Niente di nuovo

(160307) -- BRUSSELS, March 7, 2016 (Xinhua) -- NATO Secretary General Jens Stoltenberg (R) shakes hands with visiting Turkish Prime Minister Ahmet Davutoglu before their meeting at the NATO headquarters in Brussels, Belgium, March 7, 2016. NATO Secretary General Jens Stoltenberg on Monday discussed the NATO mission in Aegean to tackle the migrant crisis and the Syrian situation with visiting Turkish Prime Minister Ahmet Davutoglu. (Xinhua/Zhou Lei)

Tutto si sta compiendo come da copione. Berlino è vittima di un attentato terroristico di stampo islamico. Quando per la prima volta nel marzo di quest’anno avevo provato ad immaginare le conseguenze di un attacco islamista nel cuore della capitale tedesca, non ho mai smesso di credere che questo momento si sarebbe verificato entro la fine dell’anno corrente. Come vi ricorderete, già nei mesi precedenti c’erano stati diversi episodi singoli nei quali alcuni profughi avevano tentato, non riuscendovi, di portare il terrore anche nella tranquilla Germania. A dire il vero in questi ultimi giorni stavo progettando di scrivere un breve articolo su altri temi: avrei voluto infatti riportare la dichiarazione di un importante politico della CDU che è giunto alle mie stesse conclusioni sull’operato di Erdogan, ossia che secondo la sua opinione il presidente turco starebbe strumentalizzando l’emergenza connessa al terrorismo curdo per rafforzare il suo potere e mettere alla berlina l’opposizione interna. Questa dichiarazione di un importante esponente politico tedesco non sarebbe stata altro che un’ulteriore conferma della strategia della tensione attuata da Erdogan per ergersi di fronte all’opinione pubblica turca come l’unico uomo politico in grado di garantire la sicurezza interna. C’è da dire poi che sempre Erdogan ancora una volta ha confermato le sue doti da preveggente, avendo già ad inizio novembre dichiarato testualmente durante una manifestazione pubblica ad Ankara come “il terrorismo si sarebbe ritorto come un boomerang contro la Germania.” Nella dichiarazione pubblica in questione il neo vizir non aveva voluto specificare a quale terrorismo faceva riferimento ma tant’è: dopo qualche settimana il terrorismo ha colpito la Germania come da lui previsto. Se vi ricordate bene, già in marzo Erdogan stesso aveva dichiarato che “i serpenti che dormono in Europa possono svegliarsi e colpire in qualsiasi momento”, com’era in precedenza successo in diversi attentati terroristici verificatisi in Turchia. Detto fatto: tredici giorni dopo quella dichiarazione i serpenti si sono in effetti svegliati ed hanno morso a Bruxelles. Mi sorprende che nessun giornalista né tanto meno alcun analista occidentale si sia recato direttamente presso di lui a fargli i complimenti di persona; è probabile che da bravi razionalisti quali solo gli occidentali sanno essere, lo considerino solo un folkloristico esaltato che porta un po’ di sfiga. Tutto qua.

Innumerevoli volte nei precedenti articoli, avevo dato conto del progressivo ed inesorabile peggioramento delle relazioni diplomatiche e politiche tra la Germania e la Turchia: ho iniziato con la bagarre relativa alla risoluzione del Parlamento tedesco sul riconoscimento del genocidio degli armeni avvenuto nel secolo scorso da parte turca, con relativa e vistosa assenza in aula della Merkel e del Ministro degli Esteri Steinmeier, per poi proseguire con l’ira turca in merito alla dichiarazione pubblica resa da un rappresentante del governo tedesco al Bundestag concernente il ruolo della Turchia nell’appoggio e finanziamento a diversi movimenti radicali islamici e gruppi terroristici operanti in Medio Oriente, per poi soffermarmi sull’incredibile umiliazione che il Ministro degli Esteri Steinmeier aveva dovuto subire dal suo omologo turco durante una conferenza stampa ad Ankara, nella quale il Ministro degli Esteri turco aveva dichiarato di non poterne più dell’ingerenza e dell’arroganza della Germania in merito alla politica interna turca. E da ultimo – e anche questo episodio avrei voluto raccontarlo prima che succedesse l’inevitabile fattaccio di lunedì – nei giorni scorsi Erdogan aveva esplicitamente vietato la celebrazione del Natale in diversi istituti privati turco – tedeschi operanti in Turchia. Trattasi di mera provocazione o avvertimento ultimo a non impicciarsi degli affari interni della Turchia? Fatto sta che da lì a qualche giorno l’attacco si è verificato in un mercatino di Natale vicino ad una delle chiese più importanti di Berlino situata a sua volta vicino al viale berlinese dello shopping, esplicitando così la volontà di attaccare due simboli della Germania cristiana ed al tempo stesso consumistica.

Ed ora cosa succederà? Intanto non è ancora sicuro che ad aver commesso l’attentato sia stato un profugo né tanto meno che si sia trattato di una sola persona. Tanto per cambiare, vi sono già diversi elementi discordanti come già si era verificato in occasione di precedenti atti di terrorismo islamico in Europa: in primo luogo non si capisce bene come l’autista, che si presume fosse sporco di sangue, fosse riuscito a scappare da una zona centralissima della città e piena zeppa di persone senza essere stato avvistato da nessuno. Qualcuno per caso lo ha aiutato nella fuga, magari con una macchina presente sul posto? Inoltre come ha fatto la polizia a fidarsi subito della testimonianza di un semplice giovane passante tedesco che ha dichiarato loro che ad aver compiuto l’attacco sarebbe stato un pakistano, poi catturato nel parco cittadino del Tiergarten e rilasciato ieri perché non aveva nulla a che fare con la strage? Questo giovane era per caso un abile depistatore? E’ possibile risalire alla sua identità e magari intervistarlo? Tuttavia questi elementi strani, che a più di uno avranno fatto alzare le antenne e fatto bofonchiare il lettore colto di complottismo da quattro soldi, non sono in verità importanti. Fondamentale è invece capire se e come la Merkel si presenterà il prossimo anno alle elezioni nazionali con l’incubo di ulteriori attentati provocati da profughi o se invece preferirà dimettersi (chissà anche in seguito a qualche intercettazione NSA sbattuta in prima pagina) qualche mese prima, se di conseguenza il leader del partito gemello bavarese della CSU Seehofer riuscirà a sostituirsi alla Merkel come candidato più credibile alla Cancelleria, se e come Erdogan strumentalizzerà anche in questo caso l’emergenza terroristica ed il conseguente terrore in Europa per ergersi ad unico paladino della difesa dei confini europei dall’infiltrazione islamista e se riuscirà al contempo a portare a casa il tanto agognato accordo sui visti liberi per i cittadini turchi che desiderano entrare in Europa, e se infine la sempre più malconcia e divisa UE sarà in grado di serrare le fila degli assediati europei, sempre più impoveriti ed impauriti, e portare a compimento il vecchio e finora mai realizzato progetto di esercito comune europeo. In fondo tutti questi temi li avevo già snocciolati nel merito negli articoli precedenti e perciò mi fermo qua per non rischiare di essere ripetitivo. Un’altra domanda, che dovrebbe sorgere spontanea e che sarebbe più giusto mutarla in speranza, è se l’attentatore del camion ancora libero ed armato venga catturato vivo – e non morto com’è quasi sempre accaduto nei precedenti episodi terroristici – dalle forze speciali tedesche. Temo però che assisteremo presto ad uno spettacolo già visto.

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