Disagio reale

Robert Capa 937

Amici italopitechi,

a voi che vi rimpinzate di piadine sotto un sole cocente mentre vi scorrono di fronte agli occhi fiumi di cocco e spritz, sappiate che sono ancora vivo. Dopo un’estate ricca di cosucce niente male, è ora di riprendere il cammino per raccontarvi dal vivo le mirabili sorti del Quarto Reich tedesco che guiderà la Fortezza Europa verso un futuro di pace e prosperità perpetua.

In primo luogo facciamo assieme un breve excursus degli ultimi fatti di cronaca politica che hanno sconvolto le coscienze dei cittadini europei: neanche due mesi fa, per essere esatti venerdì 25 giugno, ciò che sembrava inconcepibile si è realizzato. A maggioranza del 52% il popolo britannico decide di lasciare il Titanic europeo per salpare alla volta del mare aperto della globalizzazione; è la tanto decantata o disprezzata, a seconda dei punti di vista, Brexit la quale ha sancito l’uscita della Gran Bretagna (anche se il meccanismo ex art. 50 Trattato di Lisbona non è ancora stato attivato) dalla UE. Non sono bastati perciò mesi di propaganda di tutti i media tedeschi che all’unisono hanno prima sancito con disprezzo quanto i secessionisti fossero xenofobi, razzisti, vecchi rincoglioniti e fuori dal tempo, per poi inginocchiarsi di fronte al popolo inglese pregandolo di non uscire dall’amata UE. Mi ricordo come se fosse ieri una copertina dello Spiegel intitolata: “Please don’t go!”, come una famosa canzone degli anni ’80. Incuriosito ma anche divertito da codesto spirito di unione e solidarietà umana che così raramente ritrovo nella mia routine quotidiana tra i tedeschi patinati, scopro poi che l’UK è un importatore netto dalla UE, il che tradotto in soldoni significa che il Regno Unito importa di più rispetto a quanto esporta verso il Mercato Unico Europeo. Provate un po’ ad indovinare quale sia il primo paese UE che esporta verso la Gran Bretagna…se lo avrete indovinato, oltre a vincere una birra dal sottoscritto che ve la offrirà sine die, avrete anche compreso il senso della disperazione dello Specchio delle tedesche brame ben sintetizzata in quella copertina da qui spiccava l’Union Jack. Per pietà non voglio riportare cosa hanno detto e scritto miei conoscenti che si definiscono di sinistra e che sono laureati o addirittura dottorandi presso atenei esteri: il commento più carino e moderato è che gli inglesi sono a maggioranza ignoranti e coglioni; vi lascio immaginare il resto…

Tuttavia le vicende anteriori ma soprattutto quelle posteriori alla Brexit (che in verità devono appena iniziare) mi hanno dato uno spunto per una serie di riflessioni che durano fino ad ora. Innanzitutto un aspetto, che in Germania non viene volutamente riportato, è che la Brexit è stato un referendum anche sulla politica migratoria portata avanti dalla Germania e dalla Signora Merkel che si è esposta in prima linea per accogliere tutti i profughi siriani. Il risultato è stato una perentoria bocciatura di una politica di accoglienza totale, che comunque è stata parzialmente rimessa in discussione dalla Signora Kasner per evidenti impraticabilità, da parte della Germania che, solo per salvaguardare il proprio apparato industriale in declino oltre che per evitare un catastrofico calo demografico che è già in itinere, non ha esitato a spaccare profondamente l’Europa (come è già successo con la crisi greca) senza curarsi delle conseguenze. Molti inglesi hanno voluto dare un segnale e dire chiaro e tondo alle èlite che ci devono essere dei controlli nella politica migratoria e, detto da un paese che ha accolto gente da ogni angolo del mondo, forse dovrebbe far riflettere quegli stessi partiti che dell’accoglienza hanno fatto una bandiera. E qui entra in azione la mia seconda riflessione: la vittoria della Brexit ha sancito anche una sconfitta bruciante per il partito laburista di Corbyn il quale in maniera del tutto fredda e poco convinta ha tentato di convincere gli operai ed i ceti popolari a votare per il Remain. Risultato? Er popolo britannico gli ha mostrato il classico dito medio e hanno votato in massa per uscire. Il nostro eroe, con un fare più italico che britannico, non ha pensato minimamente di dimettersi ed anzi, a quanto mi risulta, è ancora ben attaccato alla sedia gestatoria.

