Ma cos’è la Destra. Cosa (non) è la Sinistra.

23589_giorgio-gaber_1Le recenti settimane sono state scandite politicamente parlando dalla grande paura legata all’avanzata dei cattivoni nazisti, degli xenofobi, dei razzisti, dei radicali di estrema destra, come oramai la grancassa mediatica ci fa credere da diverso tempo a noi europei impauriti e soprattutto impoveriti. Due domeniche fa è mancato poco che il presunto erede delle SS austriache dal nome banalmente tedesco Hofer riuscisse a salire sullo scranno più alto della democrazia austriaca, ossia la Presidenza della Repubblica. I media tedeschi in una completa e disarmante unanimità hanno gioito all’affermazione dell’anziano e navigato politico verde Van der Bellen il quale è riuscito a ricacciare indietro l’ondata nera che rischiava di sommergere la nostra luminosissima civiltà europea. Intanto oltreoceano un altro pericolosissimo razzista si è aggiudicato ufficialmente la nomina come prossimo candidato repubblicano alle elezioni presidenziali americane; stiamo parlando ovviamente di Donald Trump il quale tra le varie sue esternazioni ha avuto l’ardore di dichiarare di voler dialogare con tutti gli storici nemici dell’America, tra cui Putin, senza pregiudizi alcuni oltre ad aver avuto addirittura la sfrontatezza di voler desecretare le 32 pagine top secret del rapporto della Commissione Governativa sull’11 settembre nelle quali si fa riferimento a pesanti responsabilità della casa reale saudita nell’attentato. Ma per fortuna che ci pensa la sinistra progressista e pro Obama a ricordarci che si tratta solo di fuorvianti proclami politici a cui non bisogna assolutamente dare corda. Intanto, come ho già scritto nel mio precedente articolo, il visir Erdogan tiene la Merkel, e quindi tutti noi europei che la signora Kasner pretende di rappresentare, per le palle con l’eterno scambio da bazar mediorientale profughi back versus turchi in. La Frau di finto ottone ha tentato, almeno così narrano i media progressisti alla cui testa si colloca lo Spiegel delle tedesche brame, di convincere il sultano a mitigare la recente legge antiterrorismo che consente l’incarcerazione preventiva di presunti terroristi anche solo per semplici indizi di sospetto ma in cambio ha ricevuto un sonoro vaffanbrodo. Non contento, il fratello musulmano in giacca e cravatta ha preteso la promulgazione di un regime più liberale in termini di visti d’ingresso per i cittadini turchi che si apprestano ad invadere, pardon a transitare, in Europa. Mentre i nostri antenati che combatterono a Kosovo Polje, Lepanto e Vienna si stanno rigirando disgustati nella tomba, i cosiddetti profughi hanno individuato il nostro Paese italico come il solito ventre molle d’Europa da assaltare per poi proseguire nella loro corsa verso i sussidi d’oltralpe. Insomma si tratta sempre della solita ed anche un po’ monotona ordinaria amministrazione in questi tempi di caos controllato.

Vorrei però fare un salto indietro di qualche settimana e descrivervi quello che mi è accaduto in due recenti manifestazioni a cui ho avuto l’occasione, ma non certo l’onore, di partecipare. La prima è stata quella del Primo Maggio a Kreuzberg, a cui avevo già partecipato l’anno scorso. Al solito corollario di svenimenti dovuti a dosi eccessive di alcool, sballo consumato nei baretti sparsi di qua e di là e perfino di bambini turchi intenti a servire falafel (ma non era la Festa del Lavoro?) di fronte allo sguardo noncurante della Polizei, caso ha voluto che vi fosse anche una manifestazione cosiddetta politica come accade oramai da tradizione in questo giorno. Ho pensato così di seguire per un po’ il corteo per capire quale fosse il clima politico e soprattutto quali fossero le rivendicazioni sociali in un periodo come il nostro nel quale i diritti dei lavoratori sono drammaticamente sotto assedio. Dico subito che non ho sentito uno e dico un solo discorso sociale da parte degli illustri oratori di sinistra (meglio sarebbe dire urlatori) a meno che non si vogliano definire sociali i soliti triti e ritriti slogan nei quali rimbombano paroloni ad effetto come “lotta di classe, solidarietà internazionale, morte ai padroni, basta sfruttamento” ed altre amenità del genere. La cosa che mi ha tuttavia più incuriosito è stato vedere un bar di una certa fama a Kreuzberg aver chiuso le saracinesche in segno di protesta contro questa deriva consumistica e assolutamente frivola di quella che una volta era la festa di chi lavorava e veniva ordinariamente sfruttato; di fronte all’enorme saracinesca mestamente abbassata del bar in questione (che sicuramente ha perso ottimi introiti al contrario degli altri locali) campeggiava uno striscione nel quale si denunciava in soldoni la deriva consumistica degli ultimi anni a Berlino, la cosiddetta inefficacia degli slogan gridati da questi radical chic che non portano a niente di concreto e il valore vero del primo maggio che oramai si è completamente perso. Devo dire di essere rimasto colpito e ammirato dalla scelta controcorrente dei titolari, oltre che ovviamente d’accordo.

