Per tre volte ho visto persone prendere l’eroina sulla pubblica piazza ed in tutte queste occasioni la mia mente non ha dimenticato mai la location nè l’atmosfera circostante. La prima volta mi trovavo in un inverno di qualche anno a Kottbusser Tor, vicino alla piazza della movida notturna del quartiere multi kulti di Kreuzberg. Dovevo andare in un cosiddetto WG Party, ossia quelle tipiche feste private berlinesi dove la Polizei irrompe immancabile dalle 22:00 in poi su chiamata dei vicini per garantire il silenzio notturno. Non conoscendo bene il luogo, avevo percorso una rampa di scale su un edificio errato e dopo nemmeno un piano mi ero imbattuto in un giovane turco disteso per terra con lo sguardo sul soffitto ed una siringa impiantata nel braccio sinistro. Confesso ora la mia vigliaccheria oltre che la fobia da siringhe ed aghi che mi avevano spinto a fuggire come un topo dalla nave. La seconda volta attendevo la U-Bahn nel quartiere dello shopping cittadino, che tale è rimasto dai tempi della divisione del muro. Siamo a Steglitz, nella parte occidentale della metropoli, ed un uomo di ritengo circa 50 anni si stava preparando la sua dose incurante delle persone che con le borse in mano di Decathlon, H&M e Saturn attendevano la metro della sera. Ancora una volta non ero riuscito ad osservarlo per più di qualche secondo prima di andarmene via racchiuso nel mio egoismo. Ora invece siamo a Neukölln in un qualsiasi sabato notte ed ancora una volta le persone circostanti, a maggioranza giovani con birre in mano e arabi che paiono appena arrivati in Germania, sembrano non rendersi conto che uno dei tanti sommersi si sta preparando senza stress alcuno e con tutta calma la siringa, la polverina con l’accendino e il cucchiaio d’ordinanza. Osservandolo questa volta senza scappare via, mi pare come un dottore che prepara il suo kit prima di operare con gli strumenti del mestiere. Anche questa è Berlino ma guai ad intraprendere una crociata o perlomeno cercare di porre il problema privato su una cornice pubblica; si rischierebbe di passare per moralisti o peggio ancora per conservatori. Molto meglio educare i drogati a non lasciare le siringhe nei parchi perchè ci passano i bambini oppure nelle scale degli androni per non scandalizzare il professionista che ti vive accanto, come ho letto in alcuni piccoli volantini affissi sempre a Neukölln.
La sensazione percepita è quella di una marea umana sempre di più sull’orlo del collasso o dell’esaurimento nervoso, detto burn out come devozione verso i modelli d’oltreoceano. Vicino casa mia come non dimenticare una donna di mezza età, elegante e ben curata, che appena scesa dal vagone del treno si distende con le gambe all’aria sulle sedute della stazione. La cosa curiosa è che non sembrava affatto una sommersa ma tentando di chiederle come stava senza ricevere alcuna risposta se non degli incomprensibili mugugni, forse ho capito che non aveva semplicemente più le forze per nuotare nel mare tedesco. Pertanto lo stravaccarsi sulle panchine col suo vestito elegante e le gambe distese verso il cielo altro non è stato che una normale reazione fisiologica del proprio corpo che ha detto basta. Queste rappresentazioni della “scena berlinese“ sono solo la punta di un iceberg la cui base rimane ancora sommersa. L’occultamento di questi interessanti fenomeni è garantito sia da una stampa stampella del sistema e sempre più ipnotizzante, ma anche da un certo modus operandi che qui tende a negare o minimizzare i problemi. Per esempio, sempre partendo da esperienze personali, non sarà forse un caso che nella stazione da me percorsa ogni mattina hanno iniziato dal nulla una serie di lavori solamente in una parte occupata perennemente da invisibili presenze in sedia a rotelle, sacchi a peli, vino in cartone e perfino vasi di plastica contenenti liquidi che il lettore può ben immaginare. Ho detto invisibili perchè la loro presenza era finora ribadita non tanto dalla vista dei passanti bensì dagli odori che da lì provenivano e che ammorbavano la stazione. Ragion per cui i lavori in quel padiglione cambieranno le cose, dando la giusta dignità ad uno dei tanti angoli periferici della capitale tedesca.