Chiarimenti sul suicidio italico

Pifferaio magicoVorrei utilizzare questo mio piccolo spazio per parlare ancora delle misere vicende italiche successive al referendum fine di mondo. Da quel poco che ho capito dal mio buen retiro a Berlino, Renzi si è dimesso ma sembra che non se ne sia mai veramente andato ed è pronto a tornare in pista solo se – bontà sua – il Presidente fantasma Casper alias Mattarella glielo chiederà in ginocchio, un certo Pisapia ha chiesto una cosa tutto sommato logica ossia quella di riunire quel poco di sinistra ancora respirante in Italia e giustamente Vendola ed altri valorosi antifascisti in assenza di fascismo gli hanno risposto con una sonora pernacchia (continuiamo a farci del male, mi raccomando!). Sembra poi che non si andrà a votare subito bensì tra 6 mesi od un anno per il semplice fatto che in questo momento l’Italia ha una legge elettorale degna dell’Uganda post – Idi Amin e quindi prendiamola pure comodo tanto che fretta c’è. Osservando poi le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali online, temo che per l’ennesima volta gli italians desiderino affidarsi agli incantatori di serpenti e venditori di tappeti di turno: in questo momento vanno forte un europarlamentare assenteista che vuole uscire dalla UE che ogni fine mese gli bonifica lo stipendio ed un comico milionario condannato in via definitiva per omicidio colposo il quale giustamente vorrebbe cacciare i condannati dal Parlamento, senza contare che milioni di cittadini hanno dimenticato i danni irreversibili che un certo Silvio Berlusconi ha causato al loro/nostro paese tanto che lo lasciano tranquillamente ricandidare alle prossime elezioni senza mostrargli in lontananza la ghigliottina che meriterebbe.

Questo ovviamente è un mero quadro a grandi linee della situazione dell’Italia che si appresta ad entrare nel centenario di Caporetto (1917 – 2017), per il resto lascio la parola a commentatori politici nostrani ben più in gamba del sottoscritto. Da espatriato italiano in terra di Germania vorrei aggiungere ancora qualche riga sul mio paese natale sperando così di destare qualcuno dal sonno mediatico e televisivo in cui siete tutti immersi da almeno 20 anni e poi, lo giuro, la smetto perché ho cose più serie di cui scrivere. In primo luogo vi rammento per l’ennesima, ma questo giro ultima, volta che lo tsunami economico vero e proprio deve ancora arrivare: le due maggiori banche italiane a rischio fallimento, ossia Monte dei Paschi di Siena ed Unicredit, non riusciranno mai a trovare il capitale necessario per la ricapitalizzazione ergo dovranno richiedere un aiuto statale (quindi soldi del contribuente italico) per salvarsi. Dal momento che (almeno questo spero che lo sappiate) la Repubblica Italiana non naviga oggi in buone acque, le ipotesi al vaglio per salvare le banche italiane ed evitare che si attui un pericoloso effetto domino per il resto d’Europa sono essenzialmente due: il governo italiano potrebbe chiedere un aiuto finanziario al cosiddetto Fondo Europeo Salva Stati (FESF) il quale tuttavia potrebbe aprire la porta per un futuro commissariamento da parte della Trojika ed affini qualora i soldi prestati dall’Europa (il mondo vero funziona così, cari Erasmus Generation amanti del sogno europeo) non verranno restituiti con una certa regolarità dallo Stato che ha richiesto l’aiuto, oppure il cosiddetto bail – in che consiste essenzialmente nell’affidare il salvataggio di una banca a rischio fallimento ai soci, agli azionisti, agli obbligazionisti e ai grandi correntisti (> 100mila Euro anche se in caso di grave dissesto non è detto che tale soglia possa abbassarsi).

