All’armi siam europeisti, terror dei populisti!

bundeswehrDopo settimane di freddo e pioggia ecco arrivare, sebbene in ritardo, anche a Berlino la primavera. Ormai non ci speravo più. Da quando mi trovo a vivere qui, devo ammettere che questo mese di aprile è stato di sicuro il più freddo e grigio a cui abbia mai assistito. Desideroso di godermi il sole e la mitezza primaverile, decido perciò di non perdermi in inconvenevoli e mi avvio a fare due passi in centro. L’atmosfera è la solita da sempre: il panorama urbano è composto da una fauna di giovani che si godono il loro pressoché illimitato tempo di libero, tra birre e mangimi di varie marche, contornati da un esercito di sbandati provenienti da ogni angolo del mondo. Tuttavia il tempo è così clemente che in questa domenica di inizio maggio la mente non può che godere nell’osservare che sono usciti dai loro soggiorni anche i berlinesi normali, quelli cioè che durante la settimana lavorano e con le loro tasse pagano gli sballi dei giovani studenti e i tormenti dei senzatetto visibili tutti intorno a me. Il clima è però così mite e piacevole che la mente non è autorizzata a perdere tempo nelle solite argomentazioni politiche fine-di-mondo (o di civiltà se la trovate più appropriata), che poi in fondo non portano a niente. L’unica cosa da fare è distendersi su un prato vicino al canale, dormire un po’, leggere due righe di qualche scrittore (per fortuna sua) deceduto da tempo, oppure bere qualcosa e fare insomma delle azioni, per una volta, normali e godersi almeno per qualche istante la lunga ora di libertà che i nostri padroni nella loro magnanimità ci concedono. Sennonché…sennonché da qualche ora a questa parte, dal momento cioè in cui sono uscito di casa ed ho iniziato la mia scampagnata in città, sono in preda ad un disagio costante. I miei occhi hanno infatti notato qualcosa di strano, non per forza di cose ostile ma al tempo stesso onnipresente in qualunque via della città. Non importa in quale quartiere mi trovi, se in periferia oppure nell’ambiente urbano e centrale di Kreuzberg, dal momento che ho la netta sensazione di notare qualcosa di fisso e onnipresente nell’aria. E quel qualcosa sembra quasi chiedermi chissà che, se non addirittura propormi delle offerte seducenti.

Per farla breve e per non scadere in esercizi prosaici che non mi appartengono, vi svelo subito l’arcano: in quelle tre ore scarse che sono stato in città i miei occhi avranno notato una trentina almeno di manifesti dell’esercito tedesco – l’odierna Bundeswehr – che, a quanto parte, ha aperto la sua campagna di reclutamenti. Arrivato a quota trenta, mi sono presto stancato e ho deciso di smetterla con il conteggio. Come accennato, i manifesti invitanti al reclutamento sono presenti in ogni quartiere della metropoli, anche in quelli come Kreuzberg e Friedrichsain nei quali dovrebbe essere attiva la sinistra antagonista e vegana. I critici o gli scettici mi diranno che non c’è nulla di strano né di male da parte di un ente pubblico come l’esercito nel tentare di arruolare più persone possibili. In fondo le stesse campagne di arruolamento per la nuova stagione sono presenti, forse addirittura più numerosi chissà, anche in Italia ed immagino che anche negli altri paesi NATO gli eserciti locali non stiano avendo difficoltà alcuna ad ingrossare le loro fila. Sennonché….converrete con me che il clima politico che noi europei stiamo respirando da almeno (se non di più) due anni a questa parte non induce affatto all’ottimismo. Anche qui non me la menerò più di tanto e vi dico chiaro e tondo come la penso: nella crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo, ben più grave del ’29 per il semplice fatto che i sedicenti partiti di sinistra stanno collaborando attivamente con il capitale e suoi rappresentanti (UE in primis ma non solo) in cambio delle briciole inutili come matrimoni gay e testamenti fine-vita che legittimano il suicidio, una grande guerra potrebbe essere l’unico volano ancora disponibile per far ripartire la crescita mondiale. Pensiate che io abbia bevuto qualche birra di troppo nel fine settimana e che stia delirando? Può benissimo essere così ma ricordo agli amanti della storia recente che il New Deal di Roosevelt in America era decollato veramente solo dopo l’entrata in guerra degli USA nel ’41 ed il conseguente impegno bellico di massa (il cosiddetto arsenale della democrazia, no?), senza contare che il business della ricostruzione in Europa, che ai nostri nonni e ai loro eredi è stato spacciato come il generoso Piano Marshall, dopo che lo stesso Continente era stato distrutto dai loro stessi fratelli ha permesso di creare per le multinazionali americane un formidabile mercato per le esportazioni e a noi di godere di un discreto benessere durato 30 anni.