La cosa che mi ha più stupito tuttavia è che la stampa, la politica ma più in generale l’uomo della strada in Germania non hanno nemmeno per un attimo tentato di capire le ragioni che hanno spinto milioni di persone a ribellarsi contro questo grottesco castello di carta (e non è una metafora! Mi riferisco proprio alle montagne di inutili e nemmeno così sudate carte create dalla burocrazia di Bruxelles) che è diventato l’Unione Europea. Il messaggio mainstream che è passato e che sta passando, ma questo anche in Italia, è che a votare per la Brexit siano stati dei vecchi rincoglioniti rancorosi, nostalgici dell’Impero Britannico che dominava il mondo, che non sono mai usciti dal loro villaggio di pecore e prati e che si vogliono chiudere di fronte al mondo. Ma ne siamo veramente sicuri? E dall’altra parte avremmo questa mirabile generazione Orgasmus, pardon Erasmus, che invece si distinguerebbe dai crudeli genitori e nonni per la loro cultura e multiculturalismo, per la loro apertura mentale, per il loro amore della banane congolesi e delle patate polacche, sì insomma perché non hanno paura di conoscere a fondo lo straniero, e via discorrendo…E qui apro una parentesi: allora in primo luogo partiamo da aridi dati statistici. Solo il 34% dei giovani britannici dai 18 ai 24 anni si è recato alle urne in occasione del referendum pro o contro la permanenza nella UE. Avete capito bene: due giovani su tre ha preferito rimanere a casuccia, magari postando scempiaggini su facebook o facendosi una canna, invece che dire la loro sul futuro del loro paese.

I vecchi rincoglioniti invece si sono recati in massa alle urne votando a maggioranza, e questo è innegabile, a favore dell’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Questo è un punto a favore dei vecchi ignoranti ed egoisti. La seconda considerazione che faccio su questa generazione di vecchi che i media tedeschi, ma ripeto non solo, hanno ritratto come stupidini (per usare un eufemismo) ed ignoranti è di tipo retorica se vogliamo ma romanamente me ne frego: quello che intendo dire è che questa generazione di nonnetti ha visto cose che noi ggggiovani del Terzo Millennio che tanto ci vantiamo di essere aperti al mondo, forse non vedremo mai: quand’erano bambini molti di loro hanno visto (forse per l’unica volta in maniera cosciente nella loro vita) i loro padri partire al fronte (a combattere per la libertà di noi continentali che nel frattempo ci scannavamo manco fossimo in un safari) e non tornare mai più, hanno vissuto sulla loro pelle i bombardamenti tedeschi, ormai adolescenti hanno assistito al crollo dell’Impero Britannico che tanto li aveva affascinati con le storie di Kypling quand’erano fanciulli, poi da maturi hanno dovuto fare economia per garantire ai loro figli cioè ai nostri padri un futuro migliore (si prega di notare che negli anni ’60 il PIL pro capite dei britannici era minore rispetto a quello dei tedeschi dell’Ovest n.d.a), negli anni ’80 hanno subìto l’olocausto sociale della signora Thatcher che ha distrutto uno degli stati sociali più sviluppati del mondo, lasciando milioni di persone sul lastrico e alle prese con alcoolismo, droghe, prostituzione e violenza domestica che sembravano robe da romanzi di Dickens. Per non parlare inoltre del terrorismo irlandese dell’IRA, delle guerre umanitarie in Iraq e Afghanistan che hanno condotto alle bombe terroristiche a Londra nel 2005, al fenomeno dell’immigrazione di massa, all’avvento del criminale di guerra (di sinistra) Tony Blair e via discorrendo…