Tuttavia le misere vicende bancarie italiane, causate da una gestione tutta italica e da operazioni finanziarie stile kamikaze giapponesi durante gli ultimi mesi della guerra nel Pacifico, non sono nulla rispetto al rischio relativo allo scoppio di una bolla finanziaria a Wall Street ben peggiore rispetto a quella del 2008. Il rischio è infatti che già a metà dicembre, quindi tra qualche giorno, il Governatore della FED decida di far alzare il tasso di sconto, in pratica il costo del denaro, sul dollaro per dare un segnale positivo alle aziende e per tentare di far ripartire l’economia americana. Tuttavia dopo 8 anni di liquidità e denaro facile concesso dalle Banche Centrali grazie a tassi di sconto dello 0% immessi massicciamente e con una certa dose di disperazione nel mercato, il pericolo concreto è che si verifichi una vera e propria fuga di capitali dai titoli di stato verso i più redditizi titoli azionari; come probabilmente anche voi saprete, una politica simile è stata adottata dal 2011 fino ad oggi anche dal Governatore della BCE Mario Draghi il quale ha adottato un acquisto massiccio di titoli di stato da parte della BCE stessa, il cosiddetto quantitative easing, per salvare la zona Euro e con essa i paesi periferici in maggiore difficoltà economica, tra cui l’Italia. Il quantitative easing ha avuto di sicuro il merito, mai veramente riconosciuto nemmeno dalla politica tedesca ad essere sinceri, di salvare i paesi europei periferici da una loro disastrosa uscita dall’unione monetaria ma al tempo stesso ha immesso in maniera anomala una tale massa di denaro nel mercato tale da dirigere i capitali finanziari verso i più redditizi titoli azionari, facendoli così gonfiare a dismisura e creando le premesse per lo scoppio di una bolla speculativa devastante. Detto come va detto: voi sarete di sicuro liberi di trastullarvi per i prossimi mesi sulla legge elettorale migliore per le prossime elezioni, ma sappiate che lo tsunami finanziario vero e proprio deve ancora arrivare e pertanto sarebbe perlomeno auspicabile prendere le dovute precauzioni.

Ah sì mi ero quasi dimenticato di dirvi che la crisi bancaria italiana non è niente in confronto a quella che potrebbe subire un certa banca tedesca che si chiama Deutsche Bank, la quale viene considerata l’ottava banca del mondo per importanza e che ha in pancia una quantità di derivati finanziari pari a 20 volte l’intero Pil tedesco. L’Angela nazionale scruterà con attenzione le modalità che il futuro governo (tecnico) italiano adotterà per salvare le due banche sopraccitate all’inizio: i tedeschi si sono infatti sempre schierati contro qualunque forma di aiuto statale per salvare banche a rischio fallimento ma se la situazione della Deutsche Bank così come quella della Commerzbank, anch’essa in grave difficoltà per l’aumento delle passività negli ultimi anni, dovessero peggiorare in seguito al probabile scoppio della bolla finanziaria proveniente da Wall Street, allora il governo tedesco dovrà anch’esso scegliere tra il bail – in ed il bail – out.

In ogni caso non sarà difficile prevedere che la già precaria popolarità della Cancelliera subirà di nuovo un brutto colpo: se a salvare le due banche saranno i soldi del contribuente tedesco il governo italiano potrebbe chiedersi come mai vi siano sempre di più in questa Europa due pesi e due misure e la stessa opinione pubblica tedesca non sarebbe di sicuro entusiasta della scelta intrapresa, mentre se a salvare i due maggiori istituti bancari tedeschi saranno gli azionisti ed i grandi correntisti sarà comunque una scelta controversa che non gioverà in ogni caso alla popolarità della Merkel. Queste due difficili prospettive ad un anno dalle elezioni generali, che si terranno in Germania nell’autunno 2017, saranno un ulteriore banco di prova per la Cancelliera la quale, a prescindere dalla scelta intrapresa per salvare le due banche, ben difficilmente vincerà con un margine netto alla prossima tornata elettorale. Dimenticavo anche di aggiungere che il probabile slittamento delle elezioni italiane all’autunno/inverno 2017 ha un unico scopo: permettere alla Merkel e al candidato europeista Fillon in Francia di preparare con calma e tranquillità le loro campagne elettorali, senza rottura di coglioni (detta come va detta) da parte di eventuali populisti al governo in Italia da febbraio. In cambio dello slittamento delle elezioni, la BCE di Draghi ha garantito la prosecuzione dell’acquisto di titoli di stato italiani per un anno mentre i mercati finanziari internazionali ci hanno concesso gentilmente un generoso “cessate il fuoco”, prima dell’inevitabile mattanza successiva alle elezioni in Francia e Germania dove si decideranno i veri destini dell’Europa. Quindi avete ancora un anno di tempo per preparavi e ringraziate il cielo che non andate a votare subito; mi dispiace ma qualcuno ve lo doveva pur dire.

