Il Quarto Reich si prepara alla guerra. E voi?

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É primavera…svegliatevi bambini…Con la bella stagione, oltre agli alberi in fiore e alle scampagnate in bicicletta, ritornano immancabili i manifesti dell’esercito tedesco che incentivano le nuove generazioni ad arruolarsi per la patria. Addirittura qualche giorno fa mi è capitato di intravedere nella Berlino alternativa e de sinistra un bus a due piani completamente addobbato, diciamo così, da un poster della Bundeswehr dal quale faceva capolino un giovane soldato col basco e fucile d´ordinanza. Probabilmente devo aver avuto un´allucinazione visto e considerato che a Berlino una provocazione del genere avrebbe scatenato la pronta rivolta dei centri sociali a base di pietre e macchine bruciate. In ogni caso prendiamola larga e facciamo un piccolo salto indietro nel tempo.

Nell’agosto dello scorso anno sempre la Bundeswehr aveva diffuso un manuale di 69 pagine nel quale si dispensavano consigli per la difesa civile in caso di catastrofi di qualunque tipo. Tra le varie raccomandazioni inserite nel manuale di autodifesa civile, una delle più rilevanti era quella nella quale si consigliava ai civili di tenere sempre pronti in caso di emergenze improvvise provviste e generi alimentari bastanti per almeno 10 giorni, senza dimenticare poi la raccomandazione fondamentale di tenere sempre con sè almeno 2 litri d’acqua al giorno per ogni singola persona. L’approvvigionamento autonomo, e quindi senza la possibilità di intervento alcuno da parte dell’autorità statale per un massimo di due settimane, dovrebbe garantire l’alimentazione del proprio nucleo familiare in situazioni di grave emergenza sanitaria o di ordine pubblico. Ebbene il rapporto ministeriale se da una parte mette subito le mani avanti, dichiarando testualmente che un’aggressione al territorio della Germania, che richiederebbe una difesa nazionale convenzionale, è improbabile”, tuttavia ammette al tempo stesso che bisogna comunque prepararsi per una tale eventualità che “in futuro potrebbe mettere in pericolo il nostro sviluppo“. Riporto qui di sotto un’affermazione molto simbolica degli autori del testo:

Il sostegno civile alle forze armate deve diventare di nuovo una priorità; a tale sostegno può appartenere, per esempio, il controllo e lo smistamento del traffico se l’esercito deve trasferire delle truppe di combattimento in altre zone.”

Questa breve e limpida affermazione rilasciata da un organo ufficiale dello Stato tedesco non dovrebbe lasciare molti spazi di manovra sulle reali motivazioni nel dover garantire un appoggio della popolazione in caso di intervento militare. Il particolare interessante, che deve essere sfuggito agli autori del testo, è quello che fa riferimento a quel di nuovo. Se il lettore ritiene che la storia del documento ufficiale dell’Esercito tedesco che invita la popolazione ad accumulare scorte e a collaborare con le truppe militarizzate in movimento contro quelle nemiche sia una bufala, allora lo inviterei ad aprire i seguenti link:

http://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2016-08/zivile-verteidigung-sicherheit-innenministerium-vorraete-katastrophenfall

http://www.faz.net/aktuell/politik/inland/f-a-s-exklusiv-so-will-die-bundesregierung-im-kriegsfall-reagieren-14398973.html

Queste non sono altro che alcune tra le innumerevoli fonti che si possono ancora trovare su Internet a proposito della suddetta strategia auto-difensiva civile da adottare in caso di emergenza. Il primo articolo è tratto dal quotidiano Die Zeit, da sempre conservatore e convintamente filo-atlantico. Il secondo invece proviene dal quotidiano finanziario Frankfurter Allgemeine Zeitung (in breve Faz), il quale può essere quasi considerato come il gemello del Sole 24Ore in Germania. Per chi invece non comprende il tedesco, ecco il relativo dispaccio dell’Ansa:

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/08/21/germania-torna-piano-difesa-civile_d73a18e7-87ba-42aa-a5a7-adde9eccfce4.html

