Un Primo Maggio diverso

schule germaniaVorrei raccontarvi una breve storia. Il Primo Maggio non l’ho passato all’interno del rituale e sempre più commerciale corteo, bensì in un parco urbano con amici per lo più italiani. Durante il pic – nic abbiamo conosciuto una donna anch’essa italiana di circa quarant’anni, che da sette lavora a Berlino come insegnante di italiano. Lei ama questa città ed il suo lavoro, tanto che diversi anni fa ebbe a rifiutare la cattedra in Italia come docente di ruolo poichè meno pagata rispetto alla sua attuale occupazione. Quindi stiamo parlando di un’immigrata che non se la sentirebbe mai di tornare indietro nella sua madrepatria, visto che qua ha trovato una situazione migliore; abbiamo insomma discusso con una persona amante della Germania ed in particolare della sua capitale Berlino. Ebbene durante la conversazione, che ha toccato temi molto diversi, il discorso non poteva non cadere sulla sua occupazione e sulla situazione in generale delle scuole qui a Berlino. Con grande sorpresa la sua risposta è stata tutto tranne che scontata: nonostante il suo amore per il lavoro e per la sua patria d’adozione, la docente si è dimostrata molto pessimista sul futuro della scuola e dell’istruzione in Germania.

I livelli di violenza tra gli alunni e di quest’ultimi contro gli insegnanti stanno aumentando a vista d’occhio, per dirne una. Le migliaia di figli di rifugiati siriani, che sono arrivati a Berlino nel 2015, ma anche di figli di turchi qui insidiatisi da anni non dispongono di un livello di tedesco minimo per comprendere una normale lezione in qualsiasi classe elementare. Nel suo caso specifico lei aveva dovuto elaborare e stilare ben otto programmi diversi di apprendimento dedicati ad una classe mista; questo poichè v’erano alunni che potevano scrivere solamente in arabo o addirittura in cirillico, ma ovviamente non in tedesco; altri ragazzini potevano parlare in maniera discreta un tedesco standard ma non erano capaci di scriverlo senza contare i numerosi errori di lessico e di grammatica; altri (la maggior parte secondo le sue testuali parole) erano di fatto analfabeti per quanto concerneva la conoscenza del tedesco parlando solo arabo o turco e non sapendolo scrivere; in generale i livelli erano e sono tuttora infimi con la conseguenza inevitabile che anche il livello formativo per i figli di tedeschi “nativi“, chiamiamoli così, si abbassasse pericolosamente. I dirigenti scolastici oltre che i politici tedeschi stanno dimostrando una grande rigidità mentale nel non voler capire che anche i figli di turchi venuti qui a lavorare nella fabbriche o come tassisti desiderano qualcosa di più che affettare kebab, visto e considerato che le menti brillanti e curiose non conoscono limiti d’umanità. Tenendo anche conto che in Germania l’insegnante può decidere se un ragazzino di 13 anni è abbastanza intelligente da poter proseguire la sua carriera scolastica nel liceo e da qui all’università, c’è il rischio concreto di creare frustrazioni future tra i figli di immigrati che, non essendo ritenuti degni di considerazione a causa delle loro lacune linguistiche, potrebbero gettarsi in traffici poco onesti sulle strade o al massimo continuare a vivere un’esistenza povera nei ghetti urbani. Queste parole pesanti come macigni non provengono dal flusso della mia mente in questo momento, bensì dalle parole dell’insegnante che mi sforzo di riportare.

Tuttavia l’aspetto curioso, che nessuno si aspetterebbe, è che si sta verificando un trend che vede i genitori tedeschi mandare sempre di più i loro figli non già nelle normali scuole, dove i loro figli sarebbero in minoranza di fronte ad una maggioranza di arabi e turchi che secondo loro beninteso li escludono e discriminano, bensì in scuole bilingui dove almeno possono disporre di un normale livello di istruzione e soprattutto di un’accettabile convivenza tra le parti. In special modo le scuole bilingui italo – tedesche stanno conoscendo un boom di iscrizioni, dovuto alla paura descritta sopra dei genitori tedeschi di mandare i loro figli in classi miste, in verità dominate dai figli di arabi. Sembra ardito secondo il dogma del politicamente corretto dire ciò ma mi limito a riportare le parole della docente italiana, che non ha fatto altro che descrivere il trend in questione. La paura è così forte che i genitori preferiscono far iscrivere i loro figli in tali scuole linguistiche, anche se essi non parlano o scrivono una singola parola di italiano. Secondo il loro ragionamento sarebbe meglio per loro fare fatica adesso nell’imparare una lingua straniera, tra l’altro molto amata in Germania, da zero piuttosto che spedirli in classi ghetto dove essi saranno in minoranza e dovranno sottostare alle leggi dei clan oltre che vivere in un costante clima di violenza.

