Germania vs Turchia – Cronache dall’intervallo

merkel_in_the_turkey__marian_kamensky_1Scusate se disturbo le vostre interessantissime discussioni italiote su chi ha vinto le amministrative, se Renzi dovrebbe dimettersi qualora il PD perdesse a Roma e Milano ed altre amenità di questo genere ma nel frattempo su tutti i media tedeschi la notizia che tiene banco negli ultimi giorni è lo scontro al calor bianco tra il vizir Erdogan e l’intero Parlamento tedesco. Per riassumere i motivi dello scontro: la scorsa settimana il Bundestag ha approvato ad amplissima maggioranza una risoluzione che riconosce finalmente il genocidio di 1,5 milioni di armeni perpetrato dall’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale. Si badi bene che, fin da quando è stata fondata la Repubblica Turca ai tempi di Ataturk, nessun governo turco ha mai riconosciuto il genocidio; anzi, non contenti di negare l’evidenza storica, qualunque risoluzione di un parlamento nazionale che riconoscesse il genocidio è sempre stata accolta con rabbia e minacce di ritorsioni politiche da parte turca.

In questa occasione il casus belli ha permesso ad Erdogan di attaccare frontalmente l’intero emiciclo tedesco, con una particolare avversione verso i deputati tedeschi di origine turca che hanno appoggiato la risoluzione. Il nostro ha addirittura chiesto l’esame del sangue per quei deputati turco-tedeschi che hanno votato la mozione poiché non sarebbero abbastanza puri per definirsi turchi, – pensate un po’ – oltre ad averli definiti come il braccio armato dei terroristi curdi. Erdogan ha inoltre definito il capo del partito dei Verdi Özdemir, già dal cognome di evidenti origini turche, come uno senza carattere, modo carino per ritenerlo uno senza palle. I media turchi, com’era da aspettarselo, hanno seguito all’unisono la linea del presidente neo-ottomano che da tempo li tiene saldamente sotto controllo; qualche giorno fa per esempio c’è stato ad Istanbul un attentato nel quale sono morti diversi poliziotti ed alcuni civili e che è stato rivendicato dai guerriglieri curdi del PKK (Partito Comunista Curdo n.d.r.). Senza alcun senso del ridicolo diversi giornali turchi hanno asserito che dietro l’attentato non ci sarebbero i guerriglieri curdi bensì nientepopodimeno che…il governo tedesco! Secondo l’originale tesi di questi giornali, la Merkel avrebbe ordinato l’attentato per destabilizzare il governo Erdogan; e dire che pensavo di essere io quello che soffriva di complottismo…

Insomma per i comuni mortali sembra che all’improvviso Erdogan sia uscito di senno o che sia sempre più in preda delle sue manie di grandezza. Per il sottoscritto, che da qualche mese si sta soffermando sulla strategia politica del personaggio, non c’è invece niente di cui stupirsi. Già nell’articolo “Mamma gli Turchi”, postato su questo blog il 21 maggio, mi ero soffermato su come le dimissioni del vice presidente Davutoglu, considerato fino a quel momento un fedelissimo di Erdogan, potessero in verità nascondere una implicita presa di distanza dalla futura strategia della tensione che Erdogan stesso potrebbe esportare in Europa al fine di ricattarci. Nell’articolo in questione, così come in quello precedente “Bomba o non bomba” (26.03), mi chiedevo poi quali potrebbero essere le conseguenze politiche di un botto (non metaforico) a Berlino o in qualsiasi altra città tedesca e su come Erdogan, come conseguenza del clima di terrore e caos che ne conseguirebbe, potrebbe assurgere al ruolo di unico interlocutore politico di fronte ai governanti europei impauriti al fine di fermare l’ondata di terroristi che, sempre secondo lui, si infiltrerebbero tra i profughi. Guarda caso nei giorni scorsi il Turco Furioso aveva minacciato che la Turchia adotterà delle misure politiche contro la Germania, senza specificare tuttavia quali. Nel frattempo, come scritto sopra, i media turchi parlano di responsabilità tedesche nell’attentato ad Istanbul di qualche giorno fa, raffigurando prime pagine della Signora Merkel con i baffetti alla Hitler. Sembra quasi che si stia preparando un clima psicologico di odio tra le masse anatoliche contro la Germania, in modo tale da mitigare l’ondata di sdegno post-attentati, se non addirittura giustificando in qualche modo gli attacchi stessi. Aggiungo inoltre che in un altro articolo (04.06) avevo asserito che l’assenza della Merkel e di altri ministri al Parlamento tedesco al momento della risoluzione sul genocidio armeno potrebbe essere interpretato come un segnale implicito di presa di distanze diretto ad Erdogan per tentare di convincerlo ad evitare di ricorrere all’extrema ratio di far cadere il governo Merkel in maniera non convenzionale . Per ulteriori approfondimenti sul tema si prega di leggere i miei precedenti articoli.

Ma ovviamente le mie sono le mere conclusioni di una mente ottenebrata dal germe del complottismo. Vi lascio dunque liberi di sollazzarvi di fronte a temi ben più coinvolgenti come la possibile alleanza Lega Nord–Movimento 5 Stelle in funzione anti-Renzi oppure sull’applicazione o meno dell’articolo 18 agli statali. Nel frattempo vi suggerirei solo di informarvi su quale sia la marca di penna stilografica migliore per firmare i trattati-dictat che il giannizzero farà firmare ai vostri governanti per “fermare” i profughi. Con affetto. 

Neukölln, quartiere turco di Berlino 11.06.2016

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