Ulteriori conferme

politbarometer-dienstpflicht-100~1920x1080Il caldo torrido e le rituali file di auto verso lidi lontani hanno oscurato una notizia che, senza tema di sbagliarmi, ritengo che nessuno dei quasi 60 milioni di italiani residenti nel Bel Paese avrà né letto nè appreso per fonti secondarie. Mentre il caldo attanaglia perfino la Germania, l’ennesimo governo di Große Koalition Merkel – SPD sta discutendo seriamente la possibilità di reintrodurre il servizio militare obbligatorio per tutti i giovani tedeschi che abbiano appena compiuto 18 anni d’età. Avete capito bene e non si tratta ergo di uno svarione causato da un colpo di sole estivo. Prima di addentrarci nel merito della proposta, facciamo un breve excursus storico. In ritardo rispetto ad altri paesi europei, come per esempio il nostro, il servizio militare obbligatorio in Germania è stato abolito appena nel 2011, trasformando l’esercito di massa in un servizio composto da professionisti e militari di mestiere. Negli ultimi anni, complici i fatti di Ucraina nel 2014, i media locali non hanno perso tempo a denunciare le nuove minacce provenienti dalla perfida Russia di Putin. Tuttavia la sindrome da accerchiamento moderno della Germania del miracolo economico della Signora Merkel non ha interessato solo il classico nemico orientale. Infatti un mondo anglosassone che con l’elezione di un Trump da sempre critico del mercantilismo tedesco a base di export e tramite una Brexit, avviata anche a causa dello storico timore britannico di vedere un blocco continentale europeo dominato da una sola potenza, hanno permesso un’accelerazione improvvisa dei piani. Se a questo aggiungiamo il fallimento della Bundeswehr – l’esercito tedesco appunto – nell’assoldare nuove leve tramite manifesti pubblicitari affissi in qualunque angolo delle città e stazioni ferroviarie tedesche in maniera pervasiva e perfino tramite popolari serie Youtube, l’extrema ratio governativa di reintrodurre il servizio militare per tutti non cadrebbe dunque a caso dal nulla.

L’idea è partita dal parlamentare CDU Patrick Sensburg, il quale durante un’intervista al prestigioso quotidiano finanziario Frankfurter Allgemeine avvenuta lo scorso sabato aveva dichiarato che il futuro servizio di leva interesserà sia maschi che femmine (saranno soddisfatte le femministe nda) e che di fronte ad una situazione mondiale complessa è un modo essenziale per garantire il compito stesso di un esercito, che è quello di difendere il proprio paese”. La stessa nuova segretaria generale della CDU, la Signora Annegret Kramp-Karrenbauer fortemente voluta dalla Mutti in persona per ridare smalto al partito, ha promesso di prendere una decisione da proporre al partito stesso in vista della stesura delle nuove linee generali prevista entro e non oltre il 2020. Tanto per cambiare, la sinistra socialdemocratica responsabile al governo non ha levato in alto gli scudi ma ancora una volta si è dimostrata totalmente complementare alla CDU, con un politico SPD responsabile dell’area difesa come un certo Fritz Felgentreu che afferma: “Abbiamo bisogno di impegnarci in un dibattito sociale sul fatto che possiamo effettivamente raggiungere il personale di cui abbiamo bisogno per la difesa nazionale e per rendere la Bundeswehr il più attraente possibile”. Sembra politichese ma tradotto significa che ne possiamo discutere e che non siamo contrari a priori, anzi. Tuttavia a raffreddare gli animi ci ha pensato un altro parlamentare CDU, tale Henning Otte, sempre esperto nella difesa come il collega SPD, che al contrario ritiene che “un ritorno ad un servizio militare obbligatorio come nel vecchio modello non ci aiuta con le attuali sfide alla sicurezza. In primo luogo deve essere creato un robusto apparato militare (che evidentemente secondo lui ancora non sussiste nda). Ciò richiede giovani motivati che restino all’interno della truppa per un periodo più lungo e che possano utilizzare una tecnologia complessa“. A risultare scettico è anche il cosiddetto Commissario Militare presso il Parlamento tedesco, Hans-Peter Bartels, secondo il quale l’idea di reintrodurre la leva obbligatoria è simpatica (sic) ma si scontrerebbe con il dettato costituzionale che vieterebbe il lavoro forzato (Zwangsarbeit). Inoltre sempre lui, rispondendo alla domanda se potrebbe funzionare un sistema obbligatorio a scelta tra il servizio militare e quello civile, ritiene “improbabile che 700mila giovani uomini e donne l’anno siano obbligati a l’uno o l’altro compito”.

Insomma il dibattito è ufficialmente aperto ma la sorpresa, per chi ci segue da qualche tempo, non dovrebbe sussistere. Già qualche mese fa avevamo dato conto di esercitazioni militari NATO di circa 30mila unità nell’Europa orientale. Lo scopo era quello testuale di aumentare le capacità di reazione in caso di un attacco improvviso da parte della Russia. Il dettaglio interessante è che, sempre secondo i media tedeschi, un ruolo di guida (eine hrungsrolle) sarebbe dovuto spettare alla Germania. Altro punto importante delle esercitazioni NATO è quello di migliorare lo spostamento di carri armati in caso di guerra oltre che la mobilitazione e l’altrettanto agevole spostamento di truppe mobili da impiegare seduta stante in caso sempre di attacco da parte del nemico russo ad est. Altro dettaglio da noi riportato in precedenza e che si può ancora trovare nei cosiddetti media mainstream tedeschi e non in qualche oscuro blog complottista: la Ministra democristiana (CDU) della Difesa Ursula von der Leyen aveva richiesto qualche mese fa qualcosa come 12 miliardi di Euro in più per il budget militare durante il periodo di legislatura 2017 – 2021. Il Ministro delle Finanze SPD ha nicchiato offrendo al massimo 5,5 miliardi di Euro ma anche in questo caso il dibattito rimane aperto. Sempre l’organo Spiegel, dal 2014 se non prima russofobico e filo-liberal in fatto di relazioni transatlantiche, in data 16.02.2017 aveva pubblicato un’intervista con un tale politologo Anthony Glees dall’University of Buckingham dal titolo eloquente di La vena pacifista della politica tedesca è un problema”. Il suo ragionamento principale era che la Germania avrebbe dovuto trasformarsi in una “democrazia muscolare” in grado di guidare l’Europa anche e soprattutto in seguito alla Brexit e al tante volte promesso disimpegno di Trump dalle questioni di sicurezza europee e perfino dalla NATO. L’idea di reintrodurre il servizio militare obbligatorio in Germania avrà trovato con tutta probabilità il consenso del politologo inglese, che quindi potrà osservare come il primo tassello di una Germania muscolare che difenda il progetto europeo ed il proprio benessere dalle minacce incombenti delle super potenze euroasiatiche ed atlantiche è stato gettato.

Ad ogni modo la reintroduzione della leva non vedrebbe la Germania al primo posto. Già nel 2015 l’Ucraina e la Lituania avevano pensato di mandare le cartoline a casa dei giovani diciottenni o riservisti. Il primo paese è in guerra dal 2014 per le note vicende del colpo di stato di Piazza Maidan e dell’annessione della Crimea da parte della Russia. Il secondo, anch’esso storico nemico di Mosca, aveva giustificato la reintroduzione del servizio militare con la scusa di una possibile invasione da est. Tuttavia i timori dei due paesi per la politica di Putin e la conseguente militarizzazione delle rispettive società non hanno nulla a che vedere con le proposte tedesche descritte sopra, giusto?

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