Quello che voglio dire è che a votare per la Brexit sono state persone che più hanno subito negli ultimi anni gli effetti della globalizzazione e che hanno visto come la Gran Bretagna si sia evoluta, o involuta, negli ultimi decenni. E’ gente che ha visto impotente come la sinistra progressista abbia dato il colpo di grazia definitivo a quel poco di stato sociale che ancora rimaneva, quella stessa sinistra cosmopolita che aveva accolto l’avvento dell’Euro, che ci avrebbe fatto tutti più ricchi, con le parole di Romano Prodi: “Con l’Euro lavoreremo tutti un giorno in meno e guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno più.” E queste stesse persone così vituperate dai media sono spesso anche quegli stessi piccoli imprenditori che sono stati schiacciati da una burocrazia europea assurda e psicopatica che frena gli investimenti ma che però si premura di calcolare la curvatura esatta delle banane o il diametro delle cipolle. Voi penserete che sto ragionando come un qualsiasi leghista della Bassa Bergamasca ma il discorso è un altro: chi è che difende e ascolta gli interessi di queste persone che sono i veri sconfitti della globalizzazione e che, per dirla a là De Andre, vivono sottovento di astio e malcontento? A rigor di logica dovrebbero essere i movimenti e partiti di sinistra ma ciò non avviene. E qui il dramma si tramuta in farsa.

Invece che fare una doverosa autocritica sui loro fallimenti, i partiti di sinistra di governo (lasciamo perdere i trozkisti – radical comunisti – internazionalisti – anarco sindacalisti che sono innocui e starebbero bene a fare gli spaventapasseri di fronte alla BCE) continuano imperterriti nel condannare, con dosi di malcelato disprezzo, tutti coloro che richiedono un cambio di rotta nelle politiche di austerity e che criticano fortemente le politiche di accoglienza dei cosiddetti profughi. E qui innesto il caso tedesco altrimenti mi si accusa di andare fuori tema rispetto all’impostazione del mio blog: forse non lo sapete ma domenica 18 settembre vi sono le elezioni comunali a Berlino e nella regione del Meclemburgo. Tutti i sondaggi danno in forte crescita il partito xenofobo di destra dell’Alternative für Deutschland che i media da mesi tentano in tutti i modi di diffamare definendo i loro sodali come dei neo – nazisti, dei razzisti e degli xenofobi. A me non interessa giudicare il loro programma politico, perlomeno non ora; quello che invece mi chiedo è come sia possibile che un partito nato appena qualche anno fa sia riuscito ad accumulare in così poco tempo un così vasto consenso. Oi ma vuoi vedere che d’improvviso una fetta importante del popolo tedesco si sia riscoperta nazista? A leggere i giornali e le riviste politiche, sembra che stia andando più o meno così. Poi un pomeriggio decido di fare un po’ di jogging in una delle tante zone periferiche della città; voi vi chiederete cosa c’entri questo. Bé un po’ c’entra perché mentre stavo correndo da solo con i miei pensieri, notavo che i muri erano pieni di manifesti elettorali dell’Afd e del partito di estrema destra della Npd, che invece in altre zone più centrali della città era difficile se non impossibile notare. Ho riflettuto sul fatto che i quartieri dove ho visto questi manifesti sono quartieri popolati quasi interamente da tedeschi e che si caratterizzano inoltre per un alto tasso di disoccupazione. Quindi il discorso identitario – razzista regge ben poco.

Spulciando poi su Internet leggo (su siti di informazione italiana, attenzione) che sempre più spesso i politici tedeschi che rappresentano partiti governativi vengano contestati sulla pubblica piazza. E’ successo addirittura che qualche settimana fa il Presidente della Repubblica Gauck sia stato criticato da un gruppo di persone che gli hanno gridato: “Traditore della Patria!” Subito i media tedeschi hanno bollato la contestazione come orchestrata da un gruppuscolo di neo – nazisti e la cosa è finita lì. Una medesima contestazione si è verificata qualche giorno più tardi a danni del corpulento leader del Partito Socialdemocratico Gabriel che non ha gradito le critiche tanto da mostrare ai contestatori il dito medio. Anche in tal caso si è bollato il tutto come una gazzarra di quattro gatti razzisti che hanno voluto provocare Gabriel, anche giocando sul fatto che suo padre fosse un nazista convinto. Se uno dovesse fermarsi alla versione edulcorante dei giornali e dei media mainstream potrebbe pensare che trattasi dei soliti sbandati neo – nazisti che contestano il governo di progressisti e volenterosi cristiani che accolgono i profughi per spirito umanitario ma, visto che a me le versioni ufficiali puzzano sempre di propaganda, ho deciso di farmi due domande e qualche ricerca. In primo luogo ho scoperto che entrambe le contestazioni sono avvenute in 2 luoghi, ossia le cittadine di Salzgitter e Sebnitz (entrambe in Sassonia), appartenenti alla vecchia Germania dell’Est e che le persone che hanno operato le contestazioni in verità altro non fossero che normali cittadini, esasperati dalla politica governativa dell’accoglienza dei profughi.