Andando avanti nella camminata lungo il corteo, un giovane mi consegna un manifesto di ben 4 pagine di uno di quei tanti micro – movimenti di estrema sinistra antagonista ed extraparlamentare di stampo marxista – leninista – anticapitalista – radicalsocialista e compagnia cantante con la passione per il plancton rappresentativo, all’interno del quale compaiono senza soluzione di continuità articoli fitti fitti nei quali si rivendica con i soliti paroloni roboanti l’avversione al disumano sistema capitalistico che sfrutta le persone, sradica i profughi, distrugge l’ambiente e via così. Tuttavia un particolare attira subito la mia attenzione: in questo paginone libertario compare in basso a sinistra un riquadro nel quale tale movimento di estrema sinistra di cui in tutta onestà non ricordo il nome anzi direi la sigla, rivendica con orgoglio la sua mancata partecipazione ad una manifestazione anti qualcosa (ragazzi vi chiedo scusa!) solo poiché aveva preso parte anche un movimento che da anni denuncia l’Olocausto che si sta consumando ai danni della popolazione palestinese da parte di Israele. In quel momento al sottoscritto sono girate onestamente le palle. Cioè scusatemi…fatemi capire bene…voi vi definite un movimento comunista e anti – militarista e poi vi rifiutate di partecipare ad una manifestazione solamente perché è presente un gruppo che giustamente denuncia il massacro ed il genocidio dei palestinesi da parte di Israele??? Anzi, non contenti di ciò, in questo piccolo riquadro continuate dicendo che tale movimento filo-palestinese, appunto perché fa riferimento esplicito ad atti spregevoli come l’uccisione di migliaia di bambini a Gaza, la colonizzazione illegale della Cisgiordania da parte di estremisti ebrei con relativi espropri e il quotidiano apartheid degli arabi, automaticamente è antisemita e quindi non meritevole di considerazione?

Voi vi chiederete perché vi racconto questo episodio all’apparenza insignificante. Ma per il semplice fatto che in quel preciso istante in cui ho letto il riquadro in questione, ho avuto la consapevolezza che non dobbiamo rivolgere più nessuna speranza in questa sinistra, ragazzi. Scusatemi un attimo se provo metaforicamente a ragionare ad alta voce con voi: ma se anche un mini gruppo di sinistra che di solito ha poca o nulla influenza politica, nel momento in cui avrebbe dovuto fare l’unica azione decente e concreta, ovverosia scendere in piazza e denunciare le politiche criminali di uno stato che più colonialista e filo-americano non si può come Israele, non lo fa ma anzi rivendica con orgoglio questa scelta, allora vuole dire che non abbiamo più speranza. Questi pensieri mi sono riemersi qualche settimana fa quando, dopo un venerdì di lavoro in ufficio, decido di fare quattro passi in relax nel quartiere turco di Neukölln. All’improvviso vedo in lontananza delle bandiere rosse della Linke (la sinistra radicale tedesca) e decido di dare un’occhiata per vedere l’effetto che fa. La cosa strana che subito mi colpisce è che questa mini-manifestazione si è radunata di fronte a dei cantieri stradali, il che sicuramente non è la location migliore per attirare gente ma vabbé…soprassediamo. Gli slogan urlati dai giovani manifestanti erano la solita lotta al fascismo, la solidarietà totale senza se e senza ma ai profughi e la lotta all’onnipresente militarismo made in USA (ma una parolina su Israele che queste politiche le porta avanti da decenni no, eh? Tsk…cagasotto radical-chic dei miei stivali). Mentre osservavo questi pasciuti e sorridenti giovani con le scarpe Nike e l’immancabile Club Mate in una mano e la cicca o la canna in un’altra, mi chiedevo come fa ancora certa gente a sorprendersi della crescita dei movimenti di estrema destra in Europa. Mi spiego:

Vorrei racchiudere le mie riflessioni sullo stato della sinistra tedesca (parlo sempre di quella che in questo momento sta all’opposizione in Parlamento e non della SPD che governa con la Merkel) in pochi e brevi punti altrimenti il lettore si addormenta. In primo luogo trovo inappropriato, sconcertante e addirittura (direte voi) pericolosamente fuorviante questo continuo richiamo ai valori dell’antifascismo. Infatti ad ogni manifestazione rossa si sentono urlare slogan contro i nazi, i fascisti e i razzisti ma onestamente nel 2016 il fascismo può ancora essere considerato una minaccia? Forse (anche se secondo il mio punto di vista tale contrapposizione era già anacronistica a quei tempi) poteva avere un senso questo richiamo negli anni ’70 quando in effetti erano presenti e molto attivi movimenti di estrema destra (infiltrati dai servizi beninteso) che si ispiravano all’esperienza storica e politica dei fascismi tedesco ed italiano. Ma ora dove sono questi pericolosissimi nazi che minacciano il regime democratico tedesco? Ma sono quattro sbandati, nemmeno troppo intelligenti, che si radunano ciclicamente nei quartieri periferici di Berlino per manifestare il loro odio verso gli stranieri. Non sono loro i nemici del popolo (ops sto cadendo anch’io nella retorica marxista)! Il brillantinato finanziere di Wall Street che ci sta pompando di derivati o il grigio burocrate di Bruxelles che esegue le criminali politiche di austerità possono intanto dormire sogni tranquilli dal momento che la rabbia di questi cosiddetti movimenti antagonisti viene incanalata su nemici inesistenti o di cui si esagera il numero e la pericolosità. In fondo a chi veramente detiene le redini del potere fa comodo creare degli spauracchi da gettare in pasto ai cosiddetti oppositori in modo tale da nascondere loro chi veramente sta portando avanti queste politiche deleterie per noi comuni mortali e sicuramente non sarà il nazistone di Marzahn a farlo. In fondo è quello che accade ogni anno in Italia con la festività del 25 Aprile nella quale tutti i nostri meravigliosi politici che ogni giorno dimostrano di disprezzare la democrazia e i diritti dei lavoratori, si limitano a dare un contentino agli antifascisti italioti facendo loro credere di rispettare i sacri valori laici della libertà, democrazia e via discorrendo. Pensate inoltre a cosa sarebbe accaduto se per esempio negli anni ’70 in Italia, ossia durante il periodo più intenso degli anni di piombo, un gruppo di antagonisti fosse sceso in piazza e avesse urlato slogan del tipo: “Abbasso le monarchie assolutiste! Siamo tutti anti – monarchici! Vogliamo applicare le mancate riforme di Robespierre! Chi non salta girondino è! Napoleone non passerà!” Dopo aver tirato loro due severi ceffoni, una persona sana di mente e con un minimo di giudizio avrebbe fatto loro presente che tali slogan politici sarebbero stati assolutamente anacronistici e, se loro gli avessero risposto che lui altro non era che un volgare codino, probabilmente non avrebbe esitato a chiamare la Neuro. Lo stesso anacronismo si verifica anche oggi: insomma questa falsa contrapposizione antifascismo – fascismo non scalfisce minimamente la tenuta del sistema ma anzi garantisce un’innocua valvola di sfogo di energie che andrebbero invece incanalate in altre direzioni. In questo la manifestazione dell’estrema sinistra a cui ho assistito ne è un esempio preclaro. Questo è il primo punto.

