In un altro Parlamento invece si è deciso di festeggiare il sessantesimo anniversario dei Trattati in maniera un po’ diversa, anzi direi controcorrente. Questo paese insulare ha deciso in maniera trasgressiva, qualche tempo fa si sarebbe usato il termine “eretico”, di uscire da questo stesso Progetto che a loro miope modo di vedere non funziona e non ha un futuro. E si badi bene che questo paese non avrebbe avuto motivi seri per uscire dalla UE; infatti giova sempre ricordare che stiamo parlando della seconda economia dell’Europa, oltre che della sede internazionale della finanza. Nonostante ciò, da molti anni vi sono sempre più numerosi cittadini di quest’isola che stanno dimostrando una certa dose di insofferenza nei confronti di quello stesso Club di cui sono anch’essi membri. Motivi? Difficile dirlo. Qualcuno addita il razzismo strisciante di un popolo erede di un Impero Coloniale con la I cubitale, che sempre meno sopporta gli arabi e gli sporchi negri che vengono a rubare loro lavoro, donne e sussidi; qualche mente bizzarra addirittura tira fuori discorsi che sembravano sepolti da 70 anni, facendo balenare l’idea che i cittadini di questa strana isola non siano proprio entusiasti del ruolo di leadership che un altro paese (continentale) si è voluto assumere nei confronti degli altri. C’è perfino qualche pazzo pronto a scommettere sua madre (mi ero quasi dimenticato di aggiungere che il popolo di questo nebbioso paese ha una passione sconsiderata per le scommesse) che sempre più cittadini e politici abbiano paura che quello stesso paese continentale voglia dominare militarmente ed economicamente l’Europa, come aveva già tentato di fare due volte negli ultimi cent’anni. Insomma capite bene che la follia trova numerose sponde in questo bizzarro paese, ben diverso dalla razionalità del primo descritto sopra. Nonostante tutto questo, il Parlamento del secondo paese europeo ma non europeista si è riunito sempre oggi per discutere delle modalità con le quali uscire – loro poveri illusi sperano per sempre – dal Progetto. Anche in questa occasione erano presenti tutte le forze politiche in aula, compresa un Primo Ministro donna. Il Presidente non poteva esserci poiché questi cittadini, oltre ad essere ignoranti come scarpe in tema di politiche economiche, hanno anche la sventura di venerare una Regina.
Morale della favola? Nel caso del primo paese tutti i media hanno esaltato la ritrovata unità europea delle forze politiche che quasi sgomitavano in aula per dimostrare la loro fedeltà all’Unione, mentre nel secondo paese la mera fatalità e il sempre verde terrorismo islamico hanno fatto sì che scoppiasse una bomba di fronte a quello stesso Parlamento che si era riunito per discutere l’uscita da quel fantomatico Progetto Europeo. Il vostro scrittore preferito deve aggiungere altro?
Concludo solo dicendo che il primo paese menzionato è criticato da diverse forze intellettuali interne poiché non si starebbe adattando agli usi e costumi del resto d’Europa. Spesso si sentono giornalisti giudiziari e comici affermare sconvolti: “Ma nel resto d’Europa non si fa così! Quando il nostro paese diventerà normale? Come nel resto d’Europa appunto…”. Ecco io vorrei spezzare una lancia, anzi un’arancia, a favore di questo così vituperato paese. A ben vedere infatti, non è così retrogrado come viene ingiustamente descritto da molti intellettuali: le genti e le elitè di questa nazione hanno infatti inventato le banche già nel Medioevo, i tassi di interesse, i comuni come li conosciamo oggigiorno hanno avuto le loro radici qui secoli e secoli fa, per non parlare poi delle varie mafie che sono state esportate nel resto del mondo. Senza dimenticare che questo paese già negli anni ’20 fu il primo ad essere governato da un partito fascista di massa e sempre il primo in Europa ad essere stato “liberato” dagli anglo-americani. Inoltre faccio notare che all’indomani della fine della Guerra Fredda questo paese così infamato è stato il primo nel quale sono saliti al potere partiti euroscettici e populisti, che ora sono la norma in tutta Europa, senza considerare l’avvento al soglio di Palazzo Chigi di un magnate conservatore con un conflitto di interessi lungo un chilometro ed il cui atteggiamento pubblico non è proprio da galateo asburgico. Tutto questo ben 20 anni prima dell’elezione del cafone Trump. Ma come si fa ad avere ancora il coraggio di definire questo paese come “retrogrado”? Anzi, io oserei dire che è sempre stato un’avanguardia in Europa! I governi degli altri paesi europei hanno sempre preso spunto, se non addirittura scopiazzato, dal nostro modello. Compresa la trita e ritrita strategia della tensione a carattere terroristico, andata in onda quest’oggi nel secondo paese da me citato e che nel primo paese trova le proprie origini dai lontani anni…