Allora ho pensato che queste persone, bollate immediatamente come dei nazi, in verità non sono altro che una sfaccettatura di quanto è avvenuto due mesi fa in Inghilterra con il referendum sulla Brexit e di quanto sta accadendo in Francia da mesi con le roventi contestazioni al progetto di riforma del lavoro portato avanti, guarda caso, da un governo socialista. Stendiamo un velo pietoso sulla plebaglia itaGliana che merita solo di soccombere ma questo è un altro discorso….Quello che voglio dire è che anche qui in Germania si sta verificando un fenomeno decisivo e preoccupante e che io personalmente definisco come il definitivo colpo di grazia alle possibilità della sinistra di cambiare la società. Quello che intendo dire è che quel poco di sinistra riformista che è rimasto ancora nei parlamenti nazionali da decenni si è venduta all’ideologia del libero mercato, delle privatizzazioni selvagge e delle speculazioni finanziarie senza regole. Quello che stiamo assistendo è un fenomeno di rivolta da parte di masse impoverite che, avendo perso reddito e direi in generale prospettive di un futuro migliore per loro e per i loro figli a causa delle politiche neoliberiste, si sentono traditi dai partiti di sinistra e decidono così di votare loro le spalle. Pensiamo agli operai inglesi che votano in massa per uscire dalla UE in barba alle indicazioni del loro leader Corbyn (che si badi bene viene tuttora considerato dalla maggioranza dei suoi colleghi di partito come un pericoloso estremista rosso…doppio sic), alla popolarità del presidente socialista Hollande che oramai sarà scesa sotto le due cifre e che sta scatenando una rivolta delle masse che votano la Le Pen e che scendono in piazza a contestare le sue riforme di massacro sociale (la minaccia del terrorismo islamico non è affatto rilevante al contrario di quanto ci dicono i totem giornalistici), oppure riflettiamo per un attimo (ma solo uno perché qua si parla di cose serie) sulla debacle del Partito Democratico del 2013 che ha regalato milioni di voti alla demagogia di Grillo e perdendo così delle elezioni che perfino Paperoga avrebbe saputo vincere a man bassa.

La situazione in Germania è forse ancora più grave e foriera di inquietanti conseguenze future anche in considerazione del fatto che il Partito Socialdemocratico tedesco è stato il primo vero partito socialista di massa in Europa oltre che ad aver avuto il merito di costringere il governo autoritario di Bismarck a porre le basi del futuro stato sociale o welfare. Cosa abbiamo invece ora? Abbiamo un partito di sinistra che sta perdendo milioni, lo ripeto se non vi è chiaro..MILIONI, di voti a favore di Alternative für Deutschland e dei partiti nazisti. E la cosa singolare, che nessuno di questi centri sociali o falsi intellettuali di sinistra capisce (o se lo capiscono sono criminalmente complici di questo disegno), è che a voltare le spalle ai socialisti sono in special modo i disoccupati o quelli che un lavoro ce l’hanno, ma con occupazioni precarie e stipendi polacchi, e che vivono nelle regioni orientali di quella che una volta era la Repubblica Democratica Tedesca, ossia la tanto vituperata DDR.

Ricordiamolo ai profani della materia che per milioni di tedeschi orientali la riunificazione tedesca, checché ne dicano i fautori della “Fine della storia” come quel giapponesino di cui ora mi sfugge il nome, ha significato il totale smantellamento dell’apparato industriale dell’Est, che benché fosse profondamente inquinante, era una delle perle di smeraldo della DDR. Lo smantellamento ha comportato vendite a prezzi stracciati di interi impianti e capannoni agli arroganti tedeschi dell’Ovest, mentre gli operai di quello che una volta era lo stato più ricco del Patto di Varsavia sono stati licenziati senza complimenti e hanno dovuto emigrare ad Ovest con stipendi più bassi dei colleghi occidentali e l’infame stigma di essere i cugini poveri e con le pezze al culo, da trattare con un sentimento misto a pena e paternalismo. Ancora oggi i länder orientali sono quelli con un maggior tasso di disoccupazione, che in alcune zone è pari a quello di alcune aree depresse del Sud Italia. Anche Berlino in fatto di mercato del lavoro non se la passa molto bene in verità ma qua è tutto un riprendere la grandeur prussiana ricostruendo vecchi palazzi imperiali da cui il Kaiser dichiarava guerra agli altri popoli europei oppure buttando miliardi di Euro in aeroporti che avrebbero dovuto essere inaugurati nel 2007 e che sono tuttora in costruzione. Se poi ci aggiungiamo un pizzico di buonismo e politically correct terzomondista, due o tre cucchiai di falso alternativismo culturale e magari un kebab, che non guasta mai, la pillola è bella che indorata e pronta da mandare giù.

