Angela macht frei

Merkel ZuckenbergNegli ultimi numeri di questo mio blog a metà tra l’apocalittico e il tragicomico mi sono soffermato su alcuni miti tedeschi che all’estero continuano a riscuotere un certo successo. Facendo un breve riassunto delle puntate precedenti, ecco che la mia analisi ha cominciato a decollare partendo dal fantomatico quartiere multi kulti di Neukölln nel quale la pace e l‘armonia inter-religiosa sono così radicate che una delle poche chiese presenti all’interno dell’oceano islamico è bersaglio da mesi di costanti lanci di pietre, senza che ovviamente si siano ancora trovati i colpevoli del gesto e senza che nessun media abbia dato il minimo spazio all’accaduto. Questi gesti d’affetto hanno dimostrato ancora una volta di più come la vera religione della pace sia sulla cresta dell’onda. Ho poi scaldato i motori narrando delle povere gesta di un proprietario di un pub metal, situato sempre in quel di Neukölln, le cui uniche colpe originarie erano state quelle di non essere di sinistra e di tenere ad alcuni valori come patria, forse anche Dio e magari una famiglia, warum nicht, subito bollate come naziste dai radical chic tutti Nike e Visa del papi notaio di Brema. Anche in questo caso nella civile e democratica capitale del Quarto Reich alemanno non si sgarra: se non accetti i valori della junta, per ora solo politica ma domani chissà, di sinistra al potere da una vita a Berlino è giusto che ti tirino le pietre come cantava quella canzone. E difatti le pietre sono volate puntuali ed avevano appena scalfito la vetrina del pub criptonazista, con il disappunto dei militonti di sinistra che avevano espresso liberamente sulla rete il loro rammarico di non avere causato danni peggiori. Come nel caso dell’aggressione, anzi ma che dico dell’abbraccio troppo forte della locale comunità islamica alla Chiesa Cristiana, non mi risulta che la polizia sia intervenuta.

Ho poi decisamente preso il volo e lasciato il pilota automatico per discutere con quei pochi membri dell’equipaggio ancora svegli di mafiosi turchi che bloccano impunemente il traffico il venerdì sera nel centro della capitale, di notevoli traffici di droga nei parchi urbani gestiti da profughi e richiedenti asilo politico negri ma i cui ricavi vanno a quei pochi e rinomati clan libanesi che poi li rinvestono nei numerosi kebab e locali notturni presenti a Berlino e perfino di cacagazzi – per dirla alla Lambrebenedetto – che proprio non ne vogliono sapere di diventare ricchi e benestanti poiché amano troppo vendere giornalini nelle metro per comprarsi la droga. L’aereo della Berlinia Airline ha poi rischiato di subire delle forte perturbazioni quando il comandante ha iniziato a parlare di 8 milioni di baionette, chiedo scusa di 8 milioni di mini jobbers che con i loro 450 Euro al mese e nessun contributo previdenziale tengono in piedi la locomotiva tedesca, senza contare un fulmine che all’improvviso ha colpito l’aereo quando l’hostess (in verità un trans turco) ha osato menzionare un leggendario milioncino di pensionati che tornano eroicamente al lavoro come nella fiumana di lavoratori sotterranei del film Metropolis per avere una cotoletta di carne in più il fine settimana. Per fortuna che la tempesta era passata anche se il malconcio bimotore Honecker era stato affiancato da 2 Eurofighters in forza alla Nato che sono celermente intervenuti in merito ad alcune accuse rivolte al pilota di improbabili rivelazioni di segreti militari legati a vaghe affermazioni di una Germania pronta ad intervenire militarmente a fianco degli USA contro la terribile minaccia dell’orso russo.

