Cosa rischia veramente la Germania (e noi) 2/3

Ad ogni modo queste sono solo alcune delle tante domande che mi erano venute in mente dopo che nel frattempo i ritratti degli attentatori erano stati dati in pasto a noi europei “terrorizzati” dall’escalation del terrorismo. Specifico, qualora ve ne sia ancora bisogno, che il termine “terrorismo islamico” è stato usato ogni qualvolta si è voluto dare un’accezione ben definita ad ognuno di questi episodi segnati da un forte disagio psichico ed esistenziale, dai quali sono scaturiti atti di violenza e a cui si è voluto far indossare subito il capello del terrore di stampo religioso. Alle voci sempre più critiche delle versioni ufficiali la polizia ha risposto senza molti fronzoli che per la prima volta abbiamo di fronte “casi di una radicalizzazione lampo” degli attentatori, che fino al giorno prima degli attacchi non avevano mai manifestato un’attenzione particolare per l’Islam tanto che in alcuni casi era risaputo da amici e familiari che essi fossero dediti a pratiche ben poco islamiche come bere alcool e andare a donne (vedi il caso dell’attentatore di Nizza, Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, per citarne uno). Nei casi poi degli attacchi isolati in Germania essi sono stati rivendicati subito dall’Isis attraverso la sua fantomatica agenzia stampa Amaq, anche se era evidente perfino ad un osservatore poco attento come si trattasse in verità di episodi singoli e scevri da alcun mandato proveniente dallo Stato Islamico.

In ogni caso vorrei fare qualche passo in avanti e tentare di immaginare quali potrebbero essere i risvolti di un vero attacco terroristico in Germania, rivendicato senza timore di fraintendimenti dall’Isis o da altri gruppi affini. Già in marzo, all’indomani della strage all’aeroporto e ad una stazione della metropolitana di Bruxelles, avevo scritto un articolo intitolato “Bomba o non bomba” nel quale mi chiedevo provocatoriamente se un attentato islamico sarebbe stato possibile anche qui a Berlino, la metropoli dove vivo. La mia risposta, la quale non è mutata nel corso dei mesi, è che un attentato di stampo islamico a Berlino, ma anche in altre grandi città tedesche, non è affatto da escludere per i seguenti motivi:

La quota di disoccupati tra i migranti turchi raggiunge l’incredibile percentuale del 44%. Sempre secondo Brenke, “il problema assume una gravità particolare poiché tre quarti di loro non può nemmeno dimostrare di avere alcun diploma scolastico (sic), ragion per cui sarà estremamente difficile integrare questi ragazzi (che lo ripetiamo ancora una volta, sono spesso cittadini tedeschi nati qua nda) nel mondo del lavoro. La situazione (sempre sue testuali parole) è drammatica3.”

Altro dato che dovrebbe far riflettere sulla finora mancata integrazione tra la maggioranza tedesca e la minoranza turca, è quello che ci comunica come un quinto dei cittadini tedeschi di origine turca non parli tedesco4. E stiamo parlando della comunità musulmana che da più tempo è presente in Germania e che pertanto, a rigor di logica, dovrebbe essere anche quella meglio integrata. Non ho nemmeno preso in considerazione per pietà umana i dati statistici sulla conoscenza del tedesco e sul livello formativo delle comunità arabe appena arrivate in Germania di recente; in tal caso le prospettive di un’integrazione con i “valori” tedeschi maggioritari sono per ora una mera chimera. Ad ogni modo è chiaro, al di là di isterie leghiste e facili generalizzazioni, come la mancanza di una vera integrazione, dovuta a carenze linguistiche e culturali, possa servire da perfetto serbatoio di manovalanza giovanile, quindi facilmente manipolabile, e disoccupata, ergo povera e frustrata, dal quale pescare una marea di potenziali attentatori.

Da questi elementi ne deduco che le possibilità di un attacco islamista a Berlino, così come è successo a Parigi e Bruxelles, non sono poi così remote come si può pensare. Certo l’ipotesi che una cosa del genere possa accadere anche qua a Berlino sembra pura fantascienza venata da una certa dose di complottismo fine a sé stesso. Tuttavia vi ricordo che, secondo quanto è stato riportato dai media tedeschi e dalla stessa polizia, le persone arrestate qualche giorno fa erano pronte a passare dalla mera teoria alla pratica. Lo ha detto perfino il Ministro delle Interiora…

Appurato dunque che anche la Germania non è una meta sicura, vorrei tentare di ragionare su quelle che potrebbero essere le ricadute politiche di un’eventuale bomba. Già in maggio con un altro articolo dal titolo “Mamma gli Turchi” riflettevo nella mia sempre più grave mania complottistica che oramai ha ammorbato la mia mente, su come entità sovrane esterne alla Germania potrebbero avvantaggiarsi di un eventuale clima di terrore e isteria collettiva successiva alle bombe. Nello specifico riflettevo su come colui, che io ho ribattezzato in maniera ironica (ma non troppo) il fratello musulmano in giacca e cravatta, ossia Mr. Erdogan, potrebbe ergersi ad unico referente politico in grado di fermare l’arrivo apocalittico di milioni di profughi, nei quali potrebbero infiltrarsi, sempre a detta dell’ingombrante vicino turco, migliaia di terroristi islamici. Nell’articolo in questione avevo inoltre ripreso una frase di Erdogan stesso dal seguente link:

http://news.nationalpost.com/news/the-snakescan-bite-you-turkish-president-warned-on-friday-of-another-terror-attack

Questo articolo del National Post aveva dato spazio ad un’affermazione pubblica di Erdogan il quale il giorno venerdì 18 marzo, ossia 12 giorni prima degli attentati all’aeroporto e ad una stazione della metro a Bruxelles, aveva affermato (sue testuali parole) :

Non c’è nessuna ragione per cui la bomba che è esplosa ad Ankara (precedente attentato dell’Isis n.d.r.) non possa esplodere a Bruxelles o in qualsiasi altra città europea.” Il vizir aveva poi rincarato la dose: “I serpenti che dormono con voi possono mordervi in qualsiasi momento.

Purtroppo questa dichiarazione PUBBLICA di Erdogan non ha avuto la giusta attenzione mediatica che meritava e pertanto nessun giornalista ha avuto finora la possibilità né l’ardore di chiedere maggiori spiegazioni al diretto interessato. Un vero peccato indubbiamente anche se mi piace pensare, da scettico quale sono, come il Presidente turco l’abbia semplicemente sparata grossa e per un semplice caso fortuito abbia azzeccato la previsione.

(…continua)

1https://www.statistik-berlin-brandenburg.de/Publikationen/OTab/2014/OT_A08-07-00_192_201401_BE.pdf

2https://de.wikipedia.org/wiki/Araber_in_Berlin

3http://www.taz.de/!5176721/

4https://www.welt.de/politik/deutschland/article7222075/Tuerken-sind-die-Sorgenkinder-der-Integration.html Aggiungo che in questo studio neanche gli italiani fanno un’ottima figura.