Ho riflettuto poi su un altro gravissimo errore che commettono i rossi, ossia quello di non rendersi conto che la loro politica di solidarietà totale ai profughi si sposa perfettamente con quelle che sono le esigenze del mondo imprenditoriale (una volta si chiamavano padroni…) al quale fa comodo avere un esercito di manovalanza di riserva da cui poter attingere per risparmiare sui costi e aumentare i profitti. Voi forse non ci crederete ma anche a me dispiace che milioni di persone scappino da guerre (da noi create) e disperazione ma ciò non significa che possiamo accogliere tutti. Appena provi ad accennare ad un discorso di questo tenore con una persona che si dichiara di sinistra, vieni subito etichettato di essere uno che vota Salvini, un razzista, un nazista e via discorrendo. In ciò a mio avviso consiste l’errore fatale delle sinistre europee, le quali non riescono più ad intercettare i voti di milioni di LAVORATORI che si sono impoveriti a causa delle politiche neoliberiste sostenute tra l’altro da governi che si proclamano PROGRESSISTI e di SINISTRA e che ora vedono con terrore e rabbia l’arrivo di milioni di potenziali concorrenti i quali (per carità non è manco colpa loro) abbasseranno i salari minimi ed aumenteranno la già serrata concorrenza tra lavoratori, a tutto vantaggio delle multinazionali e delle grandi industrie. Ma è possibile che fior fiori di intellettuali finissimi a là Scalfari o analisti che quotidianamente compaiono in tv non ci arrivino? Ma ci vuole tanto a capirlo che la Germania sta accogliendo una marea di profughi non per solidarietà o spirito umanitario ma per il semplice fatto che entro il 2050 un terzo dei tedeschi avrà più di 65 anni? Ma chi credete che pagherà le pensioni più alte d’Europa? Purtroppo le sinistre, magari anche in buona fede o perché spinte da sincere volontà umanitarie, non sono consapevoli di trovarsi per motivi sicuramente diversi sulla stessa lunghezza d’onda di chi sta promuovendo l’invasione dei cosiddetti profughi in Europa allo scopo di aumentare la concorrenza sociale tra lavoratori e di raddoppiare i profitti delle aziende. Ma proviamo per un attimo a ragionare: una persona che fino al giorno prima ha visto la sua casa sbriciolarsi, i suoi figli uccisi sotto le macerie, la sua donna violentata, ma voi credete che farà storie sul salario da percepire? A lui basterà guadagnare quel minimo che gli consentirà di vivere in Germania, ben sapendo che sarà sicuramente di più rispetto a quello che si è lasciato alle spalle. Tutto ciò però causerà un’inevitabile corsa al ribasso dei salari dal momento che anche noi giovani europei colti e plurilingui dovremo accontentarci del salario minimo per poter lavorare altrimenti l’azienduccia bavarese prenderà Abdul o Mohammed. Non bisogna essere laureati alla Bocconi per capirlo.

Queste riflessioni le ho sviluppate partecipando a due manifestazioni della cosiddetta sinistra antagonista. Ho notato l’inefficacia dei loro slogan contro nemici di carta ed ombre create ad arte dai burattinai, la codardia di denunciare in Germania che anche uno Stato comandato da ebrei può essere genocida e criminale e la loro stupida ed inconsapevole connivenza con le politiche dei padroni che prima causano le guerre in Medioriente e poi si avvantaggiano della manodopera a basso costo che viene qui convinta di trovare il paradiso in terra. Non ho nemmeno fatto riferimento alle tensioni religiose che si verificheranno (o che si stanno già verificando) in Europa nei prossimi anni altrimenti passo subito per complottista. Insomma questo è lo stato pietoso della sinistra in Germania; non oso nemmeno immaginare come possa essere in Italia…E poi i media e i militonti, pardon militanti, che leggono Il Fatto e lo Spiegel si chiedono scandalizzati come sia possibile che milioni di elettori ignoranti e retrogradi possano votare pericolosi estremisti come Hofer, Le Pen, Salvini e Trump. Lungi da me giustificare questi personaggi ma il disagio sicuramente c’è e la crescita di questi movimenti di estrema destra altro non è che la spia di un grande smarrimento percepito proprio da parte di quei lavoratori che più stanno pagando il conto salato della crisi economica e della globalizzazione. Basti pensare che, secondo il seguente sondaggio austriaco,