Quello che voglio farvi capire a voi italiani che siete ancora negri dal sole di Riccione, è che quando leggerete gli editoriali di terrore di Saviano che inneggia con il suo “No Pasaran!” alla resistenza contro la vittoria di un Hofer qualunque in Austria, che però intanto si è beccato l’86% dei voti degli operai, dovreste tenere a mente che perfino nella florida Germania i perdenti della globalizzazione stanno voltando le spalle ai loro classici punti di riferimento che si trovavano in fondo a sinistra, preferendo l’astensionismo oppure l’azzardo dei “populismi” di estrema destra. La cosiddetta emergenza, una delle tante mi verrebbe da dire, dei profughi è stata solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di disillusioni, pomeriggi inutili passati al Job Center, speranze spezzate, promesse mancate e sogni di rivalsa sociale che resteranno per sempre sulla carta. Se provassimo per un attimo ad immedesimarci in un disoccupato cronico di Dresda che vede lo Stato fornire alloggi gratuiti, corsi di tedesco e magari tirocini pagati un Euro ed una Coca Cola ad Abdullah di Aleppo, forse sentiremmo anche noi un certo disagio ed una strana sensazione di bruciore in una parte ben definita ed oscena del nostro corpo. Non sto dicendo che sia giusto votare per l’estrema destra; sto solo cercando di capire le motivazioni che spingono persone a fare scelte (elettorali beninteso) estreme e di andare oltre la facile di etichetta di razzista, xenofobo o l’immancabile nazi che qui in Germania viene appioppata anche se uno critica l’ipocrisia del presunto spirito umanitario di accoglienza dei profughi, anzi risorse come li ha definiti la sempre ineffabile Boldrini, da parte della cancelliera Merkel.

Ma mi rendo conto che è molto più facile per la nostra coscienza considerare ignoranti e retrogradi chi semplifica la realtà cercando nemici inesistenti. Capisco anche la frustrazione del leader socialista Peter Gabriel nel momento in cui ha mostrato il dito medio ai contestatori; in fondo non dev’essere facile per lui accettare che il più antico partito socialista d’Europa venga insediato da un movimento xenofobo che esiste appena dal 2013. Comincio perfino a comprendere Saviano quando scrive che si ricorda, anche se all’epoca non era nemmeno uno sputo nell’universo, come quelle masse, che ora alcuni politici spregiudicati ed ovviamente populisti elogerebbero, sono le stesse che accolsero trionfanti Hitler e Mussolini quando presero il potere. Cosa volete che vi dica? Vi dico solo che i valorosi militanti di quel centro sociale berlinese che ho avuto il piacere di visitare in una fresca serata d’estate e che erano così intenti a giocare a ping pong in maniera ossessa, a fumare erba extracomunitaria e a scolarsi litri di birra polacca, forse avevano ragione nel non farsi troppe seghe mentali come il sottoscritto sta facendo oggi domenica 21 agosto 2016 alle ore 15.13. Me ne vado al mare, anzi al lago…Abbronzatevi pure per me.

3 Risposte a “Disagio reale”

  1. Il banco vince sempre. Qualsiasi movimento spontaneo prima o poi
    deve venire a patti con chi tiene i cordoni della borsa, le regole del
    gioco sono state scritte e nessuno le puo’ cambiare.
    E’ successo a tutti, religioni comprese, pero’ mi chiedevo, lei da
    buono italiano da che parte si schiera? perche’ da dell’italiano a noi,
    ma lei mi sembra proprio il classico italiano seduto sulla sponda del
    fiume che aspetta di vedere scorrere il cadavere galleggiante del perdente:
    guelfo o ghibellino?