Insomma dove voglio arrivare? Se avrete voglia e tempo di seguirmi, forse ve lo svelerò. Ma andiamo per ordine. Nell’agosto scorso sempre la Bundeswehr tedesca aveva diffuso un libricino di 69 pagine per la popolazione civile nel quale si dispensavano consigli per la difesa civile in caso di catastrofi di qualunque tipo. Tra le varie raccomandazioni inserite nel manuale di autodifesa civile, una delle più rilevanti era quella nella quale si raccomandava ai civili di tenere sempre pronti in caso di emergenze improvvise provviste e generi alimentari bastanti per almeno 10 giorni, senza dimenticare poi la raccomandazione fondamentale di tenere sempre con sé almeno 2 litri d’acqua al giorni per ogni singola persona. Ovviamente essendo questo un testo elaborato dall’esercito, è stato messo al vaglio dal competente Ministero della Difesa che ha approvato le relative linee guida. L’approvvigionamento autonomo, e quindi senza la possibilità di intervento alcuno da parte dell’autorità statale per un massimo di due settimane, dovrebbe garantire l’alimentazione del proprio nucleo familiare in situazioni di grave emergenza sanitaria o di ordine pubblico. Lascio alla curiosità del lettore tentare di capire a quali scenari si potrebbe fare riferimento. Proviamo a snocciolarne alcuni: la Germania non è affatto un paese a rischio sismico, come per esempio l’Italia, e quindi tenderei ad escludere l’ipotesi del terremoto. A quanto mi risulta, non sono neanche presenti vulcani sul suolo tedesco o sbaglio? Purtroppo ammetto la mia ignoranza per quanto concerne temi biologici o naturali e quindi accetto ben volentieri l’intervento di qualche esperto tra i lettori. Ci sarebbe, ad essere onesti, la possibilità che si verifichi un alluvione catastrofica al pari di quella che aveva colpito Dresda e la Germania nordorientale nel 2002 ma in tal caso il governo sarebbe già preparato ad evacuare la popolazione e a rifornirla di generi alimentari in luoghi sicuri. Pertanto l’invito ad accumulare cibo, acqua e un kit di pronto soccorso nell’ottica che per ben due settimane nessuna autorità statale potrebbe intervenire, mi sembra onestamente esagerato. Quale altre ipotesi rimangono? A questo punto, e probabilmente la maggior parte dei lettori avrà avuto questo pensiero fin da subito, l’unica ipotesi razionale ed alquanto plausibile che giustificherebbe un accumulo di generi alimentari così lungo nel tempo è quello di un’aggressione militare dall’esterno oppure quella di un attacco nucleare su aree urbane.

Ebbene il rapporto ministeriale se da una parte mette subito le mani avanti, dichiarando testualmente che “un’aggressione al territorio della Germania, che richiederebbe una difesa nazionale convenzionale, è improbabile” (ma non impossibile nda), tuttavia dall’altra parte ammette candidamente che bisogna comunque prepararsi per una tale eventualità (quindi un’invasione? Mi chiedo io nda) che “in futuro potrebbe mettere in pericolo il nostro sviluppo.”Ma chiedo ora al lettore di prepararsi perché sta per arrivare il piatto forte, che dovrebbe mettere una pietra tombale a chi ritiene che questo piano di sicurezza nazionale sia stato pensato solo in caso di calamità naturali e non per una guerra convenzionale, o finanche nucleare. Riporto qui di sotto la seguente affermazione degli autori del testo:

Il sostegno civile alle forze armate deve diventare di nuovo (grassetto mio) una priorità; a tale sostegno può appartenere, per esempio, il controllo e lo smistamento del traffico se l’esercito deve trasferire delle truppe di combattimento in altre zone.”

