La persecuzione dei cristiani in Germania

racist-europe_jpgL’articolo che andrete a leggere è dedicato a tutti coloro i quali si battono il petto per accogliere i poveri profughi musulmani e che non riescono a chiudere occhio la notte a causa degli slogan razzisti dei cattivoni leghisti e populisti di turno. Questo mio articolo è dedicato a tutti quelli che con le loro parole ed azioni stanno incentivando da mesi, se non da anni, l’immigrazione clandestina selvaggia di migliaia di islamici che secondo il loro ottimistico punto di vista andranno ad integrarsi nella nostra già opulenta società occidentale e ci salveranno così dal declino demografico. Questo articolo lo dedico infine a tutti quegli omosessuali che si strappano le camicie contro le esternazioni del Giovanardi di turno senza accorgersi di aver fatto entrare i loro futuri aguzzini tra gli applausi generali.

Ebbene ma di cosa tratterà mai questo pamphlet infuocato? Il 18 ottobre scorso un’organizzazione di volontariato tedesca ad orientamento cristiano, un po’ come la nostra Caritas per intenderci, di nome Open Doors ha organizzato una conferenza stampa dal titolo “La mancanza di protezione delle minoranze religiose in Germania.” Il tema di questo simposio è stato la drammatica condizione dei profughi di religione cristiana o facenti parte della minoranza yazida presenti nei diversi campi di accoglienza disseminati in Germania1. L’organizzazione Open Doors ha infatti organizzato un sondaggio tra 743 profughi di religione cristiani e 10 yazidi, ossia una minoranza religiosa presente in prevalenza in Siria, la maggior parte dei quali ha dichiarato di aver sperimentato minacce di morte contro di loro e le loro famiglie, assalti sessuali e violenze fisiche. Tutti questi atti di violenza ed intimidazione sono stati commessi sempre da altri profughi, con l’unica differenza che i carnefici erano di…rullo di tamburi…religione musulmana. Chi l’avrebbe mai detto, vero? Di questi 743 profughi che hanno accettato di sottoporsi al questionario, 304 provengono dall’Iran, 263 vengono dalla Siria e altri 63 dall’Afghanistan. Il leit motiv purtroppo ricorrente in questa rilevazione è la continua opera di discriminazione ed intimidazione fisica sfociante in veri e propri atti di violenza corporale che questi profughi cristiani hanno dichiarato di aver subito dai musulmani presenti nei vari centri di accoglienza in Germania. L’aspetto ancora più tragico è che questi cristiani avevano già sperimentato discriminazioni di diverso tipo, solo perché cristiani appunto, nei loro paesi d’origine. Ricordo al lettore buonista e progressista di sinistra, che sicuramente sarà presente anche qui, che non esiste sulla faccia della terra un paese islamico che sia al tempo stesso anche democratico.