Visto che ho accennato alla situazione anch’essa non rosea della Germania, vorrei ritornare ai lidi italici ed aprire una parentesi sul ruolo negativo che non pochi politici ma anche illustri economisti italiani hanno affibbiato negli ultimi mesi alla Germania. Senza voler far nomi, noto che sempre più spesso un importante uomo politico con la barbetta e felpe sempre diverse e mai banali si presenta di fronte a tutte le televisioni italiane gridando che la colpa del disastro italiano (lo ripeto: il peggio deve ancora venire) è di questa “Unione Europea Germanica che ci ha derubato delle nostre industrie – gioiello” oppure della “moneta Euro che è stata il frutto di un perfido complotto tedesco per svantaggiare il ceto manifatturiero italico” oppure della “insensibile Merkel che gode a veder soffrire i giovani disoccupati italiani”. Queste stesse frasi ad effetto vengono ripetute, ovviamente con toni ben più moderati e colti, anche da diversi economisti o addirittura filosofi di vario tipo che da mesi oramai ripetono che l’unico modo per far ripartire l’Italia sia quello di uscire dall’Euro se non dall’Unione Europea in toto, a loro modo di vedere entrambi progetti creati ad immagine e somiglianza delle necessità economiche della Germania. Visto e considerato che io mi sono laureato in Giurisprudenza a Trieste e quindi non dispongo delle necessarie competenze economico – finanziarie per giudicare le eventuali conseguenze di un’uscita dell’Italia dalla zona Euro, vorrei semplicemente porre a te italiano residente fiscale che in questo momento mi stai forse leggendo, la seguente domanda:

E’ colpa di tutti i perfidi governi tedeschi che si sono succeduti al potere in Germania dal 1990 (data della riunificazione tedesca) fino ad oggi se l’Italia ora come ora dispone dei seguenti standard economici e sociali?”

  • Disoccupazione giovanile di fatto (includendo cioè anche gli sfiduciati che non cercano più un’occupazione) pari al 50%

  • Crescita del Pil di poco superiore allo 0, qualcosa % dal 2001 in poi

  • Evasione fiscale di massa che non ha paragoni in Europa e forse nel mondo

  • Metà del paese (e anche più, vero cummenda?) sotto occupazione di fatto delle varie mafie le quali fatturano più del 10% del Pil italiano

  • 4,6 milioni di poveri assoluti

  • 28,7 % (quasi 1 su 3) di italiani a rischio povertà (fonte Sole 24 Ore, non Manifesto)

  • Corruzione di massa seconda in Europa solo alla Grecia

  • Maggior rapporto di parlamentari per numero di abitanti e degli organi legislativi che ci costano 1 miliardo all’anno (record europeo)

  • 77°esimo posto nella classifica sulla libertà di informazione (l’Italia si colloca tra la Moldavia e il Benin) stilata da Reporter senza frontiere
  • Un numero record di dipendenti pubblici che sono intoccabili dal rischio di licenziamento anche se vanno in ufficio nudi e con un caimano al guinzaglio

  • Un sistema diffuso di raccomandazioni utilizzato per dare lavori (anche umilissimi ormai), cariche, favori e privilegi a chi è disposto a ricambiare con la medesima moneta

  • Un Nord del paese, ed in special modo la Pianura Padana, che viene considerato il luogo più inquinato d’Europa

