Un piccolo passo per l’uomo e ancora uno più piccolo per l’umanità

Buongiorno a tutte le mie potenziali lettrici/lettori del mio blog,

secondo la prassi corrente di chi fonda l’ennesimo blog su Internet, direi di procedere con le presentazioni di rito. Da circa una settimana ho pensato bene di scrivere le mie sconclusionate e qualche volta grottesche esperienze e di condividerle su questo spazio, nella vana speranza di trovare qualche lettore disperato, pardon affamato di verità, disposto a leggerle e chissà magari anche a commentarle. Prima però sono necessarie alcune doverose precisazioni che avranno come conseguenza di alienarmi il 90% di potenziali lettori normali per, ahimè, attrarre quel 10% di disadattati che tuttavia, secondo i più recenti rilevamenti demoscopici, sono in lenta ma costante ascesa.

Quello che vi racconterò sono storie berlinesi che spesso non emergono dalla marea montante di elogi sperticati verso questa meravigliosa ed apertissima città. Voglio essere onesto con voi: non faccio parte del fronte di estimatori della capitale e spero un giorno di emigrare nella Germania autentica, quella dei sandali sopra le calze e le camicie a quadri perennemente sporche di senape. Ma finchè sono qui mi piacerebbe impiegare il mio scarso tempo libero per intervistare persone che normalmente non sono sulle copertine dei giornali alla moda; il mio modestissimo obiettivo è quello di gettare un ponte da me e quanti si barcamenano in Italia alla ricerca disperata di un lavoro convinti che questa sia una valle dove scorre perennemente il latte e il miele.

In secondo luogo vorrei alzare inevitabilmente e pericolosamente il tiro. Dopo un iniziale entusiasmo per essere approdato nella terra teutonica dove tutto è possibile, da circa un anno a questa parte mi sono venuti dei dubbi esistenziali sulla tenuta del sistema Germania. Ho sempre pensato che il successo economico di questo paese, che ricordiamolo è uno dei pochi che dalla crisi economica del 2008 è cresciuto in Europa, fosse dovuto alla rinomata precisione e serietà teutonica, alla tenuta dei suoi bilanci pubblici e a un mercato del lavoro ricco di possibilità per tutti. Soprattutto dopo che si è consumata la cosiddetta crisi greca che ha visto essenzialmente la capitolazione totale di quelle forze che volevano mettere in discussione il dogma dell’austerità di Merkel e della sua eminenza grigia Schäuble, ho cominciato a riflettere sul fatto che forse questa tanto decantata superiorità morale ed economica tedesca abbia delle basi più mediatiche che reali. Per farla breve vorrei verificare se questo sistema è così efficiente come molti espertoni da diversi anni vogliono farci credere; il fatto di essere un emigrato che lavora qui non da ieri potrebbe essere un buon viatico per studiare il “nemico” dall’interno. 

Insomma quello che leggerete in questo spazio non saranno consigli su dove andare a ballare il prossimo sabato sera o in quale locale turcomanno degustare il miglior kebab. Leggerete testimonianze di vecchi comunisti che vi diranno come si viveva realmente nella DDR e magari vi stupirete che forse non era cosí male come ci hanno fatto sempre credere. Probabilmente dovrete trattenere qualche ruttino di disprezzo dopo aver sentito dei rispettabili patrioti germanici esporre le proprie moderatissime opinioni sull’islamizzazione d’Europa. Mi piacerebbe poi fare un giretto per i paradisi del multiculturalismo spacciato ai quattro venti dalle èlite che ci (s)governano come l’unica strada percorribile per l’Europa di domani. A Neukölln (rinomato quartiere berlinese) tutti i turchi integrati da tre generazioni parlano tedesco? Qualche simpatico padre di famiglia in ciabatte e barba alla saudita, anzi pizzo per la precisione, esprime solidarietá nei confronti dei tagliagole siriani? Lo scopriremo assieme nelle prossime puntate…

Insomma vediamo cosa ne viene fuori; il vostro pessimisimo è pari al mio credetemi. Nel frattempo il primo reportage di questo triestino cripto-austriacante sarà un viaggio nella profondissima Berlino Est. Infatti nel prossimo weekend mi recherò in quel fantomatico quartiere di Marzahn, da molti bollato come il nuovo Bronx, per fare una chiaccherata con la locale comunità russa e se possibile con qualche esponente del NPD, ossia i neonazisti crucchi, che in quel quartiere è una forza presente e viva. Gli ingredienti ci sono tutti…per una denuncia a piede libero ovviamente! Dimenticavo un particolare importante per evitare che rimaniate delusi: non essendo le mie finanze così prospere come da due anni a questa parte sto facendo credere ai miei parenti ed ai quei pochi amici rimasti a Trieste, nei miei reportage da assalto non utilizzerò telecamere per il semplice fatto che non ne ho i soldi per comprarne una. Potrei avvalermi del mio smartphone ma diciamo pure che non è di ultimissima generazione. Quindi dovrete accontentarvi della mia prosa scritta e se vi appassionerete al mio stile da piccolo Terzani in erba, potreste utilizzare la vostra sfrenata fantasia per dare un pizzico di esotismo in salsa di crauti alle mie avventure. Se poi in un futuro ipotetico ed in questo momento inimmaginabile il mio blog dovesse avere un discreto successo, non mi dispiacerebbe avere un telecameraman (l’ho scritto giusto?) al mio fianco. Per ora si naviga in solitaria.

Allora ciao a tutti belli e crucchi. La messa è finita.