Perché la Germania ha terrore di Trump

trumptweetLa domanda corretta dovrebbe essere riproposta così: ‘Perché il GOVERNO della Signora MERKEL ha terrore della vittoria di Trump?

La risposta è semplice, baby: la vittoria di Trump rimpolperà ulteriormente le destre populiste europee che già da diversi mesi stanno crescendo nei sondaggi. Nell’aprile del prossimo anno si vota per le presidenziali in Francia e qualora Marine Le Pen del partito euroscettico Front National dovesse vincere anche al secondo turno, bé allora ciò significherebbe la probabile uscita della Francia dalla zona Euro e il crollo del progetto dell’Unione Europea a predominio economico tedesco. Un Euro tenuto coscientemente basso negli ultimi anni dalle politiche monetarie della Banca Centrale Europea (BCE) del Governatore Mario Draghi ha avvantaggiato in maniera scorretta l’export della Germania il quale è letteralmente esploso negli ultimi anni, a tutto svantaggio della Francia e dell’Italia. Più volte la Le Pen ha dichiarato pubblicamente di voler far uscire il suo paese dall’Euro, il che comporterebbe la rivalutazione di quest’ultimo a tutto svantaggio dei furbacchioni tedeschi. Sappiate che la Germania è diventata addirittura il paese che esporta di più al mondo, di più perfino della Cina, soprattutto grazie a un Euro svalutato e tenuto basso dalla BCE appunto. Una vittoria della destra di Le Pen, sempre più galvanizzata dal successo del Donald d’oltreoceano, e una conseguente uscita della Francia dall’Euro segnerebbe la fine del “miracolo tedesco” basato su un’esplosione dell’export grazie ad un Euro svalutato e con tutta probabilità alla fine dello stesso Progetto Europeo, con buona pace dei sognatori di Ventimiglia di ieri ed oggi.

Un altro incubo geopolitico che non sta facendo dormire la Signora Kasner è il riavvicinamento che è già in atto tra il neo presidente Trump ed il governo britannico della conservatrice May. Il nuovo primo ministro britannico che si è insediato dopo le dimissioni di Cameron a seguito della Brexit, ha più volte confermato la sua volontà di applicare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che prevede il recesso di uno Stato membro dalla UE. Ciò ha causato una dura reazione da parte del Presidente della Commissione Europea Juncker il quale ha fatto intendere che le condizioni per un’uscita del Regno Unito saranno alquanto dure, aggiungendo che una condizione base per l’accesso al Mercato Unico Europeo è il rispetto della libertà di circolazione delle persone, fattore che invece il governo britannico vorrebbe limitare per poter mettere un freno ad un’immigrazione considerata dalla maggioranza dei sudditi di Sua Maestà britannica oramai senza freni. Inoltre una nuova alleanza USA – UK potrebbe far sì che l’import/export britannico si volga verso la sponda americana dell’Atlantico con buona pace di quei politici tedeschi, in primis il Ministro delle Finanze Schäuble, che vorrebbero applicare dei dazi commerciali punitivi alla Gran Bretagna, dimenticando che quest’ultima è un importatore netto dalla UE (cioè importa di più rispetto a quanto esporti, ergo dei dazi avrebbero come conseguenza di danneggiare maggiormente i principali esportatori verso l’UK come per esempio la Germania nda). Ciò significa che dopo la vittoria di Trump, il quale si è sempre schierato a favore della Brexit e che proprio mentre sto scrivendo queste righe si è incontrato con Farage, la Gran Bretagna potrà in caso di fallimento dei negoziati con la UE volgere le proprie attenzioni commerciali verso l’America ed ignorando così apertamente le minacce di un blocco commerciale da parte di una UE (leggi Germania) sempre più divisa ed irrilevante dal punto di vista geopolitico. Per la Germania una Gran Bretagna che affida sempre di più le sue sorti commerciali a paesi extraeuropei, può voler significare una perdita netta di centinaia di migliaia di posti di lavoro visto e considerato che dopo la Francia l’UK è il partner commerciale più importante per la Germania all’interno dell’Unione Europea.

Last but non least: con la vittoria di Trump la politica di accoglienza senza confini dei migranti da parte della Merkel sarà con tutta probabilità un vago ricordo del passato. Proprio oggi Trump ha detto che è intenzionato a cacciare 3 milioni di clandestini dal paese e a rinforzare il muro che c’è già e che scorre lungo il confine con il Messico. Queste parole non hanno nulla a che spartire con quanto detto e fatto sia da Obama sia dalla Merkel negli ultimi anni. Un giro di vite contro gli immigrati in America non farà altro che portare acqua al mulino del partito populista dell’AFD che da mesi sta crescendo nei sondaggi e che alle prossime elezioni tedesche, oltre ad entrare in Parlamento, potrebbe addirittura affermarsi come la seconda forza politica del paese qualora il trend dovesse essere confermato. L’appoggio del democratico Obama nei confronti dell’accoglienza di un milione di siriani in Germania sarà impossibile che si ripresenti nel caso in cui Trump confermasse con azioni politiche quanto da lui detto in tema di immigrazione durante la campagna elettorale. Non è da escludere che, per evitare un’ingloriosa uscita di scena, la Merkel decida di non ripresentarsi neppure alle prossime elezioni.

Così e se vi pare, per dirla all’agrigentina…Nel frattempo segnalo che il Ministro degli Esteri Gentiloni, con il tipico voltagabbana italico che ci ha caratterizzato anche nelle ultime vicende libiche, ha dichiarato che è interesse dell’Italia avere dei rapporti migliori con la Russia di Putin. Ora attendo solo che Benigni dichiari che è cosa buona e giusta votare NO al Referendum per salvare la “Costituzione più bella del mondo” e che inoltre era stato costretto manu militari da Renzi in persona a partecipare al pranzo di gala a Washington organizzato da Barack e burattini.

4 Risposte a “Perché la Germania ha terrore di Trump”

  1. Ha reputato interessanti i collegamenti che le ho dato
    in questo articolo?
    Finche’ non precipita un pianeta sull’america la situazione
    storica sara’cosi’ per altri secoli,.
    Spero di non aver deluso le sue speranze di un cambiamento
    non-violento, sa neanche in India e’ avvenuta la decantata
    liberazione dal colonialismo, anzi , avendo previsto i tempi,
    hanno allevato le nuovegenerazioni dell’ exchange nelle
    universita’ prestigiose di Cambridge ed Oxford.
    I nostri cervelli ( i prescelti, n.d.a.), invece vengono allevati
    alla bocconi, alla luis e poi hanno il riconoscimento
    con il phd che non costa nulla agli ammerigani
    stampare un pezzo di carta.
    Cosi’, con il pezzo di carta che conta, si installano
    nei posti nevralgici e decidono le sorti delle nazioni
    tramite percorsi scolastici, programmi televisivi
    e teorie economiche da applicare democraticamente.
    Per resistere al fascino diabolico del potere bisogna essere
    dal cuore di pietra.
    Bis bald.

  2. Siamo qui nostro malgrado come spettatori e non
    possiamo fare altro che assistere allo svolgersi degli
    eventi.
    La nave affonda, l’orchestra continua a suonare
    e gli invitati ballano.
    Moin Moin.

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