  • Il record in Europa per abbandoni scolastici

  • Un bassissimo e miserrimo rapporto tra numero di laureati ed abitanti totali

  • La capitale Roma, che ricordiamo essere la vetrina dell’Italia di fronte al resto del mondo, in preda al degrado, alla sporcizia, alla micro e macro criminalità, al traffico e consumo di massa di droga, all’inciviltà della maggioranza dei suoi abitanti (italianissimi)

  • Napoli

  • Abusivismo edilizio che ha distrutto gli angoli più belli del nostro paese

  • Mancanza di una legislazione degna di un paese civile su molti temi etici sensibili, come per esempio l’eutanasia e la fecondazione assistita, a causa del bigottismo ipocrita e medioevale di milioni di cittadini cattolici (italianissimi)

Volete che vada avanti? Mi state dicendo che se l’Italia ha tutti questi problemi, che sono solo una minima parte di quelli tuttora presenti, la colpa è solo ed esclusivamente dei cattivissimi ed insensibili governanti tedeschi, e relativi cittadini che li hanno votati, i quali hanno distrutto con un complotto massonico la nostra bella Italia, la quale fino agli anni ’90 era il secondo paese più ricco d’Europa ed il quinto nel mondo? Ah sì giusto…la colpa è anche degli sporchi negri e degli islamici barbuti che ci invadono sui barconi, come ho fatto a non pensarci prima. Io non sto facendo un elogio sperticato del mirabile modello tedesco, che viene preso come punto di riferimento da molti economisti e politici negli altri paesi europei. Chi segue da mesi il mio blog, sa bene che uno degli scopi di questa mia recente avventura cibernautica é quello soprattutto di criticare le scelte politiche di un governo, quello tedesco appunto, che anche secondo la mia modesta opinione sta contribuendo in maniera decisiva a portare l’Europa al terzo sfacelo nell’arco di un secolo. Da mesi tento di analizzare, senza fronzoli retorici e luoghi comuni, come mai vi sia una crescita costante dei partiti cosiddetti populistici anche nella ricca Germania; forse sono stato uno dei pochi ad aver notato già qualche mese fa come il successo dell’AFD soprattutto nelle regioni orientali ex DDR fosse direttamente proporzionale alle quote di disoccupati lì presenti. Questa mia analisi è avvenuta mesi prima dell’inaspettato successo di Trump in America dopo il quale tutti gli analisti politici, che fino al giorno prima avevano bollato questi disoccupati o sottopagati frustrati ed arrabbiati con la facile nomea di “razzisti” ed “ignoranti”, hanno tutti sulla punta della lingua parole come “crisi dei lavoratori bianchi”, “salari bassi”, limiti della globalizzazione” e così via.