A dire questa ovvia verità non è un leghista della Bassa Bergamasca ma è semplicemente la storia recente: se utilizzate un semplice mappamondo noterete che tutti i paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, e che sono a stragrande maggioranza islamica, o sono delle dittature militari (appoggiate politicamente dall’Occidente) le quali si reggono per il timore appunto dell’avanzata islamica oppure sono paesi sulla carta democratici ma che in verità dopo le cosiddette Primavere Arabe sono in preda all’anarchia e alla violenza tra bande. Cito per gli amanti della storia che ogniqualvolta vi sono state nei paesi islamici del Nord Africa delle libere elezioni democratiche, la cui correttezza è stata riconosciuta anche dall’OCSE, i gruppi fondamentalisti islamici che volevano, e vogliono tuttora, applicare la Sharia (legge coranica) e discriminare le altre minoranze religiose hanno non vinto, ma stravinto. E’ il caso per esempio dell’Algeria dove nel 1991 gli integralisti del Fronte Islamico di Salvezza (FIS) stravinsero le elezioni con percentuali bulgare per poi abbandonarsi a violenze di ogni tipo prima di essere sedati nel sangue da un colpo di stato militare. Oppure pensiamo al caso recente dell’Egitto, dove nel 2013 i fondamentalisti religiosi dei Fratelli Musulmani vinsero con il loro candidato premier Morsi le elezioni prima di cadere anch’essi sotto la maglia repressiva dei militari, che in Egitto governano da sempre anche per frenare le spinte islamiche radicali. Per non parlare poi dei tormentati Territori Palestinesi dove a vincere le ultime elezioni tenutesi regolarmente nel 2007 furono gli integralisti islamici di Hamas anche se per correttezza bisogna ammettere che la vittoria dei radicali islamici fu dovuta anche alla corruzione imperante nel partito moderato di Al Fatah e nella continua calata di braghe di quest’ultimo di fronte ai crimini dei sionisti in Palestina. Se poi ci spostiamo leggermente verso Est troviamo quella che io personalmente considero una grandissima delusione in fatto di aspettative tradite di un Islam democratico, ossia la Turchia. Pensiamo solo alle grandi aspettative sollevate dalla prima elezione di Erdogan a presidente nel 2004, nel quale si prometteva progresso economico per tutti ed un Islam politico rispettoso dei diritti civili, e vediamo ora come si è ridotto uno dei pochissimi baluardi laici presenti all’interno dell’universo islamico.

Cosa voglio dire con questa breve esposizione? Prima di addentrarmi nella descrizione minuziosa delle discriminazioni subite dai profughi cristiani anche qui in Germania, volevo semplicemente ricordare al lettore che tutti gli stati a grandissima maggioranza di popolazione islamica presenti nel mondo oscillano tra dittature militari o anche feudali, come per esempio il caso di tutti i paesi del Golfo Persico, e cosiddette democrazie nelle quali le minoranze religiose (per non parlare dei gay) vengono quotidianamente martoriate. Questo dato di fatto potrà far storcere il naso alla paladina dei diritti delle donne e dei migranti, la Presidentessa della Camera degli Imputati Boldrini, oppure potrà far mettere un velo di malinconia al Er Papa de Roma Francé ma purtroppo le cose stanno proprio così. Se non si parte da questi presupposti, allora non si può capire i motivi delle persecuzioni dei cristiani nei campi profughi in Germania. Certo noi ricchi e decadenti occidentali avremmo potuto fare a meno di distruggere esempi autoritari ma chiaramente laici di governi nel mondo musulmano: dopo aver liquidato Saddam e Gheddafi, i quali avevano sempre combattuto il fondamentalismo religioso, e aver fatto sprofondare la Libia e l’Iraq nell’anarchia e nella guerra civile, abbiamo pensato bene di appoggiare i tagliagole jihadisti in funzione anti-Assad senza considerare (ovviamente sono ironico) che sotto la dittatura del “perfido” presidente legittimo siriano tutte le minoranze religiose, come i cristiani e gli yazidi, oltre a quelle nazionali, come per esempio i curdi, erano tutto sommato integrate e qualunque episodio di discriminazione era punito dal regime laico al potere. Niente a che vedere con l’Arabia Saudita, che giustamente è uno dei più fedeli alleati USA in Medio Oriente. Per nor parlare dell’appoggio ai vari gruppi fondamentalisti islamici presenti nei Balcani i quali hanno messo a ferro e fuoco la Bosnia e la regione serba del Kosovo, appoggio gentilmente concesso dall’Occidente (USA in primis) con il principale scopo di indebolire la Serbia, storica alleata della Russia. Per scrivere dell’irreversibile ipocrisia occidentale avrei bisogno di un libro intero, ergo mi fermo qui.

