Un esperimento

elbe-2189888_960_720Non dev’essere stato facile per i tranquilli abitanti della sonnolenta Castelfranco Veneto svegliarsi a causa delle grida di qualche centinaio di persone che nella via principale urlavano slogan contro gli stranieri e la stampa bugiarda. A far scendere nella pubblica piazza questi giovanotti, probabilmente con ancora in sangue il vino del sabato prima, era stata l’uccisione di un italiano di origine albanese da parte di due africani illegalmente residenti nel Belpaese e da mesi in attesa di espulsione. Le dinamiche dell’evento non erano state ancora chiarite che il solito tam tam di Facebook e di altri cosiddetti social, assieme al passaparola di amici e conoscenti, aveva fatto diffondere la notizia che due sporchi negri” avevano ucciso uno di loro. Pertanto la rabbia, diffondendosi come un fiume in piena, aveva spinto le frange più estremiste della un tempo ricca città veneta a vendicarsi a modo loro dei numerosi stranieri presenti nel paese; testimoni oculari e giornalisti presenti sul posto avevano dichiarato che questi facinorosi avevano minacciato, inseguito, urlato slogan volgari e in alcuni casi pestato sul posto poveri disgraziati, molti di loro da anni residenti in Italia con regolare permesso di lavoro, che per sfortuna si trovavano lì. Essendo domenica mattina, la polizia e i carabinieri erano intervenuti in ritardo e, secondo molti osservatori, poco avevano fatto per impedire le violenze contro gli stranieri. Le anime più maliziose avevano addotto che alcuni membri della forza pubblica fossero notoriamente simpatizzanti di destra; ad esempio essi avevano riportato che qualche giorno prima a Treviso durante una manifestazione di Forza Nuova contro la presunta islamizzazione d’Europa tra i manifestanti era presente un agente della Polizia di Stato, che a quanto parte condivideva le idee dei dimostranti. Lui stesso aveva cacciato in malo modo una troupe della Rai, giunta sul posto per documentare gli eventi. Tuttavia bisogna aggiungere che alcuni tra i manifestanti di Castelfranco Veneto più violenti erano arrivati a picchiare degli agenti dopo averli stesi a terra. Alcuni video in proposito parlavano chiaro.

A questo punto scoppia inevitabile la polemica politica. Innanzitutto i giornali cosiddetti progressisti come Repubblica ed Il Fatto bollano subito tutti i manifestanti come fascisti e razzisti. A supporto di questa categorizzazione generale riportano le statistiche sulla provincia di Treviso e il Veneto tutto, definendo la regione come un problema nazionale mai risolto dal momento che da trent’anni almeno a questa parte sarebbe infestato di nazisti assettati di sangue e sempre pronti a menar pugni contro le minoranze. In effetti la regione in questione negli ultimi anni è stata teatro di diversi atti di violenza contro gli stranieri; numerosi sono stati gli incendi appiccati contro i centri d’accoglienza per profughi, mentre l’anno scorso addirittura un pullman pieno di migranti, tra cui donne e bambini, era stato fermato da centinaia di persone inferocite che avevano urlato slogan contro gli stranieri. Il pullman aveva dovuto fare dietrofront e tornare non appena gli animi si fossero calmati. Inoltre, come accennato, ogni lunedì a Treviso si riuniscono migliaia di persone nella piazza principale per protestare contro la presenza dell’Islam in Europa. Tuttavia questi centinaia di atti di violenza contro singoli stranieri o centri non sempre erano stati riportati dai liberi media italiani, che anzi avevano dato l’impressione di nascondere, omettere e minimizzare i dati per non dare ulteriore fuoco alle polveri. Dall’altra parte c’è chi ricorda come l’intera regione Veneto a partire dall’inizio della crisi economica del 2008 abbia conosciuto una vera e propria ecatombe industriale, con fabbriche costrette a chiudere e non pochi imprenditori suicidatisi per troppi debiti. La disperazione ha costretto decine di migliaia di giovani ad emigrare all’estero in cerca di un lavoro decente, mentre chi è rimasto ha dovuto accettare paghe basse e contratti a termine. Inoltre, a creare ulteriori tensioni e ad esacerbare gli animi, ci ha pensato la crisi migratoria che ha portato centinaia di migliaia di africani in Italia ed il Veneto non ha fatto eccezioni. Il premier all’epoca in carica, rigorosamente europeista e progressista secondo i canoni politologi, durante una conferenza stampa aveva risposto alle (poche e timide) prime critiche con il famoso slogan: Ce la facciamo!”. Tuttavia molti dei migranti, non avendo lavoro e non parlando italiano e soprattutto non avendo la minima intenzione di integrarsi ai cosiddetti valori italiani, si erano messi a campare con piccoli atti di delinquenza. Chiunque avesse osato criticare la politica dell’accoglienza urbi et orbi era stato tacciato all’istante di essere fascista e razzista, mentre i media, come detto, non sempre riportavano gli atti di violenza da una parte e dall’altra per timore di gettare ulteriore benzina sul fuoco.