Ad essere state indagate erano state nello specifico alcune frasi che facevano riferimento ad un massiccio volantinaggio di massa della Bundeswehr, la moderna Wehrmacht, che era all’improvviso apparso sui muri delle maggiori città tedesche e che, sempre secondo i maligni complottisti seguaci dell’Italo Pazzo, sarebbe un indizio chiaro di una pronta mobilitazione generale alle armi. Non sarebbero poi piaciute all’oscuro comandante americano che ha dato ordine ai caccia di levarsi in volo, la critica nemmeno troppo velata nei confronti dell’atteggiamento pubblico della Führerin che avrebbe sempre e senza manco battere ciglio accolto la narrativa occidentale sugli eventi geopolitici degli ultimi anni, a partire dalla precaria pace in Ucraina violata non dai nazisti dell’Illinois presenti nel Donbass bensì dallo zar sempre sporco di sangue Putin, per arrivare all’elogio dei missili della Pannocchia lanciati senza avallo Onu contro il gasatore di professione Assad. La situazione stava per degenerare ma per fortuna che i due piloti hanno notato l’hostess / travone turco con baffi à la Erdogan che ha fatto capolino dal finestrino e che li ha assicurati che tutto rimane com’è.

Detto questo, passiamo alle cose serie: la Germania oltre a non essere più il paese dove la piena occupazione e le paghone a tre o quattro zeri sono assicurati, sta diventando sempre meno un paese libero. Riporto una notizia apparsa sul blog finanziario Zero Hedge, secondo la quale il Ministro della Giustizia Heiko Maas (socialdemocratico) ha proposto al Consiglio dei Ministri una legge che, se passata al vaglio del Parlamento, potrebbe segnare la fine delle libertà e del pensiero alternativo in Germania. La legge in questione si propone infatti di infliggere una multa draconiana fino a 50 milioni di Euro a social network del rango di Facebook, Twitter ed altre simili piattaforme qualora quest’ultime non rimuovano contenuti considerati, non si capisce ancora bene da chi, odiosi o diffamatori. E’ l’ultima frontiera della grottesca ed orwelliana guerra alle fake news o, per usare un altro anglicismo dei nostri padroni, agli hateful speeches che tanto sta appassionando la terza carica della Repubblica Italiana. L’intento è quello di mettere un freno a quella che lo stesso ministro socialdemocratico tedesco ha definito una “radicalizzazione verbale che spesso è solo una fase preliminare della violenza fisica”. Qualora ve ne fosse ancora bisogno, questa è solo una delle ultime dimostrazioni di quanto il governo tedesco di larghe intese destra-sinistra altro non sia che un vassallo delle direttive che i padroni del vapore, e presto anche del pensiero e delle parole suo riflesso, americani stanno da anni inviando loro. Come non dimenticare infatti l’imbarazzante sceneggiata dei liberal americani sconfitti da Trump, che hanno giustificato la debacle della Clinton non a causa della sua arroganza bensì con un’improbabile campagna mediatica a base di bufale e menzogne (orchestrata magari da Mosca)? La questione, dal mio punto di vista, è alquanto semplice e terrificante al tempo stesso: ogni guerra, compresa quella prossima ventura, significa innanzitutto la morte della verità e del pensiero critico prima ancora di quella fisica di milioni di persone. Di fronte ad una narrativa occidentale che ormai convince solo i depensanti, comunque numerosi, e i non meno presenti uomini di mezzo in malafede e pronti ad ogni guadagno illecito, c’è bisogno di serrare le fila degli indecisi.