Aggiungo solo che nei tre paesi islamici dai quali proviene una parte rilevante dei profughi presenti in questo momento in Germania, la stragrande maggioranza della popolazione è favorevole all’applicazione della Sharia: nello specifico l’84% dei pakistani, il 91% degli iracheni e addirittura il 99% degli afghani supportano l’applicazione della Sharia nei loro paesi. Perfino in uno Stato, considerato dal mainstream imperante come un esempio di laicismo quale il Marocco, l’84% della popolazione vorrebbe l’applicazione della legge coranica al posto di quella civile. E stiamo parlando di persone, anzi di risorse come le ha definite la Terza Carica della Repubblica Italiana, che poi giunte in Occidente hanno serie difficoltà ad integrarsi anche per il loro rifiuto di accettare la nostra legislazione civile, ad impianto romanistico, nella quale è prevista una chiara divisione tra la legge civile e quella religiosa.

Chiusa la breve ma doverosa parentesi, andiamo pure avanti nel report sulle violenze ai danni dei migranti cristiani che si trovano tuttora in Germania. Dei 743 profughi che hanno accettato di sottoporsi al sondaggio, 314 di loro hanno dichiarato di aver sperimentato minacce di morte direttamente su di loro o su membri della loro famiglia, 416 hanno subito ferimenti fisici e violenze corporali e 44 di loro hanno subito violenze sessuali. Ma il dato che denota in maniera inequivocabile l’origine religiosa delle persecuzioni e che dovrebbe mettere una pietra tombale sulla rassicurante favoletta del multiculturalismo, è quello secondo il quale 674 profughi di religione cristiana o appartenente alla minoranza yazida hanno dichiarato di aver subito violenze di vario tipo da altri profughi di religione musulmana solamente perché cristiani. Su 743 casi totali parliamo perciò del 91% di casi di violenze perpetuate da musulmani contro cristiani solo per la diversa appartenenza religiosa di quest’ultimi. Se volete denunciarmi di razzismo o istigazione all’odio religioso e/o razziale, sappiate che vi porto le fonti. Un altro dato inquietante è che, sempre secondo le testimonianze delle vittime stesse, 205 casi di aggressioni sarebbero state compiute addirittura dalle guardie di sicurezza le quali, invece di proteggere i cristiani e le persone appartenenti ad altre minoranze religiose, si sarebbero unite ai profughi nei pestaggi e nelle altre forme di violenza ed intimidazione. Inoltre l’83% degli interpellati ha dichiarato di aver subito diversi attacchi nel tempo anche in aree e luoghi d’accoglienza diversi tra di loro, il che può solo voler significare che la pratica di violenza a danno dei cristiani da parte della maggioranza dei profughi musulmani è ben diffusa nei centri di accoglienza e che non sono perciò meri episodi isolati.

Sono sicuro che nessuno di voi avrà ascoltato i media italiani parlare di questi diffusi episodi di violenza a danno dei profughi, quelli veri. E’ alquanto desolante assistere da una parte ad una retorica buonista secondo la quale chi esprime critiche nei confronti della politica di porte aperte viene categorizzato seduta stante come razzista, e poi notare come di fronte ad episodi reali e documentati di discriminazione la stessa sinistra, con la connivenza delle cooperative cattoliche, si giri dall’altra parte. In Germania dove i vescovi cattolici e i pastori protestanti sono ben più seri rispetto a quelli italioti, la voce si è alzata forte e chiara contro queste discriminazioni. In un comunicato congiunto rilasciato il 12 luglio i rispettivi rappresentanti dei Vescovi cattolici e dei Pastori protestanti a proposito delle condizioni dei profughi che decidono di convertirsi al Cristianesimo hanno scritto testualmente:

I richiedenti asilo politico che si sono convertiti dall’Islam al Cristianesimo si trovano in una situazione particolare. Ci sono stati relativamente molti resoconti di assalti fisici e casi di blasfemia dei simboli religiosi fino alle minacce di morte. Nei paesi islamici i convertiti sono spesso esposti a persecuzione diretta da parte dello Stato o all’ostracismo sociale. E’ probabile che più di uno (evidente eufemismo utilizzato in maniera cauta dai rappresentanti delle Chiese per evitare di infiammare ulteriormente gli animi nda) dei numerosi richiedenti asilo politico sostenga il concetto familiare nei loro paesi d’origine anche dopo che sono giunti in Germania, secondo il quale chiunque si converta dall’Islam al Cristianesimo ha commesso un’offesa gravissima. Per di più, i convertiti manifestano qualche volta un duro rifiuto di aiuto da parte delle guardie di sicurezza musulmane (presenti nei centri profughi nda) e degli interpreti.”