Io stesso ho inoltre cercato varie volte di analizzare i veri motivi della politica d’accoglienza del governo Merkel nei confronti di 1 milione di rifugiati siriani, tema che mi sta particolarmente a cuore e che ha segnato la vera parabola discendente politicamente parlando della Signora Merkel: ebbene sempre con dati ed affermazioni di politici ed industriali tedeschi di un certo spessore alla mano, il quadro che emerge è quello di un paese in rapido e drammatico invecchiamento demografico il quale ha perciò disperato bisogno di manodopera fresca, ed intendiamoci sottopagata, da formare ed inserire il prima possibile nel mercato del lavoro. Ho più volte ricordato ai lettori che, secondo diversi studi statistici ufficiali, qualora il trend demografico non verrà invertito, entro il 2050 1/3 della popolazione tedesca avrà più di 65 anni; la scelta che si prospetta perciò di fronte a qualunque governo tedesco è quella tra alzare l’età pensionabile ed al contempo congelare gli adeguamenti delle pensioni al costo della vita oppure quella di far entrare nuova forza lavoro adattabile a diversi salari, scelta che è stata intrapresa nel 2015 con la cosiddetta crisi dei rifugiati siriani ed il cui successo sarà verificabile appena nei prossimi anni. Per non parlare poi di altri punti di criticità del sistema tedesco tra cui i seguenti: infrastrutture che come per esempio a Berlino cadono a pezzi e che avrebbero bisogno urgente di investimenti, una deflazione devastante che tiene i salari reali stagnanti da 20 anni, qualcosa come 6 milioni di mini jobs da 450 Euro al mese che di fatto truccano i dati sulla disoccupazione reale, una consistente minoranza turca fatta entrare dagli anni ’70 per i motivi appena esposti sopra e che nei prossimi anni sarà fonte di non pochi problemi di carattere politico e religioso, un welfare state spietato con gli stranieri ma assistenzialista con i tedeschi per il semplice timore che quest’ultimi votino i partiti estremistici di destra o sinistra, la parte orientale del paese (quella facente parte della vecchia DDR) a rischio di esplosione sociale a causa di alti tassi di disoccupazione e salari tenuti bassi da 27 anni di promesse a vuoto, un’ideologia politicamente corretta che criminalizza il dissenso con l’infame ed abusata accusa di essere razzisti e via dicendo, il totale assoggettamento politico – militare e soprattutto mediatico della colonia Germania agli ordini del padrino di turno residente a Washington, il paese in Europa con il maggior numero di basi NATO e potrei continuare per ore. Quindi nessuno con il cuore in mano mi può accusare di essere un estimatore del governo tedesco né tanto meno un presunto collaborazionista del Quarto Reich economico che in questo momento sta guidando l’Europa; a chi è interessato consiglio di prendersi mezza giornata libera e di andare a rileggersi tutti i miei precedenti articoli.

Tuttavia non posso veramente sopportare l’idea che ancora una volta una parte preponderante dell’elettorato italiano si faccia incantare da queste leggende complottistiche, un po’ come era successo per molti anni con Berlusconi il quale era riuscito a convincere milioni di italiani che la causa dei suoi innumerevoli e spesso osceni processi giudiziari fosse dovuta ai giudici comunisti e alle toghe rosse che per invidia sociale o mero odio politico volevano eliminarlo dalla vita politica. E milioni di italopitechi si piazzavano davanti alla tv ad impazzire di rabbia e a votare Silvio ad ogni elezione! Pertanto non mi sorprende vedere i nuovi pifferai magici che incantano milioni di italiani disperati e frustrati con il mito della Germania cattiva e causa di tutti i nostri mali italici. Mi fa comunque onestamente orrore, e qua desidero fare nomi e cognomi, vedere un presunto filosofo del diritto di nome Becchi, il quale si presume avere se non altro una certa cultura di carattere generale, scrivere una lista di 50 motivi per uscire dall’Euro sul quotidiano Libero di un certo Vittorio Feltri, che voi tutti vi ricorderete per la vicenda Boffo e tante altre ad elevato contenuto giornalistico, oppure lui stesso che sale sul palco di un partito come la Lega Nord ad avvinghiare la folla sulla necessità di uscire il prima possibile dall’Europa Germanica. Mi piacerebbe incontrare l’illustre Docente di Filosofia del Diritto e ricordargli che la stessa Lega Nord, che ora si erge a protettrice dell’interesse di 60 milioni di italiani (ma non volevano la secessione della Padania?), è quello stesso partito che qualche tempo fa è andato a manifestare a Roma con i picchiatori fascisti di Casa Pound ed il cui leader, di cui non intendo fare il nome, ha più volte manifestato il suo razzismo nei confronti dei rom, che ricordo essere a maggioranza cittadini italiani, e degli immigrati d’ogni risma e provenienza. Sarebbe inoltre utile se qualcuno di voi ricordasse all’Esimio Professore come nelle precedenti legislature la Lega abbia votato in sede parlamentare tutte le ratifiche dei Trattati Europei al vaglio, compreso quello di Lisbona nel 2008.

Se volete veramente capire cosa significa essere leghisti, cercate su Youtube “Luigi Buonanno” (pace all’anima sua) e poi fatemi sapere. Purtroppo è un male inestirpabile e tutto italico sia quello di cercare improbabili complotti per colmare le proprie lacune e vergogne nazionali, sia quello di dare un mandato in bianco all’uomo della provvidenza di turno. Le mirabili esperienze di Mussolini e Berlusconi dovrebbero forse insegnarci qualcosa ma invece ci ostiniamo a tentare la roulette con i vari Renzi, Salvini e Grillo, sperando che possano tirarci fuori dalla fossa profonda che noi stessi abbiamo scavato. Ma per un attimo immaginiamo che tutto ciò che dicono questi patrioti italiani sia vero, ossia che la Germania ci ha fatto entrare nell’Euro per smantellarci l’apparato industriale e manifatturiero e per curare i propri interessi economici legati all’export. Ebbene se questa teoria si rivelasse vera anche con prove documentali alla mano, di chi sarebbe la colpa? Sarebbero da considerare colpevoli i governanti tedeschi degli anni ’90 che all’indomani della riunificazione tedesca “lacrime, sudore e sangue” hanno avuto l’ardore di fare l’interesse del loro paese oppure dovrebbero perlomeno essere considerati corresponsabili i geniali tecnocrati italiani à la Prodi e Ciampi che ci hanno fatto entrare in Europa con condizioni del tutto sfavorevoli per il nostro paese? E dov’era sempre in quegli anni l’opinione pubblica italiana, sempre così attenta a punire i politici responsabili degli scandali? E i giornalisti? I costituzionalisti antifascisti? Gli intellettuali? Dov’erano? Dormivano? Andiamo avanti.

Sono ben consapevole che quei pochi che sono arrivati a questo punto della lettura, non condivideranno questo mio pessimismo e quindi si affideranno ai nuovi leader. Sappiate solo che il prossimo governo, tecnico o politico è del tutto indifferente, adotterà in ogni caso le seguenti misure:

  • Patrimoniale di un certo spessore sui beni immobili

  • Prelievo forzoso una tantum su tutti i conti correnti

  • Tassa su ogni prelievo bancomat o fatto tramite carta di credito

  • Aumento delle tasse locali (prima casa e rifiuti in primis)

  • Aumento dell’Iva

  • Prepensionamento di un numero rilevante di dipendenti pubblici e blocco totale delle assunzioni per i prossimi 5 anni almeno

  • Aumento delle imposte sui consumi (per esempio tabacco)

  • Aumento dell’imposta di successione

  • Blocco dell’aumento delle pensioni e pensioni a 2 zeri per i nuovi arrivati

Siete pronti alla secchiata d’acqua fredda? Comunque sia, vi do una buona notizia: la mitica e tanto decantata Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo, così come è stato confermato dall’esito del referendum costituzionale del 2006 e da quello di qualche giorno fa, rimarrà intoccata per la felicità degli attivisti dei diritti umani e dei baroni universitari che si guadagnano il pane quotidiano su questa materia. In fondo buttarsi sotto ad un treno per la disperazione oppure mettersi in fila alla Caritas per un piatto di minestra calda assumerà tutt’altro significato se si avrà sotto braccio l’amata ed intoccata Carta Repubblicana. Quindi non preoccupatevi, cari connazionali: anche se le misure descritte sopra sconvolgeranno le vostre esistenze, il bicameralismo perfetto e i 915 parlamentari saranno una buona base da cui ripartire. Amara ironia a parte, queste misure non faranno altro che colpire quelle tuttora numerose sacche di ricchezza per milioni di italiani le cui origini affondano negli anni ’80; stiamo parlando ovviamente dei consistenti risparmi di milioni di pensionati e dipendenti che si apprestano a diventarlo e di quel rilevante patrimonio immobiliare posseduto da un numero impressionante di italiani. Colpite in maniera semplice queste due forme di ricchezze immobili, che non è infatti possibile nascondere o dissimulare, sarà arduo richiedere a papi una paghetta per quei milioni di giovani disoccupati o precari italiani che non vogliono comunque rinunciare al giretto in motorino o all’aperitivo per fighetti negli esclusivi bar del centro.

Vi chiedo scusa se non lascio intravedere alcuna speranza per voi, ma come ho già avuto modo di scrivere in precedenza, l’unica soluzione in questo particolare periodo storico per chi vive in Italia è la fuga individuale all’estero. Ci sarebbe anche l’alternativa di sporcarsi le mani e scendere in piazza con i forconi e le molotov per protestare contro chi vi sta rubando il futuro sotto gli occhi ma vorrei tranquillizzare la polizia informatica che forse sta tenendo sott’occhio questo mio blog che io non sono un fautore né dell’eversione politica né della lotta armata sia perché ritengo inutile uccidere persone, anche se pubbliche, che non valgono niente sia perché i cervelli dei ggggiovani del Terzo Millennio sono stati disattivati da Facebook, Twitter e dagli altri cosiddetti social network. Quindi caro capo Digos o magistrato di provincia che mi leggi, non preoccuparti: l’ipotesi di una rivolta di piazza in Italia è mera fantapolitica da romanzo Orwell per il semplice fatto che tra una foto su Instagram e un post infuocato su Facebook, il tempo per organizzare le migliore energie e metterle in piazza a gridare la propria rabbia e disagio è veramente ristretto. Poi sì ci sarebbe in effetti l’alternativa di prendere atto che dopo più di 150 anni l’esistenza dello Stato Unitario Italiano è stato un fallimento colossale e che sarebbe quindi il caso di dividere la penisola tra un Nord vero motore d’Italia che potrebbe diventare in pochi anni ricco come la Svizzera ed un Sud Italia (Roma, Sicilia e Sardegna incluse) del tutto irriformabile sotto ogni punto di vista. A proposito, quelli che ora sputano veleno sulla perfida UE, non si sono mai chiesti dove sono finiti i miliardi di Euro di fondi europei verso il Mezzogiorno? Lascio all’intelligenza dei lettori la risposta.

Di sicuro l’ipotesi di dividere l’Italia in vari staterelli regionali, oltre ad essere incostituzionale (ovvove!) ed eversiva, non potrà far altro che creare altra disoccupazione e povertà. Figuriamoci se realtà storicamente sottosviluppate come la Lombardia, il Veneto, il Trentino e l’Alto Adige possano sopravvivere qualche giorno se si staccano da Roma. Faccio inoltre presente che, come forse avrete capito, non ho mai pensato nell’intera mia vita da cittadino italiano di votare per la Lega Nord né tanto meno provo una minima simpatia politica, oltre che umana, per il suo attuale caporione felpato. Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno prima del referendum che avrebbe dovuto sancire le vostre esistenze per i prossimi 30 anni, vi lascio al libero arbitrio: protestate in piazza, rimanete a casa a guardare i telegiornali, votate gli europeisti o gli euroscettici, scannatevi sulla prossima legge elettorale, fate insomma un po’ quello che volete. Aggiungo solo due dettagli: allo scoppio della prossima bolla finanziaria e al possibile collasso delle banche europee, l’unico organo che potrà salvare i vostri risparmi sarà la BCE ed il Fondo Salva – Stati (oltre che il vostro organo cerebrale). Il secondo dettaglio, che vi voglio rivelare in anteprima nazionale, è che – pensate un po’ – nella perfida ed incivile Germania è ancora possibile avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, i primi 6 mesi di lavoro sono considerati dalla legge come di prova ergo è possibile licenziare con un preavviso di 15 giorni e anche senza giusta causa ma dopo tale lasso di tempo è molto arduo per il datore di lavoro licenziare un dipendente (il Jobs Act lo ha voluto la Merkel, giusto?), ed infine sempre qui in terra teutonica è possibile fare un dottorato di ricerca senza essere raccomandati e senza conoscere nessun professore amico di famiglia. Pssss mi raccomando di non alzare troppo la voce su queste scomode verità sui cattivissimi, egoisti, insensibili, ladri, bari, imbroglioni, disonesti, colonialisti tedeschi….non vorrei infatti interrompere in maniera brusca l’aria a 5 corde del flauto dolce e verde che state ascoltando in questo momento.

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