Ora però c’è scappato il morto ed i media italiani non hanno più potuto ignorare la rabbia e soprattutto l’indiscriminata caccia all’uomo contro lo straniero. A differenza del Capodanno del 2016, quando di fronte al Duomo di Milano centinaia di donne erano state molestate da migliaia di profughi arrivati da poco grazie alla politica d’accoglienza descritta sopra, i media hanno riportato subito la notizia per non apparire come dei censori di Stato. Lo stesso non si potrebbe dire per quanto riguarda gli organi governativi; il Premier Conte dopo appena due giorni ha condannato con un certo ritardo i fatti di Castelfranco tramite una dichiarazione scontata e con le solite parole di circostanza. Tuttavia ancora oggi, dopo quasi due settimane dall’accaduto, non si è nemmeno degnato di visitare la cittadina sia per dimostrare la presenza dello Stato italiano sia per avviare un dialogo con i cittadini scesi in piazza a protestare. I soliti maligni hanno fatto balenare l’ipotesi che Conte abbia semplicemente paura di recarsi lì per timore di essere contestato da gente stufa di anni di promesse a vuoto. Ma a ricevere le maggiori critiche è stato logicamente il Ministro degli Interni Salvini, già da tempo accusato di condotte illecite contro i migranti oltre che di proporre un’inaccettabile ideologia razzista. Anche lui si è ben guardato dal recarsi sul posto a dimostrare anche in maniera simbolica la presenza dello Stato, anch’egli ha aspettato giorni prima di commentare le violenze con le solite e banali frasi in politichese ma, non contento di ciò, ha addirittura osato dire che la madre di tutti i problemi è l’immigrazione”. Apriti cielo. Saviano ha preso subito la palla al balzo scrivendo due post al giorno su Facebook per un’intera settimana senza soluzione di continuità; il PD e quel che rimane della sinistra boldriniana ancora presente in Parlamento hanno richiesto seduta stante le dimissioni dell’indegno Ministro degli Interni e perfino una commissione d’inchiesta sui fatti di Castelfranco; infine alcuni giornalisti ed intellettuali progressisti da sempre vicini ad una certa sinistra pro-immigrazione come Gad Lerner ed Oliviero Toscani hanno lanciato una campagna mediatica in segno di solidarietà con i migranti e per protestare contro l’inadeguatezza del Governo nel difendere i propri cittadini e gli stranieri.