Aggiungo io che in diversi paesi islamici, come per esempio il Pakistan, l’apostasia è considerato un crimine gravissimo passibile di morte tramite lapidazione. Inoltre il riferimento dei rappresentanti le Chiese cristiane tedesche al rifiuto da parte delle guardie musulmane di prestare aiuto ai malcapitati, è purtroppo vero: tenete infatti conto che nei centri d’accoglienza la maggior parte delle guardie sono anch’esse di religione islamica e pertanto in casi di aggressione religiosa essi manifestano omertà e, ipotesi non rara, connivenza vera e propria con chi aggredisce. A questa coraggiosa presa di posizione pubblica contro le persecuzioni dei cristiani, il valoroso e buon Papa de Roma da quanto mi risulta era troppo impegnato ad aprire le porte della sua cucina a famiglie di profughi le quali si sono discretamente abbuffate sotto lo sguardo onnipresente delle telecamere di Rai Uno, tra orgasmi multipli negli editoriali di Scalfari e sguardi d’approvazione della sinistra di governo. In Italia per nostra sfortuna a dire frasi simili e di semplice buon senso c’è rimasto solo Salvini e le sue felpe pirotecniche, il che la dice lunga sullo stato della nazione. Ma bando alle ciance melanconiche, proseguo con un altro pezzo molto interessante del comunicato congiunto dei capi religiosi cristiani, il quale sembra offrire una soluzione pragmatica alle difficoltà di convivenza religiosa ben diversa dalle magnifiche sorti e progressive del multiculturalismo spacciato ai quattro venti come sinonimo di prosperità. Ecco cosa hanno scritto:

Va detto con chiarezza: l’ideale di una pacifica convivenza di persone provenienti da differenti modelli educativi (sic) non deve portare i singoli richiedenti asilo politico o gruppi di rifugiati ad essere esposti ad attacchi. Se la protezione delle minoranze non può essere garantita in un dato centro d’accoglienza per rifugiati, allora la soluzione di alloggi separati potrebbe essere appropriata. Lo stesso è vero se i conflitti crescono o sono imminenti ed una soluzione non può essere trovata oppure potrebbe essere dannosa per le vittime. La protezione delle minoranze e la prevenzione dalle sofferenze umane deve avere la priorità assoluta.”

Lascio immaginare ai lettori se a proporre una simile soluzione di buon senso fosse stato un qualsiasi politico italiano, non per forza leghista o di destra, quali e quanti insulti dai soliti benpensanti avrebbe dovuto subire. Soprassediamo e teniamo ben a mente che la soluzione di separare le due comunità, che a prima vista potrebbe essere vista tramite uno sguardo superficiale come una forma di apartheid, in verità sembra ahimè l’unico modo per evitare forme di violenza islamica nei confronti della minoranza cristiana. Faccio presente che la medesima soluzione prospettata dai rappresentanti delle Chiese cattoliche e protestanti in Germania era risultata la preferita dalla maggioranza degli stessi profughi cristiani che si erano sottoposti al questionario: su 743 interpellati ben 424 avevano auspicato la sistemazione in alloggi separati come l’unica soluzione possibile per evitare soprusi e violenze di vario tipo da parte dei profughi musulmani. Ci tengo a precisare che in questo report non si parla di una tensione costante tra le due comunità che sfocia ciclicamente in atti di violenza da una parte e dall’altra, bensì di una continua oppressione da parte dei profughi di religione islamica a danno dei cristiani. Ci tengo a ripeterlo poiché altrimenti il lettore potrebbe pensare che non vi sia un chiara distinzione tra vittime e carnefici.