Nel dispaccio si fa chiaro riferimento all’attivismo russo a partire dal 2014. Parlando invece di neo attivismo militare tedesco, non poteva passare inosservato che un quotidiano, che non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni, come lo Spiegel ci comunica che il numero – lo Zahl – di minorenni che a fine 2016 si sono arruolati nell’esercito ha raggiunto delle cifre record. Ecco la fonte:

http://www.spiegel.de/politik/deutschland/bundeswehr-zahl-minderjaehrige-soldaten-erreicht-hoechststand-a-1120619.html

Nello specifico si afferma che:

Il numero di reclute minorenni presso la Bundeswehr ha raggiunto il valore massimo di 1.576 unità  a novembre 2016. Questo stando ad un dato comunicato direttamente dal Ministero della Difesa durante un’interrogazione parlamentare della frazione della Linke. Di conseguenza il numero di minorenni reclutati ogni anno dall’esercito è passato dalle 689 unità del 2011 alle 1.576 citate sopra. La percentuale dei minorenni sul totale delle nuove reclute in Germania è del 7%. In totale sono state 21.000 le nuove reclute per l’anno corrente (cioè 2016 nda).

La strategia comunicativa della Bundeswehr sta evidentemente funzionando alla grande, per usare un termine giovanile. Il marketing militarista comprende persino una serie Youtube che sta riscuotendo un certo successo tra i giovani. Il nome, ben poco originale, è traducibile in italiano con Reclute e su Youtube questa mini-serie in cui si esaltano i nuovi giovani tedeschi in divisa sta collezionando tra le 200mila e 1 milione di visualizzazioni1. Il nuovo militarismo non risparmia nemmeno le aule universitarie: l’anno scorso gruppi di studenti universitari berlinesi avevano protestato contro il volantinaggio dell’esercito effettuato anche all’interno degli spazi universitari. Ecco l’articolo che ha spiegato l’iniziativa degli studenti universitari, orbitanti nell’area di sinistra:

https://www.wsws.org/de/articles/2017/04/05/stud-a05.html

Tradotto e riassunto all’osso per mancanza di spazio, il comunicato riporta come il 9 marzo dell’anno scorso i consigli studenteschi della prestigiosa Humboldt Universität e della Freie Universität avevano deciso in maniera congiunta di impedire la campagna pubblicitaria dell’esercito all’interno degli spazi pubblici dell’Università. Di tutta questa discussione non sembra che la Presidente della Humboldt con tessera SPD in tasca – una certa Sabine Kunst – avesse preso molto bene la posizione assunta dagli studenti in merito al divieto di propagandare guerre presenti e future. Infatti lei stessa aveva affermato durante una riunione del Senato Accademico che non vedeva motivo alcuno nel vietare la pubblicità  in questione presso le strutture universitarie, ponendo l’attenzione sulla natura costituzionale, e perciò legittima, dell’esercito senza contare poi che – sempre stando alle sue testuali parole riportate nel link di cui sopra – le possibilità di formazione offerte dall’esercito negli ultimi anni si sarebbero spinte molto ma molto avanti, spaziando dai tirocinanti nel campo della medicina fino agli insegnanti, ai lavoratori sociali e Dio solo sa ancora cosa“.