E’ intervenuto perfino l’Onu, che già da diverso tempo meditava di mandare una commissione d’inchiesta in Italia per monitorare i numerosi casi di razzismo. Con i recenti episodi la decisione è stata approvata a tempo di record per risolvere l’emergenza. Mica però è finita qui: il capo dei servizi segreti Alessandro Pansa ha messo in dubbio l’autenticità di un video, nel quale si vedeva un gruppo di veneti che tra una bestemmia e l’altra urlavano ingiurie contro uno “sporco negro” lì presente che nel frattempo era fuggito terrorizzato per evitare Dio sa cosa, adducendo che potesse essere stato manipolato o che perlomeno fosse stato presentato alla stampa in modo incompleto e quindi distorto. Salvini si è salvato in corner, appoggiando la versione dell’autorevole capo dei servizi, mentre il Governatore leghista del Veneto Luca Zaia durante una sessione del Consiglio regionale ha negato energicamente che si sia trattato di teppaglia, di pogrom e di caccia allo straniero”, scatenando un caso sui media internazionali che a questo punto si ponevano legittime domande sullo Stato di Diritto in Italia e sul ritorno di tensioni razziali, che appena 70 anni fa avevano condotto quel paese a sterminare milioni di ebrei, zingari, omosessuali ed altre minoranze. In tutto questo l’unico gesto da segnalare da parte del Presidente Mattarella è stata la sua simbolica adesione tramite Twitter ad un concerto di artisti rigorosamente antifa, tra cui Fabri Fibra e Fedez, dal titolo Noi siamo di più”. Per il resto tutto tace dal Quirinale.

Per concludere segnaliamo come la Merkel non si sia ancora recata a Chemnitz dai suoi concittadini oltre che dai suoi ex compatrioti Ossis. Seehofer è ancora in sella e nemmeno lui ha mai pensato di dimostrare la presenza del Bund tedesco in Sassonia, probabilmente timoroso di perdere ulteriori consensi in vista delle elezioni di ottobre nella sua Baviera. Nemmeno il capo dei servizi a protezione della Costituzione (BfV) Maaßen ha pensato di dimettersi né tanto meno di chiedere scusa per le sue frasi avventate mentre non ci risulta che l’Onu desideri inviare una commissione di inchiesta sui fatti di razzismo in Germania. Nel frattempo sembra che in un’altra cittadina sassone, al secolo Köthen, ancora un altro cittadino tedesco sia stato ucciso da due stranieri, questa volta afghani. Anche qui migliaia di “nazi” sono scesi in piazza a protestare ma questa è veramente un’altra storia.

3 Risposte a “Un esperimento”

  1. Salve. Si tratta di una parodia ambientata a Castelfranco Veneto dei fatti di Chemnitz?
    Non ho trovato niente a riguardo in internet.

  2. Salve. Si tratta di una parodia ambientata a Castelfranco Veneto dei fatti di Chemnitz?
    Non ho trovato niente a riguardo in internet. Si tratta di un “paragone” tra Italia e Germania (Est)?
    Comunque, complimenti per il sito e per gli articoli interessanti.
    Per quanto riguarda la scimmia del querto reich, non siamo riusciti a vederne il culo. E’ stato censurato e con la immaginazione non ci siamo arrivati.
    Saluti

  3. Gli intellettuali, i giornalisti e la santa opinione pubblica, sono solo dei codardi
    che sanno solo usare la forza altrui per imporre la loro volonta’.
    Miliardi di esseri umani sono stati sacrificati per una idea, di materiale non
    vi era nulla, solo parole vuote, eppure vogliono realizzare il paradiso in terra a tutti i costi, facendo scorrere oceani di sangue. In europa di questa genie di parassiti ne sono morti troppo pochi, di roghi ce ne vogliono molto di piu’, la gente sta bene anche senza di loro, sono questi parassiti che non ne possono a fare meno, ormai hanno trovato
    i fessi che li nutrono mentre loro fanno finta che spremersi le meningia sia
    piu’ faticoso che zappare. Senza di LORO si vivrebbe infinitamente meglio,
    senza pensieri.
    “””Libertà significa avere potere: non il potere di controllare gli altri, ma il potere di controllare le circostanze della propria vita.”””
    Theodore John Kaczynsk
    Legga il Manifesto di questo genio, uomo di azione oltre che di pensiero.
    Un uomo che non si e’ mai piegato alla vita comoda.
    TSCHUESS

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