Vi sono inoltre due considerazioni da tenere a mente da questo articolo: la prima è che le stesse dinamiche religiose di discriminazione a carattere islamico già presenti nei paesi d’origine dei profughi sono state importate di pari passo nei paesi d’accoglienza, e non parliamo solo della Germania. Nel link che tra un po’ posterò troverete il report in lingua inglese nel quale è presente un capitolo specifico nel quale, con fonti alla mano, vengono riportati i casi di discriminazione violenta ai danni dei cristiani, in alcuni casi culminati perfino con le uccisioni degli aggrediti, da parte di profughi musulmani nei vari campi disseminati in Europa. E si badi bene che casi di questo genere non sono episodi violenti verificatisi in maniera isolata bensì di un vero e proprio trend che si è riscontrato in tutti quei centri d’accoglienza per rifugiati da Nord a Sud d’Europa, dalla Svezia alla Grecia passando anche per l’Italia. Caratteristica comune è che i profughi sono stati presi di mira solamente perché cristiani o anche perché convertitisi dall’Islam al Cristianesimo; non abbiamo nemmeno preso in considerazione i trattamenti subiti dagli omosessuali dal momento che in quei casi i gay non hanno nemmeno avuto il coraggio di dichiararsi come tali per terrore di essere uccisi o pestati seduta stante e non stiamo scherzando, purtroppo.

La seconda considerazione è di carattere più generale, se vogliamo, e dovrebbe far aprire una seria e non ideologica riflessione sul fenomeno migratorio che da anni vede l’Europa come principale punto d’approdo. Ebbene quasi sempre nel dibattito pubblico assistiamo allo scontro da due opposte tifoserie: da una parte vi sono gli ultrà della chiusura totale delle frontiere e della battaglia senza se e senza ma alla presunta invasione straniera, mentre dall’altra parte abbiamo i sostenitori di un’accoglienza totale e senza confini né distinguo per chiunque desideri cercare una vita migliore in Occidente. Nonostante alcune eccezioni possiamo altresì affermare che i partigiani della chiusura delle frontiere si collocano sulla destra dello schieramento politico con non rari cedimenti verso le sirene del neo fascismo, mentre coloro i quali vorrebbero abolire le malvagie frontiere per tutti i disperati stanno ben saldi a sinistra. A mio modesto parere entrambe le posizioni estreme peccano di superficialità e di un’ideologia fallace che punta più a criminalizzare l’interlocutore che la pensa diversamente piuttosto che a cercare una soluzione razionale. Questo report, sebbene i critici possano bollarlo perché di area cristiana ergo di parte, dovrebbe far riflettere sulle oggettive difficoltà nell’integrare due religioni così diverse come l’Islam ed il Cristianesimo. Correrò il rischio di passare per razzista, non me ne importa nulla, ma è un dato assodato dall’esperienza storica anche recente come in tutti i paesi dove ci sono state minoranze islamiche vi sono sempre state fortissime tensioni sfociate spesso in guerre aperte: pensiamo per esempio alla guerra civile in Bosnia (1991 – 1995) dove la minoranza islamica (foraggiata dai soliti noti emiri e nella quale avevano combattuto anche futuri membri di Al Qaeda nda) aveva voluto creare un proprio Stato scontrandosi così con la parte serba – ortodossa che invece aveva ben altre posizioni e sensibilità; oppure ancora ai casi balcanici di stati falliti come il Kosovo e la Macedonia, senza dimenticare la violenza del gruppo islamico Boko Haram in Nigeria contro le minoranze cristiane o la guerriglia della minoranza islamica nelle Filippine. Mi dispiace dirlo ma dovunque ci sono minoranze islamiche, si verificano sempre delle gravi tensioni di carattere religioso e politico. Negare la storia recente vuol dire nascondere la testa sotto la sabbia per poi uscire shockati quando scoppiano le bombe, quelle vere, come a Parigi e Bruxelles.

