Il curioso caso di Ali Sonboly

Cari amici complottisti,

durante questo sornione sabato autunnale, preso come sono dalla noia di vivere e da un principio di influenza che mi tiene beffardo a letto dopo una settimana di duro lavoro in ufficio, ho pensato bene di approfondire la vicenda dell’attentatore di Monaco Ali Sonboly. Ho voluto fare una ricerca su Internet per trovare maggiori informazioni sui dettagli che fin dall’inizio della vicenda mi avevano lasciato alquanto scettico, ovverosia quelli relativi alle modalità con le quali Ali si sarebbe procurato la pistola con la quale il 22 luglio di fronte ad un Mc Donald’s a Monaco di Baviera ha ucciso 9 persone e feritone altre 37, prima di togliersi la vita. Innanzitutto mi sono imbattuto in diversi articoli di media mainstream, tra cui Repubblica, nella quale si fa riferimento a come l’attentatore si sia procurato la pistola modello Glock 17, erede della famosa P38 utilizzata negli anni di Piombo e durante la Strategia della Tensione in Italia, dal fantomatico mondo del deep web o web sommerso1. Per chi non lo sapesse, il deep web è quella parte della rete non indicizzata dai comuni motori di ricerca. Detto in maniera più semplice: l’accesso a queste reti avviene tramite software particolari che permettono la navigazione in anonimato, ragion per cui il deep web viene (anche) spesso utilizzato per i più disparati traffici illegali, tra cui armi, droghe, materiale pedo-pornografico, etc2. Già qui a mio parere sarebbe necessario porsi alcune domande: in primo luogo non si capisce come un ragazzo dai gravi disturbi psichici fosse riuscito ad entrare nel deep web, operazione di sicuro non da tutti i giorni e che necessiterebbe perlomeno di buone conoscenze informatiche che un pazzo difficilmente può aver acquisito da solo. Nello specifico in un articolo riportato anche dal Corriere3, si scrive che Ali Sonboly nel 2015 fosse stato ricoverato per 2 mesi in una clinica psichiatrica e che lì avesse conosciuto un 16enne afghano, anche lui con problemi psichiatrici piuttosto gravi, il quale lo aveva aiutato a creare un secondo account Facebook sotto mentite spoglie, che Ali avrebbe poi utilizzato per attirare le ignare persone al Mc Donald’s con la promessa di offrire del cibo. A parte l’inutilità di attirare gente in un luogo perennemente affollato, soprattutto il venerdì pomeriggio, come un Mc Donald’s, un particolare che aveva subito attirato la mia attenzione era il paradosso di un 18enne che per un anno pianifica la strage nei dettagli, riesce ad entrare nel fantomatico e misterioso mondo del dark web, là aggancia, senza essere scoperto seduta stante dalla polizia informatica, un venditore che gli procura una pistola e munizioni, ma al tempo stesso ha bisogno dell’aiuto di un 16enne anche lui psicolabile semplicemente per creare un account Facebook falso! Ma non la trovate quanto mai assurda una circostanza del genere? Creare un account falso su Facebook è un operazione basilare che chiunque può portare a termine: basta creare una mail valida per la registrazione, inventarsi un nome e dei dati fasulli, postare se necessario un qualunque tipo di foto scaricata da Internet ed il gioco è fatto! Come può essere che il futuro attentatore, il quale era riuscito nella non facile impresa di comprare una pistola dal dark web, non fosse nemmeno in grado di crearsi un altro account Facebook falso? Tanto che aveva appunto richiesto l’aiuto di un altro minorenne dagli evidente problemi psichici.

Ma andiamo avanti. Nella mia ricerca si è appurato che Sonboly avesse pagato la bellezza di ben 4.350 Euro per l’acquisto di una pistola Glock modello 17 e di ben 350 munizioni4. Onestamente non riesco a capacitarmi di come nella sua depressione cronica il ragazzo fosse riuscito a mettere da parte questa ingente cifra ma cerchiamo di elaborare delle ipotesi razionali. E’ da premettere che il ragazzo lavorava saltuariamente come distributore di giornali per sbarcare il lunario e quasi sicuramente a ciò integrava anche una paghetta da parte dei genitori per far fronte alle piccole spese correnti. Tuttavia in Germania lavori di questo tipo richiedono un impegno settimanale di almeno 15 ore lavorative, il che tradotto significa un salario massimo di 450 Euro al mese; sono i cosiddetti mini jobs che tanto appassionano gli estimatori del modello tedesco e che consistono appunto in prestazioni lavorative di 15 ore la settimana per un massimo di 450 Euro (netti) al mese. Se poniamo per buono che il ragazzo avesse lavorato per almeno 12 mesi consecutivi e avesse messo da parte, poniamo, almeno 400 Euro al mese, allora si arriverebbe senza problemi a tale cifra. Tuttavia sarebbe anche curioso capire come e con quale continuità il ragazzo aveva lavorato nell’ultimo anno; secondo la testimonianza di un vicino di casa, Ali sembrava spesso pigro e svogliato in tale attività tanto che non era raro vederlo gettare i giornali nel cestino dell’immondizia piuttosto che distribuirli come da consegna5. Altro particolare confermato: nel video girato da un cittadino dal suo balcone, si sente Ali gridare che “lui viene dal quartiere dell’Hartz IV6.” Ora per chi non lo sapesse, l’Hartz IV è il sussidio sociale erogato ai disoccupati; se poi si tiene a mente che il padre del ragazzo è un tassista e la madre lavora come venditrice presso la catena commerciale Karlstadt7, evidentemente tutti questi soldi a casa non giravano. Inoltre bisogna tenere conto, e anche questo è un dato confermato, che Ali era seguito da una clinica specializzata in disturbi psichiatrici e prendeva regolarmente psicofarmaci. Di sicuro una persona depressa e con istinti omicidi, oltreché appesantita dai psicofarmaci, non sarebbe stata eletta “lavoratore del mese”. Ricordo che nel 2015 Ali si trovava per due mesi fisicamente in tale clinica e pertanto è stato impossibilitato a lavorare8. Inoltre qualora fosse riuscito anche a mettere da parte i soldi, sarebbe curioso capire se li aveva depositati presso un conto corrente oppure se li aveva letteralmente nascosti sotto il materasso per non dare nell’occhio. Mi sembra più probabile propendere per la prima ipotesi visto che in Germania a chiunque decida di entrare in una ditta, gli si chiede come prima cosa se il futuro lavoratore dispone di un conto corrente e, in caso di risposta negativa (improbabile), gli si chiede di farsene uno. In tal caso sarebbe stato utile chiedere alla banca l’estratto conto dei movimenti bancari degli ultimi mesi ma, da quanto mi risulta, ciò non è stato fatto o perlomeno tale notizia non ha trovato eco nei media probabilmente anche per il rispetto della segretezza nelle indagini.

Inoltre sarebbe stato utile capire se il ragazzo aveva pagato tutto in cash al momento dell’incontro con il venditore oppure se aveva dato un acconto in bitcoin, per non essere rintracciato e per assicurare il venditore medesimo. Anche in questo caso ho battuto la rete ma non ho ahimè trovato informazioni soddisfacenti. Un altro particolare interessante è che, secondo gli inquirenti, Sonboly si era recato due volte presso la cittadina di Marburg, 100 km a nord di Francoforte, per comprare prima la mera pistola e solo in un secondo momento le 350 munizioni9. Già qui avvertiamo una prima incongruenza: perché diavolo il ragazzo non si è recato subito a comprare sia la pistola che le munizioni in un colpo solo invece che fare due viaggi? La spiegazione potrebbe essere che o non aveva abbastanza soldi per portare a termine l’intero acquisto o che magari temeva di essere scoperto durante una perquisizione a sorpresa della polizia con l’intera mercanzia in zaino. Non dimentichiamoci che in quel periodo, così come anche oggi, la polizia tedesca effettuava controlli soventi sui treni e sui pullman per accertarsi dell’eventuale presenza di clandestini; l’aspetto mediorientale di Sonboly (sue origini iraniane) avrebbe potuto attirargli l’attenzione degli agenti i quali avrebbero anche potuto chiedergli di aprire lo zaino. Entrambe le spiegazioni non reggono comunque ad un primo ragionamento: se poniamo infatti che Ali non avesse i soldi necessari per comprare sia l’arma che tutte le munizioni, allora qualcuno ci dovrebbe spiegare come egli sia riuscito in meno di due mesi tra gli altrettanti incontri (considerando l’intervallo temporale dal 20 maggio al 18 luglio fornitoci dagli inquirenti10) a trovare i soldi necessari anche per le munizioni. Senza tenere inoltre conto che ancora nel giugno di quest’anno, la clinica psichiatrica aveva riportato la sua presenza il che può anche voler significare che la sua attività lavorativa non potesse essere continua e tale da fargli avere i soldi mancanti. L’ipotesi della mancanza dei soldi necessari, se non da scartare a priori, mi sembra quanto meno inverosimile. Per quanto riguarda la seconda ipotesi, ammetto che anch’essa fa acqua: se anche Ali avesse comprato solo la pistola e non le munizioni, in caso di apertura dello zaino da parte della polizia sarebbe stato comunque scoperto e avrebbe dovuto rivelare i suoi piani. Ma allora perché diavolo aveva fatto un viaggio in giornata il 20 maggio per comprare solo la pistola e non i necessari proiettili? Per quale bizzarro motivo il 18 luglio si era rifatto 12 ore totali (andata e ritorno) di pullman per comprare 350 munizioni? Non avrebbe potuto comprarle il 20 maggio piuttosto che correre due volte il rischio di essere scoperto? O non le aveva comprate fin da subito perché non si sentiva sicuro di portare a termine la sua “missione”? Oppure attendeva delle direttive o il via libera da qualcuno? Oppure semplicemente perché non ci stava con la testa? Tante domande, nessuna risposta.

Onestamente mi sembra inoltre inverosimile che un ragazzo di soli 18 anni, che a detta della stessa clinica che lo seguiva soffriva di una grave forma di fobia sociale ed attacchi depressivi tanto che aveva forti difficoltà a relazionarsi con gli altri11, potesse andare da solo in un’altra città per lui totalmente nuova per incontrarsi con un perfetto sconosciuto che gli avrebbe venduto una pistola. Un tantino ardito per una persona letteralmente terrorizzata dall’idea di avere contatti con altre persone anche se a lui conosciute, figuriamoci con un anonimo criminale! Senza considerare che non si sarà incontrato con il venditore in un bar o in una pizzeria ma in un luogo appartato, magari un bosco o vicino a dei campi. Per una persona con cosi pochi contatti umani e con il terrore di trovarsi ad interagire con l’ambiente circostante, sarebbe stato quantomeno ardito avventurarsi in quest’avventura, non trovate? Stiamo parlando dello stesso Ali che aveva timore perfino a rispondere al Guten Morgen della vicina12? Dove ha trovato questo spirito da cuor di leone? Andare in un’altra città per incontrarsi con un perfetto sconosciuto che ti vende una pistola ma che potrebbe anche farti fare una brutta fine, è un esperienza che terrorizzerebbe qualunque persona “normale”, compreso il sottoscritto. Figuriamoci un asociale come lui…a meno che non ci fosse stata al suo fianco un’altra persona raccomandabile che lo tranquillizzasse di continuo…Ma suvvia queste sono solo illazioni!

Ali Sonboly

In questa foto si vede Ali a sinistra assieme agli altri compagni della classe di recupero. Ali frequentava questa classe per evidenti problemi di apprendimento. In pratica questa era una classe di sostegno per tutti quegli alunni che avevano una media voti così bassa tale per cui non sarebbero riusciti a passare alla classe successiva. Chi fosse invece riuscito a superare questa classe di recupero, avrebbe avuto almeno una possibilità di prendere l’agognato diploma13. Da notare nella foto la presenza di due alunni in sedia a rotelle e l’impressione che anche là il povero Ali si trovasse da solo; il disagio sembra evidente anche dal modo con cui tiene giunte le mani, senza contare i mocassini così poco moderni e per i quali avrà di sicuro subito ulteriori sfottò dai suoi compagni. Non è perciò da sorprendersi come Ali avesse bisogno di aiuto perfino per crearsi un secondo e falso account Facebook; senza l’aiuto di un sedicenne psicolabile come lui non ce l’avrebbe mai fatta. Ci sarebbe invece da sorprendersi, o perlomeno qualche giornalista potrebbe anzi dovrebbe farsi delle domande, su come, nonostante i suoi evidenti deficit cognitivi, Ali fosse riuscito a navigare nel pericolosissimo mondo del dark web senza essere scoperto dai numerosi agenti infiltrati che ivi operano.

Inoltre non dimentichiamoci che Sonboly prendeva con regolarità antidepressivi in grado di abbattere la vitalità anche di un elefante; mentre vivevo a Trieste, la mia città natale, io stesso avevo lavorato come volontario per un anno in una comunità per disagiati psichici ed avevo potuto notare come le persone che prendevano spesso psicofarmaci fossero distrutte per intere giornate. Quei poveretti rimanevano per giorni a letto e si alzavano solo per mangiare, lavarsi o fumare una sigaretta. E sto parlando di persone adulte e in alcuni casi anche robuste, al contratto di Sonboly il quale dalle foto appariva di per sé già goffo ed impacciato di suo. Chi prende regolarmente psicofarmaci o antidepressivi, difficilmente avrebbe la forza necessaria per prendere un treno, calcolare gli spostamenti e recarsi in una città nuova per incontrarsi con un perfetto sconosciuto. Inoltre parliamo di una persona che era sempre da sola e che aveva il timore, se non il terrore, di relazionarsi con gli altri. E ora gli investigatori ci dicono che questo 18enne, imbambolato dai psicofarmaci, era riuscito ad andare in un’altra città e a comprare un’arma da uno sconosciuto che avrebbe potuto magari derubarlo o, peggio ancora, tagliarli la gola visto e considerato il suo debole ed indifeso stato. Inoltre sarebbe curioso sapere che tipo di scusa il ragazzo aveva accampato alla famiglia per giustificare la sua assenza da scuola; possiamo tuttavia presupporre che essendo il ragazzino già maggiorenne, poteva di sicuro firmare di sua sponte la motivazione dell’assenza sul relativo libretto. Tuttavia un viaggio da Monaco a Marburg richiede almeno 6 ore per l’andata e altrettante per il ritorno, senza considerare il fisiologico tempo perso per trovare il luogo del ritrovo col venditore. In tal caso sarebbe anche interessante sapere se Sonboly disponesse di un contatto telefonico del venditore, dal momento che in caso di difficoltà sarebbe stato utile, se non necessario, poterlo chiamare. Anche qui silenzio da parte degli inquirenti.

Ma andiamo avanti. Altro particolare che mi lascia alquanto scettico è apprendere che Ali avesse acquistato ben 350 munizioni il 18 luglio e appena 4 giorni dopo avesse compiuto la strage. Qua la logica perde colpi: cioè mi state dicendo che un 18enne depresso e psicolabile fosse riuscito in soli 4 giorni ad imparare a maneggiare un’arma e a sparare con successo su obiettivi mobili? E come mai il nostro piccolo stragista in erba aveva acquistato 350 munizioni? Voleva per caso esercitarsi prima di entrare all’opera? Ma come mai allora dopo soli 4 giorni decide di compiere la strage? Come diavolo ha fatto ad esercitarsi con successo in soli quattro giorni? Se avesse voluto iniziare a provare a sparare, come mai non aveva comprato le munizioni già a maggio? Perché farlo all’ultimo momento, solo 4 giorni prima della strage? Forse in maggio non aveva i soldi sufficienti per comprare tutte quelle munizioni? Ma allora perché non comprarle un po’ alla volta, magari 100 in maggio e 200 più avanti? Ma la cosa stupefacente è che il nostro piccolo genialoide informatico nella sparatoria del 22 luglio aveva sparato in totale 57 proiettili, riuscendo ad uccidere 9 persone e a ferirne 35. Quindi calcoli alla mano su 57, anzi su 56 colpi sparati visto che l’ultimo se l’era riservato per lui, era riuscito ad andare a segno ben 44 volte14. Non male per uno che si era fino a quel momento esercitato solo sui videogiochi violenti, come riportato dai media mainstream. Il successo si rivela ancora più stupefacente se il lettore considera che tutti gli obiettivi erano mobili, poiché in fuga in preda al terrore. Inoltre quando la polizia aveva ritrovato il corpo esanime del ragazzo, aveva trovato all’interno del suo zaino ben 300 proiettili. Da profano mi chiedo: ma per quale oscuro motivo il ragazzo aveva deciso di portarsi dietro tutti quei proiettili? Non sarebbe stato di sicuro semplice muoversi con tutta quella mercanzia in spalla in caso di fuga. Ad ogni modo se lui era da solo, per che diavolo portarsi dietro 300 munizioni15? Considerando che ogni caricatore per tale modello di pistola dispone di 17 proiettili e che sarebbe stato necessario caricarlo manualmente ogni volta che sarebbero finiti, per quale motivo portarsi dietro tutte quelle munizioni? In ogni caso non sarebbe riuscito a caricarle e a finirle tutte. A meno che non fosse stato da solo.

Ali Sonboly 2

Magari si aspettava di trovare dei complici che poi non si sono presentati lasciandolo in un bel pasticcio e facendolo andare ancora di più fuori di testa. Inoltre nella seguente foto si può vedere l’attentatore mentre si dirige a compiere il massacro. Non notate niente di strano? Ebbene, lo zainetto che ha in spalla non vi sembra troppo piccolo per contenere ben 300 proiettili? Visto così sembra quasi vuoto. Inoltre è da notare come il ragazzo tenga la pistola alla rovescia nella mano sinistra. Purtroppo non sono un esperto in balistica, ma mi sembra perlomeno bizzarro che un 18enne depresso ed altamente psicolabile, che tiene in maniera così grottesca un’arma da fuoco, abbia potuto fare centro 44 volte su 56. Non male davvero per uno che appena 5 giorni prima, a detta degli inquirenti stessi, non disponeva nemmeno delle necessarie munizioni e che si era nel frattempo allenato solo tramite videogiochi da nerd. Oltre ad essere un hacker provetto, Ali si era dimostrato anche un cecchino di tutto rispetto. Altro che matto…senza considerare di aver dimostrato una forza di volontà fuori dal comune nel cercare e trovare il venditore, recarsi da solo (fino a prova contraria) in una città per lui sconosciuta, mettere da parte 4350 Euro tra una seduta ed una pasticca, nasconderli sotto il materasso e mentire ai genitori per non destare in loro il minimo sospetto. Complimenti davvero!

Altro particolare che dovrebbe far sorgere più di una domanda è il seguente: se Ali Sonboly fosse effettivamente riuscito ad agganciare questo 31enne disoccupato sul dark web, allora dovremmo ritenere che avrebbe dovuto in qualche modo avere un suo numero di cellulare di riferimento, non trovate? Oppure il ragazzo si era fatto 12 ore di pullman per recarsi in un punto imprecisato di una città a lui sconosciuta con il rischio di non trovare nessuno e magari perdendo così l’intera giornata? Lo ritengo improbabile visto e considerato anche la sua scarsa esperienza a fuggire di casa; ma se allora avesse avuto un contatto telefonico del rivenditore, come mai la polizia non ha fatto la cosa più logica da fare, ossia cercare subito dopo il suo suicidio violento nei tabulati telefonici del cellulare? In fondo non sarebbe stato così difficile risalire al rivenditore, sia perché l’ultimo incontro era avvenuto appena 4 giorni prima della strage sia perché Ali non aveva quasi nessun amico, ragion per cui gli inquirenti sarebbero potuti risalire in un batter d’occhio alla fonte. Invece cosa ci dice la polizia? In pratica affermano che per puro caso si erano imbattuti nel rivenditore 31enne dal momento che stavano indagando su un altro filone legato alla vendita illegale di armi, che non aveva nulla a che fare con il caso di Monaco. Secondo la versione ufficiale degli inquirenti16, il 16 agosto la polizia si era finta interessata all’acquisto di diverse armi automatiche presso il medesimo rivenditore il quale si era nel frattempo vantato con gli agenti in incognito di aver venduto la pistola a Sonboly. Ora signori, tutti noi sappiamo quanto la stupidità umana non abbia fine, ma vi pare onestamente possibile che ad appena 3 settimane dalla strage che ha scioccato l’intera Germania, questo 31enne potesse avere l’imprudenza di vantarsi di fronte a dei potenziali acquirenti a lui sconosciuti di come lui stesso avesse venduto la pistola all’attentatore? Ma bisogna essere idioti veramente, il che comunque non è affatto da escludere a priori! Oppure il potere continua a dirci con noncuranza che piove mentre ci piscia addosso.