http://derstandard.at/2000037398941/Wer-wen-gewaehlt-hat?dst=t.co

durante le recenti elezioni presidenziali in Austria ben l’86% degli operai, ossia quelli che si spaccano la schiena ogni giorno in fabbrica, hanno votato il candidato dell’estrema destra Hofer. Invece di fare una seria autocritica, le sinistre continuano imperterrite a definire in maniera del tutto superficiale questi movimenti come neonazisti e xenofobi, senza capire che per molte persone impoverite essi rappresentano l’unica alternativa, sicuramente a tratti vaga e semplicistica ma pur sempre un’alternativa, alle politiche neoliberiste e d’austerità che stanno massacrando le persone comuni. Da notare un aspetto importante e che pochi ma onesti analisti fanno notare: le politiche degli ultimi 30 anni che hanno aumentato a dismisura il divario tra ricchi e poveri, precarizzato il mondo del lavoro e liberalizzato in maniera selvaggia i licenziamenti sono state sostenute, ovviamente non solo, ma in maniera determinante da partiti che si proclamano di sinistra. Bill Clinton, Barack Obama, Tony Blair, Massimo D’Alema, Matteo Renzi, Gerhard Schröder, Francois Hollande: sono tutti nomi di politici iscritti a partiti social – democratici o comunque progressisti che hanno favorito gli interessi del capitale e delle grandi aziende, fregandosene dei diritti dei lavoratori. Questo è un aspetto FONDAMENTALE da tenere in considerazione per capire i motivi per cui l’estrema destra sia in crescita un pò ovunque altrimenti non se ne esce.

Ma mi rendo conto che è molto più rassicurante sparare a zero contro gli elettori culturalmente e socialmente retrogradi (l’ho letto recentemente sul Fatto Quotidiano), i quali non riescono o non vogliono capire la stoltezza delle loro opinioni piuttosto che fare della sana autocritica. Negli anni ’30 abbiamo visto dove siano stati diretti i milioni di voti del ceto medio impoverito, all’epoca etichettato in maniera frettolosa come borghese e perciò cripticamente fascista solo perché non facente parte del ceto operaio. Si dice che perseverare nell’errore sia diabolico ma in questo caso mi sembra oltremodo oltraggioso paragonare queste zucche vuote ad un personaggio di una certa levatura intellettuale come Satana…

P.S. Lo scorso martedì è stata approvata dal Parlamento tedesco una risoluzione che riconosce e condanna il genocidio degli armeni compiuto dall’Impero Ottomano nel 1915 – 1918. Le comunità turche presenti in Germania, dimostrando ancora una volta la propria integrazione a valori occidentali come la democrazia e il rispetto delle minoranze, hanno manifestato come un sol uomo la loro contrarietà. Ha fatto inoltre scalpore l’assenza in Parlamento al momento del voto della signora Merkel, del vice premier obeso Gabriel e del ministro degli esteri Steinmeier (no, non è una marca di birra). Che sia un messaggio indiretto ad Erdogan per fargli capire che si prendono le distanze dalla mozione anti – turca? Oppure sempre un modo implicito per dire ad Erdogan di non vendicarsi (leggi mio precedente articolo “Mamma gli turchi”) su di loro facendo cadere il governo Merkel con metodi poco ortodossi? Intanto il Monarca guarda furioso dalla sua terrazza lo svolgersi degli eventi e minaccia ripercussioni. Nel frattempo qualche giorno fa sono stati arrestati tre presunti militanti dell’Isis, regolarmente iscritti come profughi in Germania, che secondo la polizia tedesca erano pronti a farsi esplodere a Düsseldorf. Ma tranquilli, wir schaffen das…Buone prime tintarelle stagionali.

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