  2. Salve,
    la dicotomia della destra e sinistra non puo’ mai essere superata, la destra e’ il
    padre e la sinistra il figlio, poi i ruoli si ereditano quando il figlio diventa padre.
    L’ordine e il disordine, tipico dell’adulto e dell’adolescente.
    La Germania, la puo’ anche odiare, pero’ e’ il cuore dell’ europa, i tedeschi nella
    loro esistenza hanno subito la cattiva propaganda degli invidiosi
    li descrivevano come tronfi e crudeli, come puo’ un popolo
    essere crudele se ha dato al mondo arte e tecnica?
    Un anedotto sulla cattiveria dei tedeschi: settembre 1943, lo stato italiano si squaglia come
    neve al sole, i tedeschi occupano il sud, i paesani avendo visto che le caserme erano state
    abbandonate, entrano e si portano via tutte le vivande, le forme di formaggio le facevano
    rotolare per portarle via. I tedeschi rimasti a corto di viveri, decidono di recuperare il maltolto,
    passano casa per casa e requisiscono, pero’ lasciano in cambio il loro pane di segala nera.
    Un soldato tedesco cerca di entrare nella casa di mio nonno, quando apre la porta, mio nonno
    gli punta una pistola addosso, il tedesco lo guarda e va via, mio nonno e’ morto di vecchiaia.)
    Dovunque sono passati i tedeschi hanno lasciato un segno profondo, in italia la casa sveva ha
    dato splendore al sud nei secoli.
    I tedeschi aspettano pazientemente il messia, hanno sopportato tutto quello che c’era da sopportare,
    pero’ sanno nel loro cuore che non hanno fatto male a nessuno che non lo meritava.
    Sono dei puri di cuore, come italiano ho poco di cui essere fiero visto che come alleato li ho
    abbandonati, tale e quale quello che ha fatto berlusconi con geddaffi, e poi li abbiamo invasi
    con il peggio dei nostri emigranti, la Germania e’ stata stuprata bestialmente, eppure il loro
    spirito indomito vive.
    Parliamo di Lutero, l’unico chierico che ha avuto il coraggio di ribellarsi al pensiero unico,
    per arrivare al suo scopo ha utilizzato tutti, poi e’ finito male, pero’ non si e’ perso in chiacchiere,
    come succede qui da noi, che la piccolezza diventa una catastrofe planetaria. Se a noi italiani
    fosse tocca la sorte dei tedeschi oggi non esisteremmo, perche’ non possediamo lo spirito
    del sacrificio, a parole siamo dei campioni nei fatti lasciamo molto a desiderare. Sono gli altri
    che ci vedono grandi, viviamo di luce riflessa.
    In Europa e nel mondo non esiste un Volk che ancora adesso tramanda alle generazioni il suo
    spirito, i giovani che oggi sembrano svaniti e banali, domani educheranno la prole con gli stessi
    sentimenti dei loro padri.
    Oggi la loro tecnica ci fa vivere nell’era moderna.
    Se guarda un documentario, un film o un spettaco comico, americano, vedra’ che il tedesco
    e’ sempre sulla loro bocca, perche’ sanno di essere dei ladri e non potranno mai eguagliare
    la Germania, perche’ sono cosi’ aridi che non hanno creativita’.
    La Germania e’ la nostra speranza per un futuro migliore.
    Mi scusi per la mia non e’ Apologia, e’ autentica invidia allo stato puro.
    Viel Spaß!

  3. Voglio sottolineare che non e’ il Reich millennario, questo e’ la Repubblica di Weimar.
    E’ la rediviva repubblica o bund di weimar perche’ hanno riabilitato carlo marx, il
    bauhaus e per perche’ non ci fossero dubbi hanno costruito con una montagna di
    cemento il monumento dell’olocausto, insomma dal classicimismo alla raccolta
    differenziata.
    Basta vedere come hanno reso ridicoli le opere di Wagner e di altri autori che secondo
    la storiogafia cinguettavano con l’ancient regime.
    E se questo non basta, hanno reso berlino una moderna babilonia.
    Se c’era da fare uno sfregio al popolo tedesco e’ stato fatto ed e’ sotto gli occhi del
    mondo.
    Shalom.

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