Fatto sta che mi sembra quanto meno inverosimile pensare che un rivenditore di armi illegali potesse essere così sprovveduto da rivelare a dei perfetti sconosciuti di essere stato lui ad avere venduto la pistola a colui che ha terrorizzato il paese appena 3 settimane prima; più probabile che il tizio fosse tenuto sotto controllo da diverso tempo ma che per un motivo a noi sconosciuto non si era deciso di intervenire. Altro aspetto che sarebbe stato interessante approfondire è la voce che dava il ragazzo avere ricevuto lezioni di balistica direttamente dal padre durante una vacanza in Iran (paese di provenienza dei genitori) nel 201517. Tuttavia questa voce è stata smentita ma allora sarebbe curioso sapere chi se l’è inventata di sana pianta; purtroppo la polizia non sembra essere interessata a chiedere maggiori approfondimenti al padre. Altro particolare interessante è che un testimone vicino di casa della famiglia aveva riportato che il padre stesso era una persona tranquilla anche se lo vedeva spesso nervoso senza un motivo apparente. Sicuramente dev’essere stato lo stress di lavorare come tassista…Inoltre sempre questo testimone aveva riportato che qualche ora prima della strage il padre risultava ancora più nervoso del solito, tanto che al suo saluto aveva tirato diritto senza rispondere18. A riportare questa testimonianza è stato un certo Guardian di Londra, non certo Topolino.

Comunque i dubbi e le sorprese non sono certo finiti. Vi aspetto alla prossima puntata!

1http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/16/news/terrorismo_strage_monaco_arrestato_31enne_che_vendette_pistola_a_sonboly-146110578/

2https://it.wikipedia.org/wiki/Web_sommerso

3http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_25/preparava-strage-un-annopistola-comprata-dark-web-9d366c18-51e1-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1.shtml

4http://www.bild.de/news/inland/amoklauf-muenchen/darknet-waffenhaendler-muenchen-amok-killer-freundin-47367420.bild.html

5https://www.theguardian.com/world/2016/jul/23/munich-shooter-olympia-shopping-centre-locals

6https://www.youtube.com/watch?v=TasfWf_8bAk

7http://www.pi-news.net/2016/07/ali-david-sonboly-in-vorbereitungsklasse/

8http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_25/preparava-strage-un-annopistola-comprata-dark-web-9d366c18-51e1-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1.shtml

9http://www.tz.de/muenchen/stadt/ticker-lka-gibt-neue-details-amoklauf-bekannt-6669293.html

10http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/16/news/terrorismo_strage_monaco_arrestato_31enne_che_vendette_pistola_a_sonboly-146110578/

11http://www.pi-news.net/2016/07/ali-david-sonboly-in-vorbereitungsklasse/

12https://www.theguardian.com/world/2016/jul/23/ali-sonboly-munich-massacre-mcdonalds

13http://www.pi-news.net/2016/07/ali-david-sonboly-in-vorbereitungsklasse/

14http://www.rischiocalcolato.it/2016/07/depresso-va-segno-44-colpi-sui-57-sparati-si-inizia-parlare-uso-dellesercito.html

15http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-07-23/monaco-identificato-killer-ali-sonboly-nove-vittime-quasi-tutte-adolescenti-104512.shtml?uuid=ADWZB2w

16http://www.bild.de/news/inland/amoklauf-muenchen/darknet-waffenhaendler-muenchen-amok-killer-freundin-47367420.bild.html

17http://www.focus.de/panorama/welt/im-iran-urlaub-amoklaeufer-von-muenchen-machte-vor-der-tat-mit-seinem-vater-schiessuebungen_id_5794057.html

18https://www.theguardian.com/world/2016/jul/23/munich-shooter-olympia-shopping-centre-locals

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