Questa breve e limpida affermazione, tipica dello stile tedesco, rilasciata da un organo ufficiale dello Stato non dovrebbe lasciare molti spazi di manovra sulle vere necessità di garantire un appoggio della popolazione in caso di intervento militare. In quale altra occasione, se non quella di una guerra convenzionale sul suolo tedesco, pensiate che vi debba essere la necessità di smistare il traffico dei panzer diretti ad est? Il particolare interessante, che deve essere sfuggito all’anonimo autore del testo, è quello che fa riferimento a quel “di nuovo”. Sarei curioso di capire a quale particolare periodo storico della Germania recente fa riferimento il documento dell’esercito; mi sembra di ricordare dai racconti dei miei nonni che l’ultima volta in cui c’è stato un appoggio attivo, se non passivo ma assolutamente non ostativo, della popolazione civile tedesca ad iniziative militari del governo ufficiale in carica si sia verificato durante la Cancelleria di Herr Hitler (1933 – 1945) ma non voglio diffamare né offendere nessuno. Se pensate che questa del documento ufficiale dell’Esercito tedesco che invita la popolazione ad accumulare scorte e a collaborare con le truppe militarizzate in movimento contro i russi sia una bufala, allora vi invito ad aprire i seguenti link:

http://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2016-08/zivile-verteidigung-sicherheit-innenministerium-vorraete-katastrophenfall

http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/f-a-s-exklusiv-so-will-die-bundesregierung-im-kriegsfall-reagieren-14398973.html

Queste altro non sono che due tra le innumerevoli fonti che ho trovato su Internet a proposito della suddetta strategia auto-difensiva nei confronti della popolazione civile tedesca in caso di emergenza. Il primo articolo è tratto dal quotidiano conservatore Die Zeit, da sempre conservatore e convintamente filo-atlantico. Il secondo invece è tratto dal quotidiano finanziario Frankfurter Allgemeine Zeitung (in breve Faz), il quale è il gemello del Sole 24Ore in Germania. Avrei potuto citare decine di altri articoli della stampa cosiddetta mainstream ma il succo rimane sempre lo stesso: questo documento ufficiale dell’Esercito, ergo del Ministero della Difesa che l’ha letto ed approvato, ergo del Governo in carica rosso-nero sua diretta emanazione, ergo della Signora Merkel che lo presiede, è il primo dalla fine della Guerra Fredda nel ’89 che testimonia la volontà di coordinare una difesa civile durante eventi catastrofici. Ciò che era normale in tempi, quelli appunto della contrapposizione tra blocchi e del costante rischio di mutua distruzione reciproca, sta tornando in auge nelle società aperte di oggi. Per chi non capisce il tedesco, ecco il relativo dispaccio dell’Ansa:

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/08/21/germania-torna-piano-difesa-civile_d73a18e7-87ba-42aa-a5a7-adde9eccfce4.html

Nel dispaccio si fa chiaro riferimento all’attivismo russo a partire (non si sa bene a dire il vero perché hanno scelto quell’anno) dal 2004. Ma questo è solo un assaggio. All’inizio dell’articolo avevo fatto riferimento all’invasione di manifesti della Bundeswehr che invitavano all’arruolamento di giovani e tecnici competenti. Questa invasione a tappetto ha coinvolto anche una città libera, almeno a parole, come Berlino che non avrebbe niente da guadagnare da una nuova e definitiva distruzione. Come vedremo in seguito, sono state ben poche le voci critiche che si sono levate contro questa nuova (e ciclica aggiungerei io) ondata di militarismo in seno alla società tedesca. Purtroppo non sono riuscito a trovare nell’universo della rete un riferimento alle spese sostenute dal governo, o per meglio dire i milioni di tedeschi e stranieri che pagano le tasse sul lavoro dipendente, in questa ingente opera di convincimento di massa. Ebbene un quotidiano, che non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni, come lo Spiegel ci comunica che il numero – lo Zahl – di minorenni (non è un errore di battitura) che nell’anno passato si sono arruolati nell’esercito ha raggiunto delle cifre record. Ma come? Il vostro scrittore vi sta per caso dicendo che nella ricchissima Germania – non a caso ribattezzata dagli economisti bocconiani “La locomotiva d’Europa” – ci sono dei giovani che non trovano di meglio che arruolarsi nell’esercito per arrivare a fine mese? Stando al seguente articolo dello Spiegel, sembrerebbe proprio così:

http://www.spiegel.de/politik/deutschland/bundeswehr-zahl-minderjaehrige-soldaten-erreicht-hoechststand-a-1120619.html