Altri particolari interessanti, o inquietanti se preferite, raccontati dalla prof espatriata è che in una scuola situata a Schöneberg la preside ha recentemente deciso di dotarsi dei servizi di un’agenzia di sicurezza privata per garantire l’incolumità degli alunni e del corpo insegnanti. Negli ultimi mesi era normale assistere a pestaggi tra studenti durante le pause, senza contare le aggressioni ed il clima di vera intimidazione portato avanti da alcuni di essi contro gli insegnanti. La stessa docente italiana ci ha raccontato che qualche volta le è capitato di recarsi in alcune classi per delle supplenze ed il clima di caos e violenza era così acuto che, sempre stando alle sue affermazioni rilasciate a noi, non era in grado nemmeno di dire “Guten Morgen”. Sembra insomma che il clima euforico seguito all’accoglienza degli stranieri, non parliamo solo degli ormai inflazionati siriani, non stia raggiungendo gli obiettivi mirati per usare un generoso eufemismo. La stessa istituzione delle cosiddetteWillkommen Klassen”, quelle classi speciali che hanno il compito di fornire un’infarinatura generale del tedesco standard ai figli di profughi e stranieri che parlano solo le loro lingue locali, non ha impedito l’accrescimento del gap e, di conseguenza, i sempre più precari livelli di istruzione e formazione generale. Secondo una classifica annuale sul livello di istruzione dei bambini e ragazzini in Germania, i livelli formativi in matematica e tedesco degli studenti berlinesi è stato definitivo miserabile essendo risultato, chissà  perchè poi, il peggiore tra tutti i 16 Länder tedeschi. Prima di concludere, stavo per dimenticare un dettaglio fondamentale: l’agenzia di sicurezza privata è stata richiesta dalla preside di una scuola elementare.

3 Risposte a “Un Primo Maggio diverso”

  1. Interessante fenomeno…
    Ma queste scuole bilingui sono stattali o private?
    Saluti

  2. Un nostro illustre connazionale si espresse cosi:
    http://www.lintellettualedissidente.it/ritroso/giovanni-papini-chiudiamo-le-scuole/
    A proposito di violenza, noi italiani viviamo nella bambaggia ovattata,
    i nostri padroni che si esprimono per mezzo dei media, esagerano in tutto,
    una inocua caduta viene descritta come una strage, descrivono
    le nostre azioni paragonandole a immense catastrofi, quando invece
    siamo il popolo europeo e mediterraneo piu’ pacifico e tontolone.
    Ricordate che i nostri padroni sono coloro che per il loro immenso
    coraggio ci portarono all’8 settembre 1943.

  3. Sempre per rimanere in tema Germania e primo maggio,
    ecco una lettura diversa del festeggiamento,
    http://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2012/04/primomaggio/
    poi se ha visto il simbolo della repubblica democratica tedesca,
    puo’ approfondire il perche’, se poi si chiede perche’ i paesi
    governati dalle sinistre si definiscono “democratiche”, si arriva
    alla conclusione che l’ultima guerra mondiale era veramente
    contro questo genere di democrazia paradiso dei lavoratori o
    come dicono i tedeschi: Lumpenproletariat.
    https://perchiunquehacompreso.blogspot.it/2012/04/falce-e-martello-sono-simboli-massonici.html
    Chi controlla il passato controlla il futuro… Chi controlla il presente controlla il passato.
    George Orwell ( che copio’ il libro.)
    https://www.justnerd.it/2017/09/25/noi-romanzo-zamjatin-recensione/

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