Ma il nuovo impegno della Bundeswehr non finisce qui, anzi. Citando un famoso personaggio femminile dei Simpson, qualcuno ha finalmente pensato ai bambini. Un articolo del 22 marzo sempre dello Spiegel ha preso spunto da un’interrogazione parlamentare della Linke per documentare il completamento di centinaia di progetti da parte dell’esercito con scuole e asili avvenuti negli ultimi due anni, i quali hanno coinvolto almeno un migliaio di bambini. Le attività  hanno spaziato dall’uso condiviso di piscine coperte, allenamenti di calcio e giornate di lettura fino alle cosiddette parate delle lanterne attraverso le caserme (sic). A tutto questo non potevano mancare le campagne di raccolta fondi, che hanno raggiunto la non indifferente cifra di 100.000 euro negli ultimi due anni. Il denaro è andato agli asili e alle istituzioni per il benessere dei bambini e dei giovani, i quali anche in Germania così come in Italia hanno subito importanti tagli di fondi pubblici negli ultimi anni e sono quindi alla cronica ricerca di fondi preziosi. Per fortuna che ci ha pensato l’esercito a supplire a questa mancanza, in cambio si intende di pubblicità gratis. Nello specifico la Bundeswehr ha negli ultimi anni stipulato accordi con diversi stati federali tedeschi (ossia i Länder per intenderci), che hanno dato loro un accesso privilegiato alle scuole, alla formazione degli insegnanti e agli asili. Solo attraverso conferenze, discussioni pubbliche sul palco e volantini, nel 2015 la Bundeswehr è inoltre riuscita a raggiungere circa 400.000 bambini e adolescenti e 36.000 tra insegnanti ed impiegati. Questo spiegherebbe anche il boom dei minorenni abili ed arruolati, descritto sopra.

Concludiamo citando un altro articolo dello Spiegel, sempre di un anno fa ma ancora attuale. L’autore dell’articolo, un tale politologo inglese di nome Anthony Glees, aveva criticato un certo pacifismo tedesco di maniera affermando a chiare lettere come la Germania avrebbe dovuto farsi carico della difesa fisica dell’Europa nel Mediterraneo e nell’Europa orientale. Non contento, l’accademico aveva aggiunto quanto la vena pacifista della politica tedesca fosse un problema e che la Germania moderna dovesse finalmente diventare una democrazia muscolare“[1]. Se nel Mediterraneo i giochi sono ardui, nel caso di una guerra convenzionale contro la Russia nell’Europa centro-orientale potrebbero diventare ancora più pericolosi per il semplice fatto che la stessa Germania si troverebbe a combattere sul suo suolo contro la seconda potenza nucleare del pianeta. Ad ogni modo basterebbe Trump a far capire quanto i piani siano già in fase avanzata dopo che attraverso i suoi caratteristici tweet aveva ordinato agli “alleati“ europei, in primis la Germania da lui esplicitamente nominata, di portare le spese militari annue ed i contributi alla NATO al 2% dei propri Pil.

Nella recente e fallimentare visita della Merkel a Washington, oltre a ribadire l’applicazione di dazi al 10% sull’import di acciaio ed alluminio, Trump non ha ceduto di un millimetro sul tributo militare da far pagare al suo vassallo principale per la difesa militare dell’Europa in caso di guerra calda con la Russia. Dopo aver provocato divisioni con le inique sanzioni e fomentato la russofobia addossando tutta la colpa della catastrofe ucraina a Putin, gli americani giustamente (visto anche il loro debito pubblico in costante ascesa dopo le guerre umanitarie di Bush ed Obama) non se la sentono di sostenere la spesa economica di una terza guerra  mondiale e pertanto ci chiedono cortesemente di armarci e di partire. Le pressioni sembrerebbero cominciare a dare i loro frutti in Germania, tanto che la Ministra democristiana della Difesa Van der Leyen (uno dei pochi ministri dell’ultimo governo Merkel ad essere stato confermato nda) sta cercando di ottenere un aumento di qualcosa come 12 miliardi di Euro di spesa pubblica da affidare alle forze armate da qui al 2021. Per ora il Ministro delle Finanze Scholz (SPD) ha offerto al massimo 5,5 mld ma se ci dovesse essere l’ennesima escalation in Medio Oriente o chissà nei paesi baltici, riteniamo che potrebbe cambiare subito idea pena una reprimenda dall’altra parte dell’Atlantico.

Che dire di più? Prepariamo i poc-corn perchè i prossimi anni, se non mesi, si preannunciano caldi. E per una volta l’effetto serra non c’entra nulla.

[1] http://www.spiegel.de/politik/ausland/deutschland-muss-die-eu-fuehren-anthony-glees-ueber-die-zukunft-europas-a-1134595.html

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