Prima di riportare alcuni spezzoni dell’articolo, vorrei aggiungere che una simile notizia non mi ha affatto sorpreso. I carbonari che seguono questo mio blog, sanno bene che da diversi mesi a questa parte sto cercando di convincervi che a votare i malvagi populisti dell’Afd non siano tanti elementi razzisti, che in Germania sono presenti da anni sulla scena politica in posizione di assoluta irrilevanza politica, bensì in maniera preponderante tutti quegli elettori che vivono nel länder orientali e che sono rimasti tuttora scottati dalle innumerevoli promesse a vuoto della sinistra socialdemocratica all‘indomani della riunificazione, con conseguente saccheggio sociale da esso derivante. Parliamo quindi di milioni di lavoratori qualificati emigrati ad Ovest, di giovani disoccupati costretti a vivere di Hartz IV o di lavoretti malpagati oppure di vecchi nostalgici delle sicurezze ferree della DDR. Non mi sembra dunque anomalo che molti giovani, anche e soprattutto minorenni, delle regioni povere dell’Est decidano di arruolarsi nell’esercito per avere un lavoro decente. In fondo lo stesso avviene, come tutti voi ben saprete, tra i carabinieri provenienti dal Sud Italia e tra i marines latinos negli USA. Aggiungo poi che il sistema scolastico tedesco è di un classismo e di una selezione censoria che in Italia non possiamo nemmeno immaginare; basti pensare, ma prometto che in futuro ne dedicherò un articolo a parte, che già a partire dalle scuole elementari sono gli insegnanti a decidere se un bambino è abbastanza intelligente e dotato per poter andare in un liceo e da lì proseguire all’università o, se invece, dovrà accontentarsi di fare una scuola tecnica per poi lavorare manualmente per il resto della sua vita. Chissà mai se questo sistema così democratico non produca in milioni di persone nevrosi, rabbia, frustrazioni e delusioni che poi si scaricheranno in pulsioni violente ed aggressive nei confronti di esseri innocenti. Ogni riferimento alla doppia bocciatura del giovane pittore Adolfo da parte dell’Accademia di Vienna è puramente casuale.

Bando alle digressioni pseudo-psicologiche, andiamo ad analizzare il nucleo dell’articolo citato sopra nelle seguenti frasi:

Il numero di reclute minorenni presso la Bundeswehr ha raggiunto il valore massimo di 1.576 unità a novembre 2016. Questo stando ad un dato comunicato direttamente dal Ministero della Difesa durante un’interrogazione parlamentare della frazione della Linke (estrema sinistra di queste parti nda). Di conseguenza il numero di minorenni reclutati ogni anno dall’esercito è passato dalle 689 unità del 2011 alle 1.576 citate sopra. La percentuale dei minorenni sul totale delle nuove reclute in Germania è del 7%. In totale sono state 21.000 le nuove reclute per l’anno corrente (cioè 2016).

Niente male davvero per un paese nel quale si rischia di passare per fascisti se si osa affermare che non tutti gli islamici bramano dalla voglia di integrarsi o se si fa l’errore imperdonabile di ordinare una cotoletta in un ristorante vegano. Ironia a parte, il solco sembra saldamente tracciato anche se forse non si sta facendo altro che rispolverare vecchie e polverose strade già percorse dai nonni di questi disgraziati ragazzini. La strategia comunicativa della Nuova Wehrmacht sta funzionando alla grande, per usare un termine giovanile. Il marketing militarista comprende persino una serie Youtube che sta riscuotendo un grande successo tra i giovani. Il nome, ben poco originale ma in fondo stiamo parlando sempre di tedeschi, è “Reclute” e su Youtube questa mini-serie in cui si esaltano i nuovi giovani in divisa sta collezionando una serie di click tra i 200mila e 1 milione1. La sinistra Linke ed i verdi hanno fatto notare che questa serie è stata realizzata con soldi dell’esercito, quindi pubblici, ed è venuta a costare 1,7 milioni di Euro. Siamo comunque convinti che, visti gli ottimi risultati in termini di reclutamenti recenti, mai soldi pubblici siano stati spesi meglio. Al fine di difendere la sicurezza pubblica in caso di invasione delle orde mongoliche provenienti da Est, il protagonismo dell’esercito tedesco non si limita al tubo ma coinvolge anche la vita reale. Basti pensare che l’ispirazione per questo mio articolo mi è venuta osservando qualche giorno fa uno stand informativo della Bundeswehr all’interno di una fiera dedicata ai nuovi laureati o ai giovani minorenni che cercassero delle risposte al loro futuro incerto. In mezzo ai banchetti di Harvard e delle migliori università svizzere, ha fatto capolino un ufficiale in divisa d’ordinanza che spiegava in maniera squisitamente borghese ai molti giovani lì assiepati i vantaggi di una carriera presso l’esercito. Va da sé che non ho notato alcuna protesta. Invece qualche mese fa gli studenti universitari berlinesi la protesta l’hanno finalmente organizzata e si sono organizzati contro il volantinaggio dell’esercito anche all’interno degli spazi universitari. Ecco l’articolo, seppur di parte, che ha spiegato l’iniziativa degli studenti universitari socialisti:

https://www.wsws.org/de/articles/2017/04/05/stud-a05.html

Tradotto e riassunto all’osso per mancanza di spazio, il comunicato riporta come questo 9 marzo il consiglio degli studenti della prestigiosa Humboldt Universität, dove ha insegnato un certo Einstein per intenderci, e della Freie Universität hanno deciso in maniera congiunta di impedire il proseguio della campagna pubblicitaria dell‘esercito all’interno degli spazi pubblici dell’Università anche se una decisione definitiva sul divieto di fissaggio dei manifesti verrà presa in giugno. Di tutta questa discussione mi ha colpito più che altro la reazione della Presidente o Presidenta, per citare la Boldrini, della Humboldt la quale sembra non abbia preso molto bene la posizione assunta dagli studenti in merito al divieto di propagandare guerre presenti e future. Infatti lei stessa, a confermare quanto siano organici gli intellettuali quando si avvicinano le lucrose commesse militari e le relative possibilità di avanzamento nella carriera senza sforzo alcuno, ancora in novembre durante una riunione del Senato Accademico aveva affermato che non vedeva motivo alcuno nel vietare la pubblicità dell’esercito presso le strutture universitarie. Sempre la Signora Sabine Kunst – così si chiama – aveva posto l’attenzione sulla natura costituzionale, e perciò legittima, dell’esercito senza contare che – sempre stando alle sue testuali parole – le possibilità di formazione offerte dall’esercito negli ultimi anni si sarebbero spinte molto ma molto avanti, spaziando dai tirocinanti nel campo della medicina fino agli insegnanti, ai lavoratori sociali e “Dio solo sa ancora cosa”. Ops stavo quasi per dimenticarmi di aggiungere che la Signora è iscritta alla SPD, è membro di una certa associazione Martin Buber che ha l’obiettivo statutario di favorire la cooperazione tra la Germania ed Israele e, nonostante sia rossa, nel 2010 è stata eletta dal Financial Times Deutschland come “migliore manager universitaria dell’anno”2.

Capite bene come il clima istituzionale sia fecondo per la rifioritura di un militarismo tedesco 2.0. In fondo come sorprendersi? E’ o non è la Germania il fulcro di quella medesima Unione Europea che, dopo aver superato in maniera brillante la crisi economica iniziata nel 2008 negli USA, tenta ora la non meno facile missione di rispondere alle minacce militari provenienti dall’esterno? Come l’Impero Romano al massimo del suo splendore, anche noi europei benestanti dobbiamo difenderci dai nuovi barbari: un giorno sono gli infidi alleati NATO della Turchia a minacciare di inondarci di profughi, un’altra volta è il tiranno russo che vuole invadere le repubbliche baltiche e l’Ucraina, senza contare questi ignoranti e puzzoni degli inglesi che non ne vogliono proprio sapere di pagare il conto salato del divorzio. Di Trump l’opinione che i media tedeschi ne hanno è cambiata da quando ha deciso di punire Assad dell’attacco chimico, ancora mai provato, bombardando una delle basi della sua aviazione ma il discorso non cambia. E’ difatti la Germania che ancora una volta, dopo aver accolto con slancio generoso 1 milione e più di profughi per salvare la sua deflazione interna e posticipare il declino demografico, si sta sacrificando per salvare il nostro benessere. Purtroppo solo gli idealisti possono credere che non servano le armi in un contesto del genere. Da una posizione personale di iniziale scetticismo, me ne sono convinto anch’io leggendo un’intervista condotta dal sempre progressista Spiegel ad un professore inglese di Politica di nome Anthony Glees, il quale ci rammenta il rischio per l’intero Occidente di una tendenza troppo pacifista tuttora presente all’interno della società tedesca. Infatti per l’accademico inglese:

La Germania deve diventare una democrazia muscolare. Deve inoltre prendersi la responsabilità di una sicurezza fisica dell’Europa, soprattutto nell’Europa dell’Est e nel Mediterraneo (…) La vena pacifista della Germania è un problema3.