La soluzione prospettata dalla maggioranza dei cristiani perseguitati nel voler vivere separatamente dai musulmani potrebbe essere vista come uno smacco durissimo contro il mito moderno del multi kulti, di quel tipo di società moderna cioè dove tutte le culture e le identità si fondono nel prototipo del consumatore amorale che vive nel presente ed ignora il passato, ma è un metodo che viene sempre più seguito nelle grandi città europee a più alta concentrazione islamica. Altrimenti non si spiegherebbe come mai a Bruxelles, Londra, Parigi e Berlino non vi siano quartieri, poniamo, di soli italiani o spagnoli ma invece siano presenti veri e propri ghetti urbani popolati quasi esclusivamente da arabi, magrebini e turchi di religione islamica che parlano solo la lingua dei loro paesi d’origine e che non intendono integrarsi con la cultura, qualora ve ne sia rimasta anche solo traccia, del paese d’accoglienza. Per i più timorosi sembrerebbe quasi che le minoranze islamiche intendano creare delle vere e proprie società parallele, con il solito corollario di traffici di vario genere. Come sempre più spesso accade, non ho delle soluzioni preconfezionate a portata di mano ma intendevo semplicemente presentarvi delle testimonianze di persone costrette a subire quotidianamente le angherie di musulmani per il solo fatto di non credere in Maometto o chissà anche solo per aver portato una birra in stanza. In questo piccolo spazio di informazione, una delle tante gocce nell’oceano della rete, ho preferito ragionare partendo dai dati e non scandendo facili slogan. Di sicuro in tutta Europa si sono verificati dei veri e propri assalti a persone, la cui unica colpa era quella di credere nella religione cristiana e le quali già cercavano rifugio dalle violenze subite nei loro paesi d’origine e che hanno tuttavia ritrovato le medesime logiche anche nella civilissima Europa e senza che nessun organo preposto alla loro sicurezza fosse intervenuto. Questa per me è le vera tragedia.

Ad ogni modo qui di sotto trovate l’intero report in lingua inglese dell’associazione cristiana Open Doors che l’ha commissionato:

https://www.opendoors.de/downloads/Berichte/Open_Doors_survey_Lack_of_protection_for_religious_minorities_in_Germany_2016_10.pdf

Concludo il mio articolo con le molto sagge e ponderate parole del capo di Open Doors, tale Markus Rode il quale ha voluto precisare che:

Chi vuole approfittare degli esiti di questo nuovo rilevamento per scopi politici o per il proprio tornaconto personale, chi qui vorrebbe leggere tra le righe una condanna in blocco dei musulmani, agisce in maniera politicamente e socialmente irresponsabile.”

Parole da condividere, per carità. Ci tengo poi a precisare che il sottoscritto autore di questo articolo da più di un anno si è ufficialmente sbattezzato dalla Santa Romana Chiesa Apostolica Cattolica ed in questo momento si trova a vivere a Neukölln, il quartiere turco di Berlino. Che il lettore tragga le sue dovute considerazioni.

1https://www.berlinjournal.biz/open-doors-schutz-vor-muslimen/

2 Risposte a “La persecuzione dei cristiani in Germania”

  1. Allora siamo in due ad essere sbattezzati,
    Pero’ ormai il danno e’ fatto.
    Religione, politica o tifo sportivo, pari sono,
    l’importante e’ comandare, in questo caos
    organizzato c’e’ chi ne trae benefici e nello
    stesso tempo si e’ blindato da possibili vendette.
    Abbiamo una religione che predica l’arrendevolezza
    e una che predilige la lotta. E la terza che decide le
    sorti di entrambi a secondo del momento.
    Si ricordi che una citta’ sotto assedio e’ tradita sempre
    dall’interno.
    Vigilare.

  2. Non e’ il crisitano ad essere perseguitato ma l’uomo bianco.
    Accade lo stesso in america, i bianchi anche se cristiani sono
    additati come razzisti quando si oppongono all’ingresso dei
    latinos, tutti rigorosamente cattolici, in america.
    Vogliono costruire una nuova razza, dei frankstein o dei
    mutanti.
    Comunque, la razza bianca si e’ rimbecillata parecchio,
    fara’ la fine del dodo o del fagiano, oppure finira’ in una
    riserva per i posteri.

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