsk di tregua nel Donbass, mentre al tempo stesso hanno ignorato i continui sconfinamenti e provocazioni da parte dell’esercito ucraino, hanno appoggiato anzi potremmo dire che hanno costretto tutti noi europei per mandato di Obama a mettere in atto le sanzioni economiche contro la Russia in un periodo di profonda crisi delle nostre economie, hanno più volte concordato con i mandanti anglosassoni sulla necessità  di cacciare il presidente legittimo siriano Assad nonchè protetto di Putin tacciando delle ingerenze occidentali e dei crimini delle bande jihadiste da noi sovvenzionate, hanno protetto implicitamente la campagna mediatica tedesca che dura da anni e che deve costringere noi sudditi ad avere terrore del nuovo “Hitler di turno”. Senza dimenticare la recente cacciata di alcuni diplomatici russi in segno di solidarietà nei confronti della Gran Bretagna, che senza uno straccio di prova da presentare ai media aveva accusato per nome del proprio Ministro degli Esteri lo stesso Putin di aver dato l’ordine di avvelenare la spia Skrypal e sua figlia a Londra. Da tenere infine a mente che durante il suo discorso di inaugurazione il neo Ministro degli Esteri, il socialdemocratico Maas, aveva auspicato una linea ancora più dura contro Mosca. A tutto questo va aggiunta la partecipazione convinta dell’esercito tedesco alle esercitazioni NATO che si sono tenuto l’anno scorso in Lituania e che altro non sono che una prova generale per una futura guerra contro la Russia. Insomma la Merkel ed i suoi alleati in maniera per una volta tragicamente coerente hanno accettato il ruolo di primo feudatario europeo per conto degli USA, mentre ora con l’ennesima giravolta politica si chiede urgentemente l’aiuto di Putin per uscire dalle crisi mediorientali. Di sicuro avranno parlato anche del progetto North Stream 2 che la Merkel sembra intenzionata a portare a termine. Tutto questo alla faccia delle sanzioni che noi italiani, come sempre volenterosi esecutori del padrone di turno, abbiamo applicato con diligenza maniacale. Come ci dimostra la storia recente, le sanzioni vanno applicate agli attori internazionali deboli.

Concludiamo con l’incontro che la Merkel ha tenuto con i cattolici tedeschi qualche settimana fa a Münster in occasione del 101esimo Katholikentag. Nell’occasione la Cancelliera ha lodato il multilateralismo, dicendo che nel mondo odierno nessun può pensare di agire di testa propria”. Giustissimo se non fosse che l’operato dei suoi governi negli ultimi anni ha dimostrato quanto l’unilateralismo tedesco abbia sempre e solo agito per curare i propri interessi, senza consultare gli altri paesi europei. Pensiamo ancora una volta alla decisione totalmente unilaterale di accogliere un milione di profughi, senza chiedere lumi al vicino austriaco e agli stati mitteleuropei del Club di Visegrad. Quest’ultimi si sono opposti fin da subito al disegno, da loro considerato a ragion veduta insostenibile ed inattuabile, di accogliere perfino anche solo un migliaio di musulmani ed in cambio hanno ottenuto, oltre alla demonizzazione di tutti i liberi media tedeschi che li hanno dipinti con la solita nomea di razzisti e fascisti, delle sanzioni europee ed il congelamento di finanziamenti di progetti da parte della Commissione Europea controllata dalla Germania grazie all’alcoolizzato nonchè evasore fiscale lussemburghese Juncker. Il multilateralismo, tanto decantato dalla Merkel tra gli applausi generali, non ha trovato applicazione alcuna nemmeno per il nodo economico più grave in questo momento in Europa e nel mondo, ovvero quello che vede la Germania primo esportatore al mondo nonostante le medesime regole europee, che lei vuol far rispettare al resto del Continente, impediscano ad ogni stato membro di avere un surplus commerciale maggiore del 6% del proprio prodotto interno lordo. Tra titoli entusiastici dei propri giornali la Germania ha raggiunto un surplus di 297 miliardi di Euro, sforando il limite imposto dai trattati europei e raggiungendo quota 9%.

Nessun governo Merkel ha mai pensato neppure lontanamente di confrontarsi in maniera multilaterale con gli altri paesi europei nè tanto meno di rispettare questa regola europea, tanto che con la sua politica commerciale aggressiva ha creato degli squilibri non da poco. Peccato che dall’altra parte dell’Atlantico vi sia un governo che ha dichiarato di porre un limite all’export tedesco ed i media di qui si sono subito adeguati, definendo il presidente di quel paese con i soliti epiteti di razzista, populista, pazzo, instabile e via dicendo. Ai tedeschi bisogna dare però atto di essere coerenti nella loro incoerenza, nel senso che vanno avanti nei loro obiettivi a costo di schiantarsi. Difatti durante l’incontro con i cattolici a Münster e fuori dall’edificio che li ospitava, manifestanti e gente comune gridavano slogan contro l’ennesimo nemico di turno che rischia di distruggere l’equilibrio interno della società tedesca. In questo momento i nazisti dell’Illinoispardon del Brandeburgo, sono i perfidi populisti dell’Afd, che hanno avuto la colpa imperdonabile di aver saputo intercettare il disagio profondo di milioni di tedeschi orientali che ancora oggi vengono considerati come i cugini di serie B con le pezze al sedere e che continuano a guadagnare di meno rispetto ai cittadini di serie A dell’Ovest. Come ripetuto fino alla nausea, l’accusa razzismo non regge e serve solo a mascherare delle politiche neoliberistiche che negli ultimi 30 anni a partire da Kohl hanno distrutto quanto di buono esisteva e funzionava nella DDR, smantellandone gli impianti industriali e facendo tabula rasa della propria memoria storica e dignità. Sarà questa la sfida che l’incoerente impertinente Kasner, anch’essa nata e cresciuta ad Est, dovrà affrontare. Nel frattempo il clima di odio, preparato ad arte contro le minoranze turche ed arabe, e i sermoni paternalistici sulle società parallele stanno aumentando a vista d’occhio ma di questo ed altro ancora avremo modo di scrivere nelle prossime puntate.

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