Ritengo che non debba aggiungere altre parole a quelle già espresse con estrema chiarezza dal politologo inglese. A combinare tutti i pezzi del mosaico da me semplicemente tradotti e riportati per voi, non potevano mancare i fantasmi di un passato non così lontano che svolazzano indisturbati nelle riunioni delle Cancellerie d’Europa. Dopo 79 anni da quel famoso successo del 1938, ricompare la Conferenza di Monaco con i soliti attori anglofoni che spifferano alle nostre èlite le soluzioni giuste per difendersi/ci dalla minaccia sovietica, ehm intendevo dire da quella russa. Un altro fantasma è quello del Ministro della Difesa tedesco, la democristiana Ursula van der Leyen, che non si capisce bene a che titolo, dal momento che non mi pare che la Signora ricopri il ruolo di Segretario NATO, si reca in volo in Lituania a passare in rassegna le truppe tedesche in forza alla coalizione del posto. La mia domanda è: anche i nipoti devono pagare gli errori dei nonni? Peccato inoltre che nessuno si ricordi più che i lituani assieme agli ucraini alleati ancora oggi dell’Occidente in funzione anti-mongolica, siano stati i più fedeli osservatori dell’ordine olocaustico proveniente dalla villa di Wannsee. Chi è che diceva che la storia si ripete come farsa? Navigando poi qua e là distrattamente, mi è sembrato di leggere di un caso di stupro commesso da militari tedeschi in forza alla NATO verso una ragazza minorenne sempre in Lituania, ma per fortuna che ci ha pensato la Süddeutsche Zeitung a smontare il tutto4 come una delle tante fake news create ad arte e diffuse dall‘ingombrante vicino russo. Ingenuo io che per un attimo ho perso la testa e ci ho creduto. Meno male che non ho un account Facebook, altrimenti avrei corso il rischio di pagare una multa salatissima, secondo i dettami di una nuova ed innovativa legge tedesca approvata di recente, per essermi azzardato nel voler diffondere questa pericolosa bufala.

Concludo dicendo che i fatti da me descritti e riportati a loro volta dai mostri sacri del giornalismo tedesco, sono solo un assaggio di quello che avverrà dopo che la Signora Merkel verrà riconfermata per la sua quarta volta e dopo che la Gran Bretagna, forte anche della Brexit, si ritirerà dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani (CEDU) che in un giorno lontano avrebbe potuto e dovuto giudicarla per crimini contro l’umanità5. Discorso lungo ma che sta accelerando in maniera subitanea. Sarà un piacere amaro raccontarvi dello schianto prima ancora che si accendano i motori.

2Fonte Wikipedia Deutschland https://de.wikipedia.org/wiki/Sabine_Kunst

5 Senza contare che del nuovo Presidente francese Macron (ex Rotschild?) si può dire tutto ed il contrario di tutto, tranne che sia filo-russo.

Una risposta a “All’armi siam europeisti, terror dei populisti!”

  1. Due articoli in uno, un affare.
    Il titolo iniziale e’ profetico, per me,
    i timori del potere tedesco in carica
    sono rivolti all’interno e non al pericolo russo.
    Qualcosa bolle in Germania perche’ arrivino a dare
    pubblicamente un tale annuncio.
    Visto che Sie vive in Germania e’ cosi’ gentile da
    informarsi e poi scrivere un articolo sul banchiere
    Alfred Herrhausen (* 30. Januar 1930 in Essen; † 30. November 1989 in Bad Homburg vor der Höhe) war ein deutscher Bankmanager und Vorstandssprecher der Deutschen Bank.
    Non ne avevo mai sentito parlare pero’ un articolo che ho letto qui:
    http://www.ilnodogordiano.it/?p=1121
    Credo di non essere andato fuori tema.
    Io invece le faccio i complimenti perche’
    quando risponde ai commenti dei lettori,
    le sue parole sono pesanti come macigni.

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