E’ ora perciò di finirla con questi media russi, tipo Sputnik News e Russia Today, che osano proporre un’analisi dei fatti alternativa alla nostra. Per mesi hanno tentato di diffamare i dissidenti con le accuse di complottismo e bufalate vare non riuscendo ad evitare fenomeni anti-sistema come la Brexit, la stessa elezione di Trump e la crescita costante dei populismi di destra anti-UE. Ora che il gioco si fa duro e si rischia uno scontro frontale tra le 3 potenze mondiali rimaste, è giunta l’ora di controllare il flusso impazzito e pericoloso di notizie presenti nella rete. Non è affatto un caso e non ci sarebbe a dire il vero ragione di stupirsi che una nazione come la Germania svolga il ruolo di apripista a questa crociata occidentale, forse l’ultima prima di quella senza ritorno dell’opzione militare: basti pensare al ruolo di primo piano che la Germania svolge all’interno della Nato, con un suo sempre più difficile ruolo di mediazione tra le spinte centrifughe dell’alleato Erdogan e dei milioni di suoi rappresentanti in Germania, senza contare che in caso di guerra aperta tra la Russia da una parte e la Polonia ed i paesi baltici dall’altra, la Germania si troverebbe sulla linea diretta del fronte. Non è un caso, ma di questo ne riparlerò con calma nei prossimi numeri, come la moderna Bundeswehr stia attuando un’aggressiva campagna di arruolamenti che pare stia riscuotendo un ottimo successo tra i giovani disoccupati dei Länder orientali e che è visibile anche tramite una serie impressionanti di cartelloni pubblicitari che anche nella pacifista Berlino sono apparsi a migliaia in pochi giorni. La scorsa estate lo stesso esercito ha rivelato senza imbarazzo alcuno un piano rivolto alla popolazione civile, che consiste nell’accumulare riserve di cibo per almeno 15 giorni in caso di un’invasione. Ma un’invasione da parte chi? Per tale motivo il controllo dei media, Facebook ed altre piattaforme cosiddette sociali in primis, è necessario per avere dalla propria parte il cuore e le menti di milioni di persone. La multa di 50 milioni di Euro sarà di sicuro un effettivo deterrente per iniziare ad eliminare le voci critiche alla Nato e più favorevoli alla Russia, o anche quelle che si limitano a mettere in guardia l’opinione pubblica da una guerra che segnerebbe il terzo suicidio dell’Europa nell’arco di un secolo, per poi passare alla fase successiva che consisterà nel terrorizzare la popolazione civile da altri atti di aggressione russa come per esempio quello della Crimea. In verità quest’ultima presa della penisola, così come altri atti di politica estera del Presidente Putin, altro non sono stati che reazioni, e non quindi azioni, necessarie di fronte ad un’America che per bocca della Nato si è espansa sempre più ad Est, inglobando l’Ucraina ed eliminando di fatto la storica alleata della Serbia nei Balcani. Ma chi potrà mai raccontare fatti del genere, se essi verranno considerati da subito come delle fake news oppure addirittura come delle forme di violenza verbale atte ad aizzare l’odio contro i nostri immutabili valori occidentali? Meglio tagliare la testa al toro e censurare tali notizie, anzi opinioni intrise di propaganda filorussa, da Facebook con l’estorsione di una multa.

Capite bene anche voi come ci apprestiamo a vivere tempi interessanti. Io stesso se un giorno deciderò di mettere su Facebook il mio blog, rischierò di vedere cancellati molti se non tutti i miei articoli poiché, per esempio, nell’ultima mia fatica ho dimostrato un latente antisemitismo nell’aver esposto le opinioni di 4 giornalisti italiani di fede od origine ebraica tutti favorevoli ad Israele; questa forma d’odio altro non è che un hate speech che deve essere punito e quindi estirpato per evitare che qualche mente malata scenda in piazza ed accoltelli un rabbino o magari, Dio non voglia, tiri dei sassi contro la vetrina o l’edificio di culto sbagliati. Oppure se volessi mettere sulla rete tutti i miei dubbi sulla versione ufficiale della sparatoria di Monaco accorsa l’anno scorso, mi si potrebbe accusare di complottismo da quattro soldi e quindi di fake news. Tutto questo beninteso verrà operato in nome della legge tedesca. Di sicuro io non verrò mai censurato perché sono un plancton insignificante nell’oceano dell’informazione. Il problema emergerà quando sempre più, almeno si spera, europei scettici o anche solo spaventati dalla piega che gli eventi prenderanno, vorranno sentire delle voci alternative e non di regime che dicano loro come sono andate veramente le cose nella battaglia di Varsavia che ha distrutto la città oppure come e perché si è realizzata la cosiddetta strage di Riga, senza contare le innumerevoli discussioni che prenderanno forma nei blog proibiti sui crimini di guerra accorsi in Bielorussia. Per fortuna che io sarò in Germania ed avrò salva la mia libertà di pensiero per 50 milioni di Euro. Per tutto il resto c’è Angela.

2 Risposte a “Angela macht frei”

  1. Da quando e’ finita la guerra, in germania, austria, svizzera, svezia e associate non vi e’
    piu’ liberta’ di parola. Basta guardare gli scaffali di qualsiasi libreria tedesca per capire
    che oltre ai romanzi non si vende altro.
    La giustizia tedesca punisce chi va contro il dogma dell’olocausto.
    In piu’, con gravi sensi di colpa, tiene i cittadini buoni affinche’ accettino
    a schiena bassa ogni rifiuto umano che viene accolto.
    Lo schema del controllo sociale sperimentato nell’ex unione sovietica, sta
    per essere messo in opera da noi. La russia e’ uguale alla germania, si puo’
    essere contestatori basta non toccare i due punti fondamentali:
    la guerra patriottica contro il nazismo e l’olocausto.
    In europa e’ finita la resistenza, ci vorranno secoli perche’ se ne appronti
    una contro questa che e’ cresciuta in due millenni.
    L’opera “1984” e “Fahrenheit 451” sono realizzati.
    I tedeschi sono dei fessi basta ricordarsi come i capi sassoni si fecero
    massaccrare da carlomagno.

  2. Salve,

    visto che mi ha consigliato un libro che sembra molto interessante, vorrei ricambiare il favore consigliandole “L’industria dell’Olocausto” scritta da un figlio di sopravvissuti alle camere a gas. Impossibile accusarlo di antisemitismo; molto più facile oscurare l’autore come in effetti sta avvenendo, oppure non fargli avere il posto che merita nel mondo accademico americano.

    Questo libro svela poi quanto poco in verità l’Olocausto venisse considerato anche dagli stessi governi occidentali nei 20 anni successivi al ’45. Guarda caso sono gli stessi anni in cui i volenterosi carnefici di Hitler (per citare un’altra imprescindibile opera) erano ancora giovani, robusti, vaccinati e soprattutto attivi nei vari servizi occidentali. Pensi un pò (ma penso che lo saprà già) che a Trieste gli americani avevano fatto pitturare di bianco tutti i muri delle cella della Risiera, nei quali in precedenza i carcerati pronti ad essere evacuati ad est avevano messo nero su bianco i nomi dei loro carnefici. Molti di questi assassini erano ucraina e c’è chi mormora che dopo la guerra erano a servizi della CIA, ma noi lo sappiamo che erano dei complottisti ante-litteram.

    Sempre per quanto riguarda la questione sionista e l’Olocausto, la vera svolta avviene nel ’73 con la crisi petrolifera. Da quel momento in poi le sette sorelle hanno stretto un patto d’acciaio con i sauditi e la lobby sionista ha avuto mano libera in qualunque faccenda. Il resto è cronaca dei nostri giorni. In Germania non c’è libertà di opinione, ha ragione lei. I tedeschi sono abituati ad obbedire a qualche autorità, fosse anche solo un capotreno. In Kaputt Malaparte raccontava di un episodio di un gruppo di soldati che non hanno tenuto in minima considerazione l’ordine del loro superiore, che in altri momenti avrebbe avuto potere di vita e morte su di loro, per il semplice fatto che in quel particolare momento (mi pare che si trattasse di una ritirata improvvisa ed inaspettata) non aveva la divisa con sè.

    La crisi dei migranti così come il politicamente corretto così pervasivo qui mi pare solo un modo per ripulire la loro coscienza sporca di crimini tipici di un popolo abituato a reprimere le nevrosi derivanti da un’autorità in fondo stupida e nemmeno così efficiente come si crede. La Germania mi pare ancora una caserma dove si deve obbedire e tenere i propri pensieri e critiche per sè. Sarò superficiale ma io la vedo così. Per gli altri paesi non posso giudicare ma, a parte forse la Svezia, la situazione nei paesi germanici (Svizzera inclusa) non dev’essere molto diversa da qui.

    PS Faccio notare che molti dimenticano che 1984 è ambientato in un mondo post-atomico. Attendiamo ancora un pò se ce la facciamo…Intanto le 3 potenze del libro, ossia Russia che arriva fino all’Europa, Anglosfera (con Gran Bretagna inglobata) e Cina sembra che si stiano delineando all’orizzonte. Ma lei si è mai chiesto come mai Orwell aveva deciso di scrivere il libro in un’isola sperduta e fredda, mentre era già malato? Paura di sicari? Mah

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