Fatti non foste per votar i bruti

WildersAbbandonata per un attimo la mia sempre più plumbea pigrizia, ho deciso di dedicare questa mattinata invernale a riportare le principali dichiarazioni e prese di posizione ufficiali a favore delle politiche sioniste da parte di tutti quei rappresentanti dei maggiori partiti populisti europei che, secondo non pochi sondaggi, potrebbero prendere il potere nei prossimi mesi. Se vi ricordate bene, nel mio precedente articolo mi ero limitato ad inserire alcuni link dai quali i lettori più curiosi, oltre che formati linguisticamente, avrebbero potuto trovare tali prese di posizione pubbliche a favore delle “legittime esigenze di sicurezza dell’unica democrazia in Medio Oriente.” Consapevole che una frazione minima di quei sessanta lettori che ogni giorno si imbattono per puro caso nel mio blog avrà aperto e letto i suddetti link, ho deciso per puro spirito umanitario di tradurre e riportare codeste affermazioni politiche dividendole per paese. Per un ritorno di pigrizia non ho riportato le dichiarazioni di importanti esponenti politici a favore di Israele – che pure ci sono – nei paesi di lingua tedesca dal momento che, per i motivi storici che tutti voi conoscete e per la famosa apertura mentale dei teutonici, associare il nome di Israele ad un qualcosa di malvagio o anche solo sbagliato è semplicemente inconcepibile. Dire in Germania o in Austria che i sionisti in Palestina non si comportano n maniera molto diversa dai nazisti in Polonia sarebbe come immaginare l’esistenza di un triangolo con due lati. E’ un qualcosa di semplicemente impossibile da concepire per la mente umana.

Ad ogni modo qui sotto trovate le dichiarazioni pro Israele degli importanti esponenti politici ‘populisti’, divisi per paese. Buon divertimento!

OLANDA

Come spero tutti voi saprete, il 2017 si preannuncia come un anno bollente per quanto riguarda i futuri assetti dell’Unione Europea. Infatti da marzo ad ottobre si terranno le elezioni politiche generali nei più importanti paesi europei che, tra le varie cose, sono anche gli stessi che avevano fondato la Comunità Economica dell’Acciaio e del Carbone (la cosiddetta CECA), vero embrione della nostra UE, nei lontani anni ’50. I paesi europei dove si andrà alle urne sono nell’ordine cronologico i seguenti: Olanda, Francia, Germania e forse anche l’Italia qualora Gentiloni dovesse dimettersi prima che si concluda la legislatura. Di tutti i paesi summenzionati è presente uno che, a mio modesto parere, sta ricevendo un’attenzione da parte dei media minore rispetto a quella che meriterebbe. Da come si potrà evincere dal titolo, esso è l’Olanda o Paesi Bassi (termine tecnicamente più corretto). Per le sue dimensioni e ruolo geopolitico ridotti, tale paese sta ottenendo meno attenzione mediatica rispetto ai suoi più ingombranti vicini francese e tedesco e questo dato di fatto lo considero un vero peccato. L’Olanda è infatti una di quelle poche economie europee che meglio ha resistito alla crisi economica tuttora in itinere negli altri paesi, senza contare i suoi storici ed imprescindibili rapporti politici con il Regno Unito; la popolazione olandese parla un inglese pressoché perfetto e senza accento e, qualora la Gran Bretagna riuscisse a sganciarsi dalla UE con la Brexit, penso proprio che la politica olandese non rimarrebbe indifferente.

A prescindere dalle valutazioni geopolitiche di carattere estero, il 15 marzo l’Olanda si recherà alle urne per rinnovare il proprio Parlamento. Secondo tutti i sondaggi, i quali tuttavia come sappiamo possono essere sempre smentiti, ad essere favorito per la vittoria è il Partito per la Libertà (PVV) fondato e diretto da un certo Geert Wilders. Le posizioni politiche di codesto partito sono quelle oramai classiche dell’universo di destra cosiddetta populista: lotta dura e pura all’immigrazione clandestina, euroscetticismo e contrasto all’Islam il quale viene considerato come un unico monolite. In questo articolo ci interessa tuttavia capire quali sono le posizioni del partito olandese favorito per la vittoria nei confronti di Israele. Ecco qui di sotto alcune dichiarazioni di Wilders stesso nei confronti dell’entità sionista. Faccio presente che Wilders, quand’era ancora giovane, ha vissuto due anni in un kibbutz in Israele mentre negli ultimi 25 anni si è recato in visita per qualcosa come 40 volte nell’entità sionista. Ma ecco alcune tra le sue tante dichiarazioni d’amore verso l’unica democrazia mediorientale:

Barack Obama e John Kerry devono smetterla di colpire Israele per quanto riguarda gli insediamenti. Giudea e Samaria (come vengono chiamate dai nazionalisti laici e dagli ebrei ultraortodossi le regioni palestinesi della Cisgiordania sotto occupazione israeliana dal ’67 nda) appartengono ad Israele. Giordania = Palestina (sic).”1

Obama ha tradito Israele. Grazie a Dio per la vittoria di Trump. Il mio avviso agli amici israeliani: ignorate l’ONU e continuate a costruire sempre più insediamenti.”2

Ho visitato molti interessanti paesi nel Medio Oriente – dalla Siria all’Egitto, dalla Tunisia alla Turchia, da Cipro all’Iran – ma da nessuna altra parte ho avuto questo speciale sentimento di solidarietà che provo ogniqualvolta atterro all’aeroporto internazionale di Ben Gurion.” Sempre Wilders ha aggiunto: “Noi (in Occidente) siamo tutti Israele”3

L’Unione Europea è sempre ed unilateralmente contro Israele (…) Niente cambierà se Israele dovrà dipendere dagli europei per fermare le minacce di genocidio dell’Iran contro lo Stato ebraico (…) Israele è l’unica luce di democrazia in Medio Oriente (…) Non è un conflitto territoriale. Vi prego di dimenticare questo folle concetto. Gli islamisti vedono Israele come un grande insediamento e se Israele concede un Territorio A, poniamo, allora la controparte non si accontenterà e chiederà subito un Territorio B, come per esempio Haifa.”4

Se Gerusalemme cadrà nelle mani dei musulmani, Atene e Roma saranno le prossime. Di conseguenza Gerusalemme è il fronte principale che protegge l’Occidente. Non è un conflitto sul territorio, bensì una battaglia ideologica tra l’Occidente libero e l’ideologia del barbarismo islamico.”5

La Giordania è la Palestina. Cambiare la denominazione della Giordania in Palestina significherà mettere la parola fine al conflitto in Medio Oriente e fornire così una patria alternativa ai palestinesi. (chi avrebbe sospettato che Wilders fosse dotato di doti così geniali? nda). ”6

Queste sono solo alcune delle tante dichiarazioni filo – israeliane del fondatore del partito euroscettico ed anti – islamico PVV che, secondo tutti i sondaggi, è dato come grande favorito per le elezioni olandesi del 15 marzo.

FRANCIA

La Francia, assieme alla Germania, può essere considerata storicamente come il motore d’Europa. Ragion per cui le elezioni presidenziali che si terranno tra il 23 aprile (primo turno) e il 15 maggio (secondo turno) vengono considerate da non pochi osservatori politici come uno dei banchi di prova della tenuta dell’Unione Europea. La vera sfida sarà tra la candidata di destra estrema del Front National, Marine Le Pen, ed il candidato conservatore Fillon, mentre i socialisti saranno del tutto fuori dai giochi a causa della disastrosa gestione del paese da parte dell’attuale Presidente Hollande (sua popolarità data sotto il 10%).

Recentemente la candidata, nonché Presidente, del Front National ha sorpreso non pochi per la sua presa di distanza nei confronti di suo padre Jean – Marie, già fondatore del partito, il quale non ha mai nascosto il suo antisemitismo e la sua simpatia verso il collaborazionismo di Vichy. Più volte in passato il padre Le Pen aveva preso posizione a favore dei palestinesi per quanto riguarda l’annoso conflitto mediorientale, tanto che gli ebrei francesi in maniera anche logica se vogliamo avevano sempre considerato il Front National come un partito neofascista ed antisemita, tanto da punirlo regolarmente alle urne. Qual’è invece ora la posizione della figlia Marine, data per molti osservatori come l’unica capace di sfidare il favorito candidato conservatore Fillon? Diamo direttamente la parola a lei:

«Non smetto di ripeterlo agli ebrei francesi: non solo il Front National non è vostro nemico, ma è senza dubbio nel futuro il miglior scudo per proteggervi, è al vostro fianco per la difesa delle nostre libertà di pensiero o di culto di fronte al solo vero nemico, il fondamentalismo islamico».7

Il Fn non è un pericolo per i francesi di origine ebraica, anzi tutto il contrario. So bene, avendo un certo numero di amici ebrei, che la loro situazione in alcuni quartieri è sempre più difficile e che contano sul Fn per essere protetti”.8

Ma a segnare il definitivo cambio di rotta rispetto alle precedenti posizioni filo – palestinesi del padre Jean – Marie, ci ha pensato il neoconsigliere di Marine Le Pen per le questioni internazionali, nonché eurodeputato del Front National Aymeric Chauprade. In un lungo intervento pubblicato su Internet, intitolato “Manifesto per una nuova politica internazionale della Francia”, il consigliere della Le Pen ebbe a dichiarare che:

«Sostengo senza riserve gli attacchi militari americani contro i jihadisti dello Stato islamico e ritengo che la Francia, poiché ne va del suo interesse e del suo onore, debba unirsi a questi attacchi». E ancora: «Il fondamentalismo islamico sunnita è il vero nemico della Francia. Gli Europei dell’Ovest si trovano nello stessa situazione degli israeliani».9 

Queste poche ma chiare prese di posizione pubbliche di esponenti di rilievo, una su tutte la stessa Le Pen, del Front National dovrebbero far suonare un campanello d’allarme a tutte quelle persone che guardano a questo movimento come un’avanguardia in grado di mettere in discussione le politiche americane (neocon) ed israeliane che dall’11 settembre 2001 hanno messo a ferro e fuoco il Medio Oriente ed il mondo intero. Al di là della facile propaganda, sembra proprio che la Le Pen, qualora riesca veramente a vincere le presidenziali in Francia, appoggerà in maniera convinta Israele e il suo protettore Trump alle prossime campagne militari in Palestina.

GRAN BRETAGNA

Il personaggio politico britannico che negli ultimi mesi è più salito alla ribalta delle cronache internazionali è di sicuro Nigel Farage del partito euroscettico UKP. Come tutti ben saprete, Farage è stato uno dei motori propagandistici principali che ha permesso ai sostenitori del Leave di vincere il referendum del 25 giugno sulla permanenza della Gran Bretagna nella UE. Tuttavia ben pochi sanno che Farage, oltre ad essere un convinto sostenitore dei trattati transatlantici di libero scambio come per esempio il TTIP, è anche un filo – sionista di ferro per quanto concerne il dibattito politico sul Medio Oriente. Uno dei tanti nomi illustri, mi verrebbe da dire. Ecco le sue testuali parole10:

Io percepisco che (la critica verso Israele) sta eccedendo verso qualcosa nella quale la parola ‘Israele’ è una copertura per l’antisemitismo.”

Io penso che quello che è successo a Bradford (ci arriveremo tra un po’ nda) è che un supporto e una simpatia di una certa ala di sinistra verso delle visioni anti – israeliane è diventato alleato di una crescita molto forte del voto musulmano in questo paese.”

Sono preoccupato che l’ala sinistra del partito laburista abbia avuto sempre questa visione; essi sono legati ad un disperato tentativo di ottenere tutti i voti musulmani in questo paese, e penso si trovino in una brutta posizione.”

Ma cos’era successo in quel di Bradford? Durante un’elezione straordinaria (detta by-election) tenutasi in tale cittadina nel 2015, la candidata dell’ala sinistra del partito laburista era riuscita a strappare il seggio ad un alto papavero del partito, un tale George Galloway, il quale aveva tenuto il posto fino al 2012 caratterizzandosi per il suo moderatismo. Ms Shah era stata poi espulsa dal partito, assieme all’ex sindaco di Londra Ken Livingstone, per aver proposto in maniera provocatoria di trasferire Israele in Nord America – zona geografica da sempre amata dai sionisti – e per aver paragonato i crimini di guerra israeliani a Gaza alle malefatte di un certo Adolf Hitler. Apriti cielo. In Gran Bretagna, così come in tutti i paesi occidentali, criticare Israele rimane ancora un tabù e pertanto il glorioso partito laburista ha provveduto alle purghe come da copione. In questo clima da caccia alle strage si sono inserite appunto le dichiarazioni del ‘populista’ Farage, rilasciate tra le altre cose sulla BBC, il quale non ci ha pensato due volte a difendere la reputazione di Israele e confermare così come qualunque critica alle oggettive politiche di violazione dei diritti umani portate avanti dai sionisti venga subito etichettata come ‘antisemitismo di ritorno’.

Vorrei inoltre riportare le dichiarazioni dell’ex sindaco di Londra Livingstone, anch’egli come accennato cacciato senza pietà dal partito laburista (in teoria di sinistra), poiché le ritengo molto indicative del clima che si sta respirando nell’Occidente cosiddetto libero:

Come avevo già detto, non ho mai sentito nessuno dire qualcosa di antisemitico, ma c’è stata una campagna molto bene orchestrata dalla lobby israeliana per lordare di fango chiunque critichi le politiche di Israele come antisemita. E’ da 35 anni (sic) che ho a che fare con questo.”

Diamo un’occhiata a chi è ebreo e che in passato ha detto qualcosa di molto simile a quanto Ms Shah ha appena detto. Albert Einstein, quando il primo leader del Likud (destra israeliana nda), il partito che ora governa in Israele, era giunto in America, aveva avvertito i politici americani: non parlate con quest’uomo poiché è troppo simile ai fascisti che abbiamo combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale (grassetto mio). Ora, se Ms Shah o io stesso dicessimo ora le stesse cose verremmo denunciati come antisemiti, ma quello lo disse Albert Einstein.”11

Per chiarire qualunque ulteriore dubbio sull’appartenenza di Farage, sappia il lettore che già nel 2013 il leader e fondatore del partito britannico anti – UE UKIP era stato invitato ad un meeting politico organizzato dal quotidiano israeliano (e sionista) The Jewish Chronicle nel quale lo stesso esponente politico, al contrario degli altri partiti britannici, si era sempre dichiarato un entusiasta sostenitore dello Stato di Israele. Lo stesso partito UKIP ha al suo interno una filiale pro – Israele denominata ‘Gli amici UKIP di Israele’. La notizia della partecipazione di Farage stesso al meeting organizzato dal Jewish Chronicle12 era stata data dal The Algemeiner, quotidiano ebraico con sede legale negli USA. Più chiaro di così…

ITALIA

Nella Hall of Fame dei populisti filo – israeliani come poteva mancare il nostro eroe felpato Salvini? Nel marzo dello scorso anno l’esponente leghista aveva abbandonato in maniera eccezionale la folta collezione di felpe che di solito lo contraddistingue nelle sue numerose comparsate pubbliche, per indossare invece un elegante abito in giacca e cravatta. E’ stato questo infatti il look scelto da Salvini per un incontro con alcuni esponenti della Knesset, il Parlamento israeliano, nel quale si è parlato di sicurezza e terrorismo.13 Inutile che aggiunga come il modello israeliano di sicurezza abbia affascinato il lumbard.

Senza perderci in convenevoli, andiamo a vedere cosa pensa Salvini del ruolo di Israele. Alla domanda di un giornalista che gli ha chiesto se Israele stia cercando un interlocutore nel centrodestra italiano, Salvini ha risposto così:

“Mi farebbe molto piacere anche perché a Strasburgo questa Ue è assolutamente lontana da rapporti di buona amicizia con Israele, purtroppo. Giustamente Israele vuole ampliare l’orizzonte”.14

Ma è sui metodi di coesistenza con i vicini arabi che il nostro si supera. Di fronte al muro israeliano che divide ‘la civiltà occidentale’ dalla prigione a cielo aperto di Gaza, la cui popolazione è assediata da un embargo israeliano che dura da anni, Salvini ha cinguettato su Twitter che:

“30 mila soldati di Hamas tengono in ostaggio milioni di persone”.

Il suo accompagnatore Ani Shaked, ex colono sionista nella Striscia di Gaza, sentenzia poi che: “Quello che succede a Gaza, il terrorismo, le giovani generazioni innocenti senza futuro, riguarda anche voi, sarà il vostro futuro”. Salvini annuisce: “La demografia è una scienza esatta. Loro si moltiplicano. Alla fine, se non cambiamo verso, ci dovremo barricare”.15

Mi fermo ora qui poiché dare ulteriore spazio a dichiarazioni pubbliche di Salvini significherebbe entrare in contrasto con la ratio del mio blog, che è quella di parlare di cose serie.

1https://pjmedia.com/trending/2016/12/29/dutch-populist-geert-wilders-to-obama-and-kerry-stop-bashing-israel/

2http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/222286

3ibidem

4https://web.archive.org/web/20151117014338/http://www.jpost.com/Israel/Geert-Wilders-EU-is-not-Israels-friend

5http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3907722,00.html

6ibidem

7http://www.liberoquotidiano.it/news/11673895/Svolta-filo-israeliana-di-Marine-Le.html

8http://www.ilfoglio.it/articoli/2014/08/06/news/camarades-adieu-cosi-il-fn-2-0-si-e-convertito-alla-causa-israeliana-75604/

9http://www.liberoquotidiano.it/news/11673895/Svolta-filo-israeliana-di-Marine-Le.html

10http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/nigel-farage-says-labour-anti-semitism-row-is-linked-to-the-party-trying-to-win-muslim-votes-a7007386.html

11http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/labour-anti-semitism-row-full-transcript-of-ken-livingstones-interviews-a7005311.html

12https://www.algemeiner.com/2013/07/22/ukip-leader-nigel-farage-supports-israel/

13http://www.huffingtonpost.it/2016/03/30/salvini-cravatta-israele_n_9571278.html

14http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/03/30/la-prima-di-salvini-in-israelee-modello-sicurezza-_f3692753-52e0-4445-b2f3-787586db10b1.html

15ibidem

Una risposta a “Fatti non foste per votar i bruti”

  1. Grazie per quello che fai e ti prego di non fermarti, il tuo lavoro è prezioso, scusa se mi permetto un’affermazione del genere ma è dovuta al fatto che mi par di aver visto dello scoramento nei tuoi articoli precedenti. Ebbene, voglio